«A un pellegrino attento, che percorre gli ambienti dove quell’unica preghiera si presenta allo sguardo sotto tante e varie forme di scrittura, non sfugge il messaggio di universalità che intende trasmettere.
Nel caso abbia tempo, può fermarsi a guardarle una per una e, per quanto possa essere eclettico in fatto di lingue, quante ne leggerà? Potrà rimanere meravigliato ed entusiasmarsi nell’intimo di avere come la sensazione di sentirsi in comunione con uomini e donne di ogni angolo della Terra, e ciò è già qualcosa di meraviglioso.
Ma se prova ad immaginare che, all’improvviso, davanti ad ogni riquadro che incornicia il Pater dovesse apparire un fedele che parla quella lingua, e ad un segnale tutti nel medesimo istante dovessero iniziare a pregare con “le parole che Gesù ci ha insegnato”, ecco, in quell’istante quella percezione diventerà realtà, svelandogli come per rivelazione ciò che già vive, la comunione della Chiesa. La visita alla chiesa del Pater, la sua memoria, in realtà, ha essenzialmente questo significato».
Con queste parole fra Rosario Pierri, decano allo Studio Biblico Francescano di Gerusalemme, descrive la sensazione del pellegrino che visita la cosiddetta Chiesa del Pater Noster collocata sul Monte degli Ulivi; luogo che custodisce la memoria di alcuni insegnamenti di Gesù ai discepoli, tra i quali il famoso discorso di Matteo sulla preghiera.
Per chi ha avuto modo di percorrere quegli spazi, il senso di universalità percepito nei vari linguaggi diviene memoria grata nel sentirsi parte di questo numeroso e variegato popolo che nei secoli ha continuamente elevato la propria preghiera a Dio, chiamandolo Padre.
Situazione simile si percepisce quando a Pentecoste, nella messa organizzata dall’ufficio Migrantes con le varie comunità in lingua straniera presenti in Diocesi, al momento della Preghiera del Signore ci si rivolge a Dio utilizzando la propria lingua nativa.
Meditatio ante Missam
Le tradizionali Meditatio ante Missam di quest’anno, proposte dalla Cappella Musicale della Cattedrale, diretta dal maestro Primo Iotti, permetteranno una simile esperienza.
Facendoci gustare alcune pagine di musica sacra, coprendo uno periodo temporale che va dal gregoriano fino al recente Duruflé (+1986) o Stravinsky (+1981), le parole del Padre Nostro ricreeranno epoche e contesti culturali differenti, accomunati tutti dal gesto di rivolgersi a Dio con le parole che il Signore ci ha insegnato.
Col Vescovo Giacomo
Particolarmente ricca la proposta del 13 aprile quando, con la presenza dell’Arcivescovo Giacomo che terrà una meditazione, la proposta della Meditatio ripercorrerà parte del cammino proposto, mettendo così in evidenza l’unità della fede nella ricchezza dei vari stili compositivi.
Dalla tradizione germanica saranno invece eseguiti brani strumentali per organo ispirati al “Vater unser in Himmelreich”, versione della medesima preghiera in lingua tedesca.
Ritornando all’immagine suggestiva della visita alla basilica del Pater a Gerusalemme, ascoltando questa proposta musicale sarà come soffermarsi su uno specifico riquadro, “svelando come per rivelazione ciò che già vive”, testimoniando l’universalità e la ricchezza di chi, prima di noi, ha camminato come discepolo e si è rivolto a Dio chiamando Padre nostro.
Matteo Bondavalli