Glossario per il fine vita

Grazie alla disponibilità del dottor Mattia Soliani, medico palliativista reggiano, iniziamo da questa settimana a pubblicare una serie di interventi sul tema del fine vita.

Nell’ultimo anno sono stati pubblicati in Italia documenti importanti che, sull’onda di un caso giudiziario (sentenza n. 242/19 della Corte Costituzionale italiana), hanno sollevato un tema importante e controverso. La terminologia relativa al fine vita può essere estremamente complessa e soggetta a interpretazioni diverse.

Questa ambiguità può complicare ulteriormente il dibattito e rendere difficile raggiungere un consenso. A tal fine per chiarire meglio i termini e promuovere una comprensione comune è necessario utilizzare definizioni precise e assicurarsi che i termini utilizzati siano chiaramente definiti e compresi da tutte le parti coinvolte nel dibattito.

Eutanasia

Eutanasia: l’atto di terminare intenzionalmente la vita di una persona per alleviare sofferenze insopportabili, eseguito da un terzo, spesso un medico. Intervento del terzo: necessario e sufficiente per porre fine alla vita del paziente. Legislazione: legale in alcuni paesi sotto condizioni rigorose (ad esempio Paesi Bassi, Belgio).

Suicidio Assistito

Suicidio Assistito: Il paziente stesso compie l’atto finale di togliersi la vita, con l’assistenza di un terzo, che può essere un medico. Intervento del terzo: necessario come aiuto, ad esempio prescrivendo e fornendo il prodotto letale, ma non esegue l’atto finale. Legislazione: legale in alcuni paesi e stati (ad esempio Svizzera, alcuni Stati degli Usa).

Zona grigia: la distinzione tra eutanasia e suicidio assistito può essere complessa nella pratica, poiché entrambe le pratiche coinvolgono la collaborazione di un terzo per alleviare la sofferenza del paziente. Tuttavia, mantenere una distinzione concettuale è importante per comprendere le implicazioni etiche, legali e mediche di ciascuna pratica.

Cure Palliative

Cure Palliative: vengono definite dal Comitato Nazionale per la Bioetica «una cura globale e integrata, finalizzata a preservare e migliorare la qualità di vita dei pazienti con malattie gravi cronico-evolutive e delle loro famiglie, e modulata sulle loro specifiche esigenze per alleviarne il dolore e la sofferenza».

Le cure palliative «aderiscono a un modello assistenziale che accoglie il processo del morire come un evento da accompagnare, senza avere l’intenzione di accelerarlo, o ritardarlo in modo irragionevolmente ostinato» (CNB 2023, p. 27).

Sedazione Palliativa Profonda

Sedazione Palliativa Profonda: è una pratica medica utilizzata per alleviare sofferenze intollerabili in pazienti con sintomi refrattari, ossia sintomi che non possono essere adeguatamente controllati con altri trattamenti disponibili. Questa tecnica prevede la riduzione intenzionale della coscienza del paziente fino al punto di annullarla, impiegando farmaci ipnotici o sedativi. Solleva importanti questioni etiche, tra cui il rispetto della dignità del paziente: è vista come un mezzo per alleviare la sofferenza e garantire una morte dignitosa.

È fondamentale ottenere il consenso informato del paziente o dei suoi rappresentanti legali. Il paziente deve essere pienamente consapevole delle implicazioni della sedazione palliativa. Distinzione dall’eutanasia: la sedazione palliativa profonda è distinta dall’eutanasia, poiché l’intenzione principale è alleviare il dolore e non accelerare la morte.

La sedazione palliativa profonda è uno strumento essenziale nelle cure di fine vita, offrendo sollievo a pazienti in condizioni estreme.

La differenza sostanziale tra AMM – Aiuto Medico a Morire (Eutanasia e Suicidio medicalmente assistito) e Cure Palliative e Sedazione Palliativa Profonda sta nell’obiettivo: nel primo caso l’obiettivo è la ricerca della Morte, nel secondo caso l’accettazione della Morte come compimento naturale della vita.

Disposizioni Anticipate di Trattamento

Le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), conosciute anche come testamento biologico o direttive anticipate, sono documenti legali in cui una persona può esprimere le proprie volontà riguardo ai trattamenti sanitari da ricevere o rifiutare nel caso in cui, in futuro, si trovi in una condizione di incapacità di esprimere direttamente il proprio consenso informato. Elementi chiave delle DAT.

Volontà espressa: indica chiaramente quali trattamenti medici accettare o rifiutare, come la rianimazione cardiopolmonare, la ventilazione meccanica, l’idratazione e l’alimentazione artificiale. Situazioni specifiche: descrive le circostanze in cui le direttive devono essere applicate, ad esempio in caso di stato vegetativo, coma irreversibile o malattia terminale. Fiduciario: nomina una persona di fiducia che avrà il compito di garantire il rispetto delle volontà espresse nelle DAT, in caso di incapacità del diretto interessato.

Pianificazione Condivisa delle Cure

La Pianificazione Condivisa delle Cure è un approccio collaborativo e centrato sul paziente, particolarmente rilevante per i malati affetti da patologie degenerative inguaribili o con prognosi infausta.

Questo processo implica un dialogo continuo e rispettoso tra medico e paziente, con l’obiettivo di prendere decisioni informate e consensuali riguardo al trattamento e alla gestione della malattia. Elementi chiave sono dialogo e comunicazione: la base della pianificazione condivisa è una comunicazione aperta e onesta tra il medico e il paziente.

Il medico deve fornire informazioni chiare e comprensibili sullo stato della malattia, le opzioni di trattamento disponibili e le possibili evoluzioni.
Consenso informato: le decisioni riguardanti il trattamento devono essere prese con il pieno consenso del paziente, che deve essere informato su tutti gli aspetti rilevanti della propria condizione e delle implicazioni dei vari interventi.

Documentazione: le decisioni concordate tra il medico e il paziente vengono formalizzate in un documento scritto, che può essere parte delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) o un piano terapeutico dettagliato. Questo documento serve come guida per i professionisti sanitari coinvolti nella cura del paziente.

Rispetto delle volontà del paziente: il piano di cure deve rispettare le volontà e i valori del paziente, assicurando che i trattamenti riflettano le sue preferenze e priorità. Revisione continua: la pianificazione delle cure non è un processo statico; deve essere rivisitata e aggiornata regolarmente per riflettere eventuali cambiamenti nello stato di salute del paziente o nelle sue preferenze.

Mattia Soliani

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