Fabrizio Loschi, e l’infinito verticale
“Il Sacro è un momento, tra la preghiera e lo schiaffo della rivelazione”. Si apre così un capitolo del catalogo della mostra di Fabrizio Loschi, in corso alla galleria L’Ottagono di Bibbiano, dal titolo 8infinito verticale. Otto appunto come l’infinito, verticale come la tensione dell’uomo verso il cielo. E le sue opere, di materia potente e densa spiritualità, dalla terra tendono verso l’alto, in desiderio costante verso quello che non si vede e che ci attraversa.
Le opere di Fabrizio Loschi sono pensieri incarnati o come lui stesso ama dire il suo ‘osso del cuore’, in costante silenzioso ascolto.
L’artista modenese, non nuovo ad esposizioni in terra reggiana, si muove tra poesia, pittura, scultura e grafica e tra materiali diversi. Bronzo, creta, ceramica, alluminio, libri e testi su cui disegnare. Fortemente ispirato dalla grande arte europea tra le due guerre, Loschi è modernamente ancorato al proprio tempo che attraversa con spirito critico, curioso di ogni forma di espressione e di vita.