Voci di miele
Il 27 gennaio ricorre la giornata della Memoria in ricordo della Shoah, la più grande manifestazione dell’abisso nel quale può condurre la malvagità umana.
13 gennaio 2021 – n. 2 — Anno 69° (dal 19/10/1952)
Il 27 gennaio ricorre la giornata della Memoria in ricordo della Shoah, la più grande manifestazione dell’abisso nel quale può condurre la malvagità umana.
Nei giorni scorsi la Croce Verde di Castelnovo ne’ Monti e Vetto ha ricevuto un grande regalo da parte della ditta felinese Vercos Frigo: una cella frigo carrellabile. Spiega il presidente della Pubblica Assistenza, Iacopo Fiorentini: “Per noi è una donazione davvero molto importante: ci servirà per conservare in modo ottimale gli alimenti che vengono distribuiti alle persone bisognose e che può anche essere utilizzato dalla protezione civile in caso di emergenze”.
Le difficoltà oggettive di questo anno scolastico così particolare non hanno rallentato le attività del Liceo Artistico “Gaetano Chierici” di Reggio Emilia. I ragazzi delle classi 4a C, 4a E e 4a I, insieme ai docenti Francesca Ferrari, Gianfranco Musotto, Maria Ramaglia e Lara Rovacchi, hanno profuso molto impegno e creatività anche in un progetto […]
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Cari, che volete, è un periodo così, sia per noi della palla a spicchi che per gli amici della pedata, di cui alla bella rubrica qui sopra. La Unahotels ne perde altre due, le perde male, a Trieste lasciandosi scappare una occasione alla portata e a Venezia inondata dalla pioggia di triple, imbarcando il più classico dei “ventelli”, 95-75. In questi periodi di vacche magrissime, non vale poi troppo la pena stare a certificare i perché e i percome. Piuttosto, è meglio concentrarsi sugli aspetti positivi, che andiamo a elencare di seguito, cercando di portare una ventata di sferzante energia, agli appassionati cestofili de La Libertà.
1) Paiono pienamente recuperati, sul piano delle prestazioni e della fiducia, i giocatori forse più messi in crisi dalla forzata sosta pandemica.
“Plasma iperimmune” e “idrossiclorochina” possono rappresentare alternative a basso costo per guarire da Covid-19
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«Rimanete nel mio amore: produrrete molto frutto» (Gv 15,5-9)
A tutti i mali vi sono due rimedi: il tempo e il silenzio. Davanti alle deludenti prestazioni della Reggiana nell’ultimo periodo ho adottato come guida questo potente aforisma che ci arriva da Alexandre Dumas padre, lo scrittore francese del XIX secolo autore – tra gli altri – del Conte di Montecristo e dei Tre Moschettieri. Il tempo, ne sono convinto, restituirà equilibrio alla bilancia dei risultati che nell’ultimo mese ha fatto segnare uno score da film dell’orrore: sette incontri, sei sconfitte e un solo pareggio, appena un paio di gol segnati e ben dodici al passivo. Numeri che sono lo specchio desolato ma ahimè fedele di una squadra scivolata in un dirupo di insicurezze e limiti oggettivi: un po’ per inerzia, un po’ con reale ottimismo, si confidava che mister Alvini prima o poi avrebbe trovato l’appiglio a cui aggrapparsi per iniziare a risalire da questa gola scoscesa. Invece la sequela di partite previste dal calendario a cavallo delle festività si è trasformata in una via crucis, con l’impietosa verità che andava emergendo un match dopo l’altro: la Reggiana si è smarrita, di sicuro condizionata dalla catena di infortuni che ha decimato soprattutto il reparto difensivo, magari come effetto collaterale della grande rincorsa imposta dall’esplosione del focolaio di Covid-19 in casa granata a ad inizio autunno, più in generale a causa della leggerezza del telaio della squadra, capace di reggere più che discretamente all’impatto con la nuova categoria, ma che – cammin facendo – ha palesato un tremolio eccessivo.
Spero che mi perdonerete uno sfogo unilaterale e polemico. Mi comprenderanno almeno coloro che come me sono oppressi dai telegiornali, che ogni giorno ci ripetono ossessivamente il numero dei morti e di quelli che stanno per morire e di quelli che non moriranno, ma non si sa mai, e insinuano l’atroce sospetto che in uno di questi gruppi ci siamo certo anche noi.
L’anno 2021 deve essere, sarà l’anno della ripartenza, d’accordo; dunque prepariamoci, organizziamoci, pianifichiamo. Non possiamo però far finta che non sia successo niente, che non sia necessario, prima, un piccolo consuntivo.
Il pericolo infatti è che quello che è successo sia avvenuto anche perché c’era un vuoto di fondo e che si voglia ripartire senza prenderne coscienza e senza cercare, per quanto si può, di colmarlo.
“Una fiction ad alto contenuto storico”. Siamo andati dalla storica Lucia Abignente, del Movimento dei Focolari, per capire quanto il film“Chiara Lubich – L’amore vince tutto”, andato in onda su Raiuno la sera del 3 gennaio, sia attendibile dal punto di vista storico, soprattutto nelle parti in cui si esplora il rapporto tra la Chiesa e la Lubich. Il regista Giacomo Campiotti e gli sceneggiatori hanno scelto di concentrarsi sulla storia di Chiara a Trento, sua città natale, negli anni della seconda guerra mondiale. È in questo contesto che ha origine un carisma destinato nel tempo a diffondersi in tutto il mondo, ma che ha suscitato, negli anni precedenti il Concilio, reticenze e ostacoli all’interno delle istituzioni ecclesiastiche. Sono gli anni in cui il Movimento è stato sottoposto a inquisizioni e visite apostoliche. Lucia Abignente è autrice del libro “Qui c’è il dito di Dio”. Carlo de Ferrari e Chiara Lubich: il discernimento di un carisma” in cui si ripercorrono proprio quegli anni.
17 gennaio: i diaconi seminaristi commentano le letture