Da Matilde Lorenzi un’occasione per riflettere

Matilde Lorenzi

Ogni tanto succede e quando capita desta sempre molto scalpore.

È l’effetto che fa la morte quando irrompe nel mondo dello sport squarciando quella barriera che sembra renderlo impermeabile alle brutture della vita.

Il dramma di Matilde Lorenzi

Così è stato anche il 29 ottobre scorso quando per una rovinosa caduta in allenamento la diciannovenne Matilde Lorenzi ha perso la vita sulla pista da sci.

Il cordoglio, la tristezza e la disperazione hanno tenuto banco nelle cronache sportive per diversi giorni trasmettendo anche lo spettro della paura in chi, come Matilde, ha la grande passione per lo sci.

Fatalità, errore, mancanza di protezione sulla pista: tante ipotesi si sono susseguite sulle cause dell’incidente.

Storie di sport e di riflessione

Fatto sta che la morte non fa sconti a nessuno.
Nemmeno agli sportivi che sembrano sempre degli highlander, giovani, belli, ricchi, baciati dal talento e dalla fortuna.

Testimonial migliori non ce ne potrebbero essere per rappresentare la tanto celebrata perfezione che oggi tutti rincorriamo e invidiamo a chi, come loro, sembra averla.

La storia dello sport è piena di drammi che periodicamente ci fanno riflettere su quanto la vita di ognuno di noi scivoli via a seconda della neve, della sciolina che mettiamo sui nostri sci e delle discese che decidiamo di affrontare.

L’insegnamento di Matilde

Come sempre accade in questi casi sono i protagonisti stessi a rincuorarci. Basta riguardare le foto di Matilde, i suoi video, i suoi post, per riconciliarci con la faccia bella della medaglia della vita dopo aver fatto i conti improvvisamente con quella più brutta, che mai vorremmo vedere.

Il vero rischio è sempre quello di dimenticarci quei momenti di riflessione che tragedie come quella di Matilde ci portano a vivere, in modo tale che alla prossima discesa che saremo chiamati ad affrontare, per quanto ripida e paurosa possa essere, saremo un po’ più consapevoli che la vita è un dono e non va mai sprecata.

Con questa consapevolezza sarà più facile presentarsi al cancelletto di partenza prima di affrontare ogni tipo di prova, proprio come faceva Matilde.

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