Rigorosamente in bianco e nero come ogni sua opera – “perché costringe il fotografo a cercare ancora di più il soggetto giusto”, come ama ripetere – è la ricerca fotografica di Giuseppe Maria Codazzi, che presenta il suo ultimo libro, “Il Paese al Lavoro”, domenica 10 novembre alle 9.45 nella sala civica comunale di Vezzano sul Crostolo.
Il volume, l’ottavo della collana “Il Paese” che racconta di Vezzano e dintorni, è dedicato alle tante attività lavorative che caratterizzano questo territorio: commercio, artigianato, industria e agricoltura. Ogni attività è rappresentata da un ritratto di persone intente a svolgere il proprio mestiere.
Nel suo lavoro il fotografo reggiano mette al centro la gente del luogo, 4.300 anime che vivono questa terra così rigogliosa sulla prima collina reggiana.
Nei loro volti c’è tutto il fluire della vita di paese, la storia e l’identità di appartenenza a una comunità fatta di antichi mestieri, di botteghe, commercianti, artigiani ma anche di tecnologia, meccanica di precisione a testimoniare come il tessuto sociale abbia mantenuto le sue radici aprendosi al futuro.
Il volume è arricchito dai testi di Paolo Francia, assessore alla cultura del Comune, del giornalista Lorenzo Sani e di Anna Maria Lolli, insegnate di filosofia che ha seguito fin dall’inizio la campagna fotografica.
Alla presentazione, oltre a Codazzi e agli autori dei testi sopracitati, interverrà anche il sindaco Stefano Vescovi.
L’evento fa parte del programma di iniziative per la sagra di San Martino, patrono di Vezzano sul Crostolo, e per l’occasione verrà inaugurata anche l’esposizione di una selezione delle fotografie del volume, visibili fino a tutto il mese di gennaio 2025 negli orari di apertura della sala civica comunale.
La ricerca fa parte del progetto editoriale ideato dallo stesso fotografo che ha coinvolto anche sette suoi allievi, i quali hanno immortalato scorci e pezzi di vita vezzanese nei precedenti volumi.
Questo progetto richiama alla mente “Un paese” di Cesare Zavattini e del fotografo americano Paul Strand che, come scrive Lorenzo Sani nel suo contributo, “ha segnato un’epoca e aperto nuove prospettive: il neorealismo è diventato libro, dal cinema si è trasformato in letteratura, in sociologia per immagini, nel raccontare la civiltà rurale di un piccolo centro come Luzzara, dove Zavattini è nato e cresciuto, che stava cedendo alla seduzione della fabbrica e dell’avventura industriale, dopo le profonde ferite lasciate dal conflitto mondiale e da un immediato Dopoguerra non meno doloroso”.
E pensando al talento di Codazzi l’augurio è che abbia lo stesso successo e che si possa replicare anche in altre zone del territorio reggiano, così ricco di storie da narrare anche attraverso scatti fotografici. Ovviamente in bianco e nero.