C’è gente che ha avuto mille cose. E si perde per le strade del mondo.
Pallacanestro Reggiana, quando ha deciso, lo scorso anno, di ripartire con una nuova progettualità, si è affidata alla figura manageriale di Claudio Coldebella, ex-giocatore della Virtus Bologna e della nazionale, con all’attivo svariate esperienze europee.
È stato Coldebella a scegliere coach Priftis, ad occuparsi, insieme a lui, del mercato, della costruzione della squadra. A essere presente in tutte le fasi difficili, specie degli inizi, e a mettere la faccia per primo, con squadra, società e tifoseria, quando qualcosa non andava o v’erano da assumere decisioni importanti, non di rado rischiose.
A un anno e mezzo di distanza, oggi che la Reggiana veleggia nei primi 5-6 posti in campionato ed è in piena corsa per la seconda fase di Champions… e che la “storia” ha disvelato l’adeguatezza, e non di rado la genialità, sottesa ad ogni singolo passo compiuto dall’ex virtussino, ecco che perigliose e affascinanti “sirene” hanno iniziato a volteggiare intorno al manager.
Si è fatta quindi sempre più insistente la voce di un interessamento del Maccabi Tel Aviv, club di primissima fascia d’Eurolega, per la figura gestionale reggiana, e ancora più insistenti si sono fatti i sudori freddi dei tifosi reggiani, i quali non dormono in piedi e hanno dunque altissima percezione dell’importanza della figura di Coldebella per la stabilità, la fiducia, la concretezza ed il futuro del club reggiano.
Dopo qualche giorno di vera suspence, Coldebella ha rilasciato però un’intervista – tanto alla Gazzetta quanto al Carlino -, di quelle destinate a rimanere nella mente e nel cuore dei reggiani. Le dichiarazioni del general manager biancorosso parevano proprio uscite da una canzone di Sergio Endrigo: “Mi trovo benissimo qui. Sono stato scelto. Non vedo perché dovrei rovinare tutto”.
Sì insomma: io che amo solo te, non ti lascerò per cercare nuove avventure o nuove illusioni.
Per molto meno, il popolo biancorosso ha gettato cuore, anima, sperticate lodi ed eterna gratitudine in mano a suoi passati beniamini. E allora, Claudio, entra definitivamente nella storia, facendo tua, per Reggio, l’endrighiana conclusione: io mi fermerò e ti regalerò quel che resta della mia gioventù.