Paolo Messori, cantautore reggiano, e la sua passione per la musica
Lo abbiamo visto di recente a The Voice Senior, il talent show di RaiUno condotto da Antonella Clerici, con la sua carica umana e la sua grande passione per la musica che, come lui stesso dice, ha messo davanti a tutto.
Stiamo parlando di Paolo Messori, cantautore reggiano, con all’attivo oltre 280 canzoni che, all’età di 85 anni, non smette mai di mettersi in gioco e continua a seguire la sua grande passione che da sempre ispira la sua vita.
Non ultima, appunto, l’avventura sugli schermi della Rai e, se anche non è andata come avrebbe sperato, ci ha regalato ancora una volta la certezza del suo talento con una voce e un entusiasmo da ragazzino (in senso buono) della musica.
Il tutto condito dalla sua emilianità, tipica del personaggio e delle sue performance che da oltre 60 anni lo portano a esibirsi ovunque senza mai dimenticare la sua Reggio dove per tanto tempo ha gestito un negozio di strumenti musicali ora passato nelle mani del figlio e del nipote.

Storia della Canzone italiana
Proprio a Reggio (è originario di Ospizio) Paolo Messori si è esibito in concerto al teatro della parrocchia di Sant’Agostino in via Reverberi nel novembre scorso.
Non un semplice concerto, ma uno spettacolo teatrale in cui l’artista ha ripercorso tra nostalgia e ricordi i primi anni del Novecento interpretando le canzoni che a quei tempi si ascoltavano nel nostro Paese.
Una vera e propria Storia della Canzone italiana con il canto intervallato da brevi excursus storici fatti di ricordi, aneddoti e racconti di uno scorcio d’epoca che non tutti ricordano.
I primi anni del Novecento
Da Enrico Caruso ad Alberto Rabagliati, dai primi del Novecento agli anni ’50, passando per Ettore Petrolini, Totò, De Sica e tanti personaggi che hanno segnato un’epoca.
Attraverso le cover di canzoni più o meno famose, o attraverso poesie, Messori ha raccontato l’Italia di allora con un velo di malinconia per gli anni che furono.
È l’epoca della canzone napoletana che esporta l’Italia in tutto il mondo. In quel periodo non solamente la musica ma anche il teatro e la poesia erano un virgulto della cultura italiana che Messori ripercorre recitando Trilussa, riscoperto e ripreso da Gigi Proietti in tanti spettacoli. Il cantante parla di “stile stornellato”: dal napoletano (gorgheggiato) si passa poi al romanesco e infine al fiorentino.
Fino a giungere ai terribili anni ’40, dilaniati dalla seconda guerra mondiale con il risuono di Lili Marlene a rincuorare le truppe al fronte.
La ripresa e l’amore dopo la Guerra
E poi vi furono gli anni della ripresa, della rinascita: finita la guerra la gente ha voglia di vita e di amore e a spopolare è la canzone “Parlami d’amore Mariù”.
Gli anni della ricostruzione sono quelli che tutti coloro che li hanno vissuti ricordano come il periodo più bello della loro vita, con l’umanità e la voglia di stare insieme a saziare la fame di felicità che riempiva i vicoli delle città italiane. Siamo nel periodo in cui cantanti lirici e quelli di musica leggera cantavano le stesse canzoni, ma in modo diverso.
Era lo stesso messaggio che accomunava il sentire della gente ma veniva dato con linguaggi diversi, dalla potenza dei tenori al pop della musica leggera.
La nostalgia è di moda da un pezzo, e il motivo è da ricercare nell’incrocio irripetibile di tempi e di spirito dei medesimi: con lo spettacolo di Paolo Messori ricordare il passato è come un tuffo nel baule dei ricordi che ognuno di noi ha in soffitta, dove ci sono gli oggetti appartenuti ai nostri nonni e quindi alle nostre famiglie.