“La botanica nel cuore” di Ugo Pellini

Botanica, letteratura e arte si fondono gradevolmente nell’ultima fatica editoriale di Ugo Pellini, docente, giornalista, ecologista, conferenziere ed anche “polemista” su scelte urbanistiche concernenti il verde pubblico nella nostra città.

Il suo volume “La botanica nel cuore” reca un interessante sottotitolo: In cammino tra giardini e pensieri poetici. Ed è ciò che l’autore con grande competenza e passione sa fare nelle centonovanta pagine del libro, che si apre con l’indice alfabetico delle piante esaminate, a cui segue l’indicazione degli artisti citati.

Si va da Shakespeare a Botticelli, da Van Gogh a Monet, da Zucchero, a Montale, a Ungaretti, ad Ada Negri e da Battisti, ad Augusto Daolio, a Nino Squarza, solo per citarne alcuni.

Di ogni pianta viene data un‘accurata ed esauriente scheda, che ne descrive peculiarità e luogo di origine ed anche proprietà mediche e cosmetiche ed uso alimentare e decorativo; accanto al nome italiano è riportato quello scientifico in latino.

Non mancano riferimenti a leggende, come nel caso della stella l’alpina – l’Edelweiss, alla mitologia per la ninfee e l’alloro.

Ma anche il tarassaco – in dialetto: il pissalèt – trova spazio nella pubblicazione, citato nel commento ad un dipinto del reggiano Paolo Ferretti.

Certamente tra gli alberi il cipresso vanta tante citazioni illustri, da Foscolo a Carducci, il cui nome è legato anche al verde melograno.

Osserva Ugo Pellini che Giovanni Pascoli va ascritto tra i più autorevoli letterati italiani che, partendo da un’attenta osservazione dell’ambiente, è riuscito a coniugare perfettamente poesia e natura: dalla mimosa, ai pioppi del Rio Salto, alla quercia caduta, al gelsomino notturno.

Il volume è anche una preziosa antologia poetica in cui si ritrovano tanti componimenti imparati a memoria –par cœur – dalle scuole elementari alle superiori e che riaffiorano alla memoria.

Splendido e prezioso il corredo iconografico a colori che consente di fissare visivamente tutte le piante proposte.

In apertura del volume Pellini – laureato in scienze naturali e per decenne docente al Liceo Moro – precisa che l’imprinting che lo denota è dovuto alla campagna in cui è nato e ha trascorso la giovinezza; certamente nella sua vita il mondo delle piante ha sempre avuto una grande importanza e tale realtà emerge decisamente dal libro,che così bene evidenzia il suo amore profondo per la natura.

Giuseppe Adriano Rossi

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