Doppio profilo
Che tu sia un giovane adolescente o un lanciatissimo 50enne, sui social ci si va per dire qualcosa, per spiare gli altri, per mettere foto di gatti e alternare contenuti seri a contenuti leggeri.
La professoressa Iaia Oleari ci racconta le sue esperienze in cattedra unite ad alcune riflessioni tra chimica e vita.
Che tu sia un giovane adolescente o un lanciatissimo 50enne, sui social ci si va per dire qualcosa, per spiare gli altri, per mettere foto di gatti e alternare contenuti seri a contenuti leggeri.
Ho scoperto che la vita civile e la vita spirituale hanno in comune una cosa molto importante e molto faticosa: l’universalità del diritto di voto e dell’amore di Dio.
Si dice che il Vangelo debba parlare alla nostra vita, e per me questo “parlare” è sempre stato rivolto alla sfera delle relazioni personali, delle amicizie o dei luoghi di servizio.
Domenica 5 Novembre però, ascoltando il Vangelo ho pensato alla scuola.. vabé dai… era anche abbastanza prevedibile come cosa, si parlava di maestri!
Da quando ho finito l’università e mi sono buttata nel mondo dell’insegnamento (che detta così sembrano secoli, ma sono poi due anni scarsi) sento molto come la scuola ti metta di fronte alla sfida di essere una buona insegnante di chimica, o più in generale di scienze.
C’è chi dice che siano la nuova letteratura, c’è chi dice che siano solo la moda del momento e c’è chi le considera un modo abbastanza sano per passarsi il tempo, ma soprattutto una buona scusa per rimandare cose da fare.
Quando sei una giovane prof alle primissime armi e vieni da anni e anni di campeggi e campiscuola estivi, accompagnare i ragazzi in una gita sulla neve per più di un giorno diventa un’esperienza difficile da collocare.
“Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.[…]”
Con l’arrivo dell’inverno, l’ingresso a scuola la mattina si trasforma in una triste processione di individui incappucciati che sembrano incamminarsi verso la sala delle torture. Aiuta sicuramente in tutto questo la bellezza della pianura padana che ogni mattina ti sveglia cantando “Cielo grigio su, foglie gialle giù” per farti iniziare la giornata con una botta di ottimismo.
«”Nuove tecnologie”, ci venissero loro a combattere da questa cattedra contro questa mandria di bufali! Che gliene frega a loro delle nuove tecnologie?!? Qui bisogna portare a casa il programma, insegnare a leggere, a scrivere e a far di conto..non altre fesserie che qualcuno del Ministero si è sognato qualche notte fa dopo aver mangiato pesante!Questi qui hanno voglia di aria fritta, tutte cose a scopo elettorale, per farsi pubblicità, ma la scuola vera è un’altra, cari miei!! E dove lo mettiamo il valore di quello che abbiamo usato fino ad ora?Buttiamo via tutto? Ci buttiamo a capofitto in questa nuova avventura della penna a sfera senza lasciare nessun riferimento ai bambini?