La figura dell’allenatore e quindi dell’educatore sportivo è stata al centro dell’incontro tra l’Arcivescovo Giacomo Morandi e alcuni rappresentanti del Comitato reggiano del Centro Sportivo Italiano (CSI) avvenuto lo scorso 21 febbraio in vescovado a Reggio Emilia.
L’occasione della visita della delegazione – composta da una decina di persone circa tra dipendenti, collaboratori e consiglieri del CSI, tra cui il riconfermato presidente Alessandro Munarini, accompagnati dal neoassistente spirituale don Francesco Ametta – è stata quella di presentare a monsignor Morandi il nuovo consiglio eletto a gennaio.
Ruolo dello sport nella crescita dei giovani
Dopo i convenevoli di rito si è entrati subito in argomento dibattendo del ruolo e dell’importanza che deve avere lo sport (e un ente di promozione sportiva come il CSI) nella crescita dei giovani e all’interno di una comunità.
Morandi si è quindi soffermato sulla necessità di un percorso spirituale per tutti coloro che hanno a che fare con i ragazzi nell’ambiente sportivo.
Una necessità che viene ancor prima del percorso di formazione tecnica, perché anche in questo mondo è la persona che deve essere messa al centro e l’attenzione non va posto soltanto sulla performance e sul risultato.
Una sensibilità molto chiara nella filosofia Centro Sportivo, che da ottant’anni pone l’accento sulla centralità dei valori cristiani; anche se al giorno d’oggi non è affatto semplice evangelizzare se si pensa che sempre più persone, anche tantissime famiglie, si sono allontanate dalla vita spirituale.
Nuovo educatore
Dalla chiacchierata è emersa l’esigenza di riformare la figura dell’allenatore, inteso come nuovo educatore che si mette a disposizione dei ragazzi per la loro crescita affinché si aiutino i giovani a saper affrontare le tante prove della vita, prima tra tutte quella del fallimento, forse la prova più ardua da superare in una società in cui non si ammette più la possibilità di perdere.
Stesso discorso vale anche per le figure come dirigenti, accompagnatori e volontari. Tutti sono chiamti a far la loro parte seguendo l’unica direzione del Vangelo.
Per i presenti è stato anche un momento di confronto con l’Arcivescovo: in diversi hanno portato le proprie testimonianze mettendo in evidenza che la difficoltà maggiore riscontrata sul campo è quella di coinvolgere i ragazzi in attività sportive rimanendo sempre legati ai valori cristiani minati da un mondo sempre più disgregato, egoista e superficiale.
L’ambiente sportivo deve quindi diventare luogo di ascolto, di comunicazione e dialogo in cui i giovani possano trovare nel volto dell’allenatore un valido alleato per affrontare le sfide che li attendono.
Originalità evangelica
L’auspicio è che i ragazzi possano riconoscere nel Centro Sportivo l’originalità tipica del messaggio evangelico. Il che comporta che le scelte fatte dai dirigenti mirino più alla qualità dell’offerta sportivo-formativa presentata che alla quantità.
L’incontro è quindi terminato con gli auguri del Vescovo di buon anno sportivo e buon lavoro a tutti.