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21 Gennaio 2016

Giornata del Seminario: Cirenei della gioia

Cirenei della gioia. Con questa efficace immagine don Tonino Bello esortava numerosi sacerdoti anziani ed ammalati, in viaggio sul treno verso Lourdes, a cogliere il senso della missione dei preti, oggi: “gente che aiuta a portare nel mondo la gioia”. Il vangelo di Luca, scrittore della misericordia di Cristo, che ci accompagna in quest’anno liturgico, riporta tra le prime pagine la sorprendente notizia che l’angelo rivolge ai pastori e che è da poco risuonata nelle nostre assemblee: “Ecco, vi annunzio una grande gioia” (Lc 2,10). Lo stesso Vangelo si conclude con l’esperienza della gioia che inaugura la vocazione missionaria della Chiesa: “Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia” (Lc 24, 52). Secondo A. Schmemann, “noi dobbiamo recuperare il significato di questa grande gioia, e prendervi parte, prima ancora di discutere di programmi e missioni, progetti e tecniche” (Per la vita del mondo, ed. Lipa, p. 34).

15 Gennaio 2016

I disumani avventurismi del nostro tempo

A fine gennaio è programmato l’esame del disegno di legge Cirinnà sulle unioni civili. Non vorrei che un tema di questa importanza finisse come il provvedimento sul cosiddetto “divorzio breve”, passato nel silenzio e con soli 28 voti contrari su 330 alla Camera dei Deputati. Mi sento di parlare in modo chiaro perché, nel mio piccolo, non ho particolari pregiudizi nei confronti dell’attuale capo del governo, né verso gli esponenti delle minoranze parlamentari. E poi perché non mi associo da molto tempo alla desolante “guerra” fra destra e sinistra, fra conservatori e progressisti, fra il Papa che c’era e il Papa che c’è!
Il disegno di legge in questione regolamenta le convivenze tra persone dello stesso sesso disciplinate con diritti assai simili a quelli derivanti dal matrimonio. In sostanza crea un nuovo istituto per coppie dello stesso sesso, “avvicina” le unioni gay al matrimonio, introducendole direttamente nel codice civile.
Il testo Cirinnà estende poi alle unioni civili la cosiddetta stepchild adoption, ossia l’adozione del bambino che vive in una coppia dello stesso sesso, ma che è figlio biologico di uno solo dei due.
L’espressione di volontà di dar vita ad una unione civile si sottoscrive di fronte a un ufficiale di stato civile, alla presenza di due testimoni, e viene iscritta in un registro comunale e certificata da un documento che attesta la costituzione della unione, i dati anagrafici, il regime patrimoniale, la residenza.
Si può scegliere uno dei due cognomi o adottarli tutti e due.
Al regime giuridico della unione, ovvero diritti e doveri reciproci, figli, residenza, concorso negli oneri, scioglimento, vengono applicati gli articoli del codice civile.