Ad Albinea ricordato l’ambasciatore Luca Attanasio

Salvatore Attanasio

Quattro anni or sono, il 22 febbraio 2021, Luca Attanasio, il giovane ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, veniva ucciso nel territorio del Kivu, vicino a Goma, assieme al carabiniere di scorta e all’autista.

Una strage i cui contorni non sono ancora stati ben delineati e che attende finalmente – come auspica non solo la famiglia – la verità, nonostante i silenzi e il ricorso a cavilli giuridici e diplomatici.

La figura esemplare di Attanasio e la drammatica situazione in Congo, legata soprattutto allo sfruttamento dei minerali indispensabili per l’industria tecnologica sono stati focalizzati nella Sala Civica di Albinea – gremita all’inverosimile – nel tardo pomeriggio di venerdì 28 febbraio per iniziativa dell’Associazione di volontariato Elio’s che dal 2009 promuove missioni sanitarie in quel territorio. Albinea ha sempre avuto un profondo legame con l’Africa.

Estremamente toccante e coinvolgente il ricordo che il papà, l’ing. Salvatore Attanasio, ha fatto del figlio chiamandolo – a seconda dei temi della narrazione – alternativamente con il nome proprio “Luca” e il termine “ambasciatore”che riguardava il suo incarico istituzionale.

Una persona profondamente legati ai valori cristiani in cui si è svolta la sua formazione giovanile e ai principi costituzionali. Su un tema ha insistito il papà: Luca mirava a dare dignità alla popolazione congolese.

Una spilla blu con la scritta “Verità per Luca Attanasio” spiccava sul maglione di Salvatore Attanasio; simbolo dell’associazione da lui fondata; una verità che tarda ad arrivare anche perché volutamente ostacolata; certamente come ha scritto due millenni fa l’apostolo Giovanni solo “la verità ci farà liberi”.

All’intervento dell’ing. Luca Attanasio introdotto dal medico ortopedico Elisabetta Bertoldi, presidente Elio’s onlus e dall’assessora Mirella Rossi, hanno fatto seguito i puntuali e documentati interventi di Mattia Giusti, analista geopolitico; Giusy Baioni, giornalista; John Mpaliza, attivista congolese per i diritti umani.

Hanno raccontato dei dieci milioni di congolesi uccisi in tanti anni di guerra; si sono soffermati sulla fame, la miseria, lo sfruttamento e soprattutto sulle le sofferenze dei bambini; il ruolo esercitato sotto il profilo economico dalle grandi potenze occidentali, europee e orientali; in particolare hanno evidenziato le stragi che soprattutto nel territorio del Kivu compiono le milizie armate e foraggiare da Paesi africani confinanti per prendere il controllo delle ricchezze del sottosuolo.

Non va dimenticato che l’albinetano padre Italo Iotti, appartenente alla congregazione dei Padri Bianchi, è stato a lungo missionario in Congo; nel grande Paese africano opera don Matteo Galloni, fondatore della comunità “Amore e Libertà”, ordinato sacerdote dal vescovo Gilberto Baroni.

Per volontà di Zakia Seddiki Attanasio, moglie dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio, è nata in Italia nel 2021 la Fondazione Mama Sofia, con l’intento di tramandare il patrimonio di valori di pace, giustizia e solidarietà tra i popoli e l’eredità spirituale dell’ambasciatore attraverso attività culturali di interesse sociale ed opere di informazione, istruzione e formazione per una cultura dell’integrazione, della legalità e della non violenza.

Giuseppe Adriano Rossi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *