Gentili telespettatori alla visione e all’ascolto…

Bruno Pizzul

Nel sogno di diventare calciatori che tanti ragazzi della mia generazione hanno coltivato e inseguito con più o meno fortune, c’è sicuramente anche la voce inconfondibile di Bruno Pizzul.

La telecronaca ha sempre fatto parte del mio calcio: guardare una partita in tele senza un narratore è come guardare un film muto.

Quante volte giocando con gli amici sotto casa si riconcorreva il pallone facendo la telecronaca, spesso affidata a quello che stava in porta…

Pizzul era al pari dei giocatori: ci si immedesimava nei nostri idoli dando per scontato che fosse lui a raccontarli. Erano gli anni Novanta, dei Mondiali di cui tutti ancora abbiamo il ricordo e l’amarezza per l’urlo strozzato in gola e quell’incubo chiamato rigori.

Italia 90 fuori in semifinale con l’Argentina di Maradona e il portiere Goycochea ad ipnotizzare Donadoni e Serena; Usa 94 finale persa ai rigori con Baggio che spara il suo tiro fuori dallo stadio; Francia 98 fuori ai quarti con la palla di Di Biagio stampata contro la traversa.

A raccontarci questi “drammi” era sempre lui, il Bruno nazionale, il grande Pizzul che con la sua voce, la sua professionalità e il suo sapere di calcio faceva diventare le partite gesta mitologiche da consegnare ai posteri.

Basti provare a riguardare la finale di Champions del 94, Milan – Barcellona 4-0 ad Atene entrata nella leggenda o quella del Milan di Sacchi con quel 4-0 a marchio olandese dei rossoneri contro la Steaua Bucarest nell’89 a Barcellona: farlo senza il racconto di Pizzul è come godere a metà.

Quello sì che era il Milan… il mio Milan….

Ma Pizzul era la voce ufficiale degli azzurri, della nazionale che teneva incollati alla tv milioni e milioni di spettatori ma soprattutto era la voce dei grandi campioni: Baggio, Maradona, Van Basten Baresi, Matthaus, Vialli… con questi sì che si poteva sognare e tutto partiva da quel tono pacato e familiare, da quella telecronaca imparziale, dal linguaggio forbito e soprattutto da una digressione semplice di ciò che accadeva in campo.

Oggi i telecronisti sciorinano numeri, statistiche, aneddoti sui giocatori… per non parlare degli opinionisti, vera e improvvida lobby del pallone in tv, cose che non c’entrano nulla con le partite. Forse è anche colpa del calcio che è cambiato. Chissà…

Ecco, forse Pizzul ha il merito di aver contributo a farci sognare, o più semplicemente avevamo anche un’età in cui farlo era facile e bello.

1990 World Cup Finals, Rome, Italy, 9th June, 1990, Italy 1 v Austria 0, Italy pose for a team group before the match (Photo by Bob Thomas/Getty Images)

Non smetterò mai di ricordare quell’estate, quando le giornate non finivano mai, la mia telecronaca mentre giocavo col mio migliore amico: “Carboni, prende palla, salta un avversario, si accentra e scocca un gran destro sotto l’incrocio”. E subito dopo a riportarmi coi piedi in cortile è stata mia mamma:

“Matteo, sali, è pronta la cena…”

Recuperato il pallone, salutato l’amico, sono entrato in casa e ad accogliermi è stato “Gentili telespettatori alla visione e all’ascolto buonasera…”

Finito un sogno in cortile, ne iniziava un altro sul divano, davanti alla tv.

Grazie Bruno…

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