Il granchio blu sta causando danni ingenti alla pesca italiana, con i danni agli allevamenti di vongole e cozze che sono raddoppiati rispetto ai 100 milioni di euro stimati a metà 2024.
Coldiretti ha accolto positivamente la presentazione delle misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza, sottolineando l’importanza di risposte rapide per le imprese ittiche, duramente colpite da questo parassita alieno.
All’incontro, che si è tenuto al Masaf con la partecipazione dei ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, insieme al Commissario straordinario Enrico Caterino, era presente anche la responsabile di Coldiretti Pesca, Daniela Borriello.
Per Coldiretti, è fondamentale un Piano nazionale per coordinare la ricerca scientifica sulle specie aliene, soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici che accelerano la proliferazione del granchio blu. Una proposta in discussione riguarda la creazione di schiuditoi nazionali per la crescita delle vongole, ma l’organizzazione ritiene più utile puntare su strutture territoriali, per aiutare le imprese in difficoltà a ripartire.
Inoltre, Coldiretti suggerisce di utilizzare predatori naturali autoctoni, come il branzino, per contrastare la diffusione del granchio, evitando soluzioni che possano introdurre altre specie invasive nei nostri mari.
L’acquacoltura, che rappresenta uno dei settori di eccellenza della pesca Made in Italy, con un valore di produzione di circa mezzo miliardo di euro, è in grave pericolo.
Le produzioni di cozze, vongole e ostriche rischiano di scomparire, minacciando il lavoro di oltre 2.000 famiglie. La crisi ha già causato la messa in cassa integrazione di molti lavoratori, mentre le ditte individuali non possono beneficiare di alcun sostegno.
La situazione è critica, e Coldiretti rinnova l’appello per un intervento tempestivo che salvaguardi il futuro dell’acquacoltura italiana.