Domenica 6 ottobre, a Casina abbiamo potuto rivivere la bellezza e la solennità di certi riti liturgici di cui forse ormai si è persa memoria. Il nuovo parroco, don Marcello Mantellini, ha fatto il suo ingresso con un celebrazione densa di gesti simbolici e significati, molto solenne e condivisa. Tutti si sono sentiti partecipi e di fatto coinvolti: dal sindaco alle autorità militari, dalla Croce Rossa alla protezione civile (che ha anche aiutato nel rinfresco che è seguito) insieme a tutte le altre associazioni del territorio. Ultimi ma non ultimi, i semplici cittadini e le famiglie, in particolare quelle della scuola dell’infanzia e nido parrocchiale, coi loro bambini che hanno accompagnato, seguendo la banda di Felina, il nuovo parroco dalla piazza del comune fino alla chiesa. Fortunatamente la chiesa di Casina è davvero molto grande, perché con fatica è riuscita a contenere tutte le persone delle sei comunità lì riunite, più quelle venute da Montecchio e Reggio Emilia.
Davvero in tanti si sono mobilitati per rendere bella e solenne la celebrazione: la corale dell’unità pastorale ha preparato i canti, aiutata in modo significativo dalla Cappella Musicale del Duomo di Reggio Emilia, così da eseguire gli antichi e sempre attuali canti gregoriani, la polifonia e altri più popolari. Tanti giovani ministranti provenienti dalle diverse comunità di Casina, si sono uniti ad altri del territorio di Montecchio (dove don Marcello ha operato come vicario parrocchiale sinora) dando vita a un gruppo affiatato insieme a diaconi ed accoliti, guidati da validi cerimonieri.
Il primo gesto: la consegna da parte dell’arcivescovo Giacomo Morandi, delle chiavi della chiesa di Casina, e con essa, anche le chiavi di tutte le altre chiese dell’unità pastorale: Cortogno, Giandeto, Leguigno, Migliara, Paullo e anche del Santuario del Carrobbio. Ognuna è stata portata da chi da anni si occupa proprio del compito importante di aprire e chiudere le chiese, simbolo di ogni fedele che deve aprire le porte per accogliere i fratelli che desiderano incontrare Cristo. Nella solenne apertura del portone di Casina, il segno della presa in consegna di tutte le altre.
Secondo gesto: la consegna dei luoghi sacramentali. Dopo il rinnovo delle promesse fatte nel giorno dell’ordinazione e la presa di possesso della sede dalla quale don Marcello presiederà l’eucaristia, il nuovo parroco si è recato nei vari luoghi della chiesa insieme all’arcivescovo Giacomo: don Marcello è stato invitato a prendersi cura del fonte battesimale degli olii santi, del confessionale, delle campane, della cappella del Santissimo Sacramento. Questi gesti, densi di significato teologico ed ecclesiologico, sono stati poi spiegati da don Marcello, dottore in Liturgia, nella sua omelia. Richiamando le letture del giorno che facevano riferimento al legame indissolubile del matrimonio, ha infatti invitato tutti i battezzati a riscoprire la bellezza e la responsabilità della vita cristiana, invitando tutti a purificare lo sguardo sui sacramenti. Infatti “dal costato di Cristo in Croce è stata tratta la Chiesa, cioè noi tutti battezzati, come sposa di Cristo, e il fonte battesimale è il grembo della Chiesa, di quella madre che ci permette di rinascere alla vita nuova e gli olii santi sono il balsamo di Cristo che ci accompagna dal battesimo fino all’ultimo respiro”. Proseguendo ha poi richiamato alle difficoltà che il vivere comporta, “siamo in lotta contro il male e sentiamo la necessità di essere guariti e fortificati. E il confessionale come luogo della misericordia e del perdono di Dio, è proprio il segno di Dio che ci accoglie sempre, ci perdona e ci aspetta e ci consente di rialzarci dalle cadute perché Lui non ci abbandona mai.” Passando al suono delle campane, ci ha ricordato come esse ci richiamino alla preghiera (l’Ave del mattino, del mezzogiorno e della sera) e il loro suono è forte perché ci possa raggiungere fin nelle nostre case. Ci chiamano alla messa e ci portano a pensare a Dio. Infine, il Tabernacolo, con la presenza dell’Eucarestia, è lo sguardo di Dio che ci accoglie come bambini, ci fa piccoli affinché nutriti da questo sguardo possiamo crescere. Sempre parafrasando le letture, ci ha ricordato che Dio è come un Padre di famiglia, che si prende cura e “sfama” i Suoi figli. In quel pane noi “veniamo abbracciati da Gesù come quei bambini che gli venivano presentati nel Vangelo. Nella comunione noi siamo benedetti e accolti da Gesù.”
Terzo gesto: la processione d’ingresso della messa dove tutte le comunità sono state rappresentate. Casina, che ha accolto tutti tra le mura della sua chiesa; Cortogno che ha provveduto alla sede del celebrante (un prezioso seggio di legno, con schienale intagliato con le effige del protettore san Giorgio); Paullo e Leguigno offrendo le reliquie dei rispettivi santi (san Bartolomeo Apostolo, e san Giovanni Battista) come segno della fondamenta della nostra fede; Migliara il cui patrono è san Giuseppe Lavoratore, ha portato la lettera pastorale dell’Arcivescovo a significare l’impegno di lavoro nel progetto di unità voluto da Gesù nella Sua Chiesa; Giandeto (conversione di san Paolo), ha portato la stola del confessionale, per ricordare il ministero della grazia, della conversione e del perdono. Erano presenti diversi amici sacerdoti, tra cui quelli del vicariato della montagna, e anche alcuni Cavalieri del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, del quale don Marcello è membro.
Quarto segno: la processione offertoriale. È il segno più conosciuto: la consegna del pane e del vino che verranno consacrati sull’altare, e le offerte raccolte tra i fedeli. I doni sono stati presentati dai giovanissimi, come segno della giovinezza della Chiesa, che si rinnova ad ogni eucaristia. Dall’altro lato le offerte sono state raccolte da rappresentanti delle associazioni, per simboleggiare la partecipazione corale del paese al sacrificio dell’altare.
La celebrazione, intensa e pregna di simboli, ha particolarmente colpito tutti i presenti, che sono rimasti fino al termine, quando i discorsi di rito hanno segnato la fine della celebrazione. Sono state lette le parole di augurio del Cardinal Semeraro, e la particolare benedizione papale che monsignor Ghirelli, ha voluto donare a don Marcello; e per ultimo il saluto di una rappresentante dell’unità pastorale che a nome delle comunità ha dato il benvenuto al nuovo parroco, e di cui riportiamo alcuni tratti.
Don Marcello, hai collaborato con noi anche prima che diventassi sacerdote ma siamo ora sei comunità: Casina Cortogno Giandeto Leguigno Migliara e Paullo. Con realtà diverse ma anche simili sotto molti aspetti. Per alcuni sei conosciuto ma per altri sei una vera novità.
Chi ti conosce, di te sa la fermezza nella fede, la passione per la musica, per la liturgia (di cui sei insigne dottore), e per le cose belle e ben fatte. Sappiamo che sei ironico e pronto alla battuta, ma profondamente retto quando si fa sul serio. Conosci tantissime persone, anche importanti, ma hai una parola per tutti; sei curioso, vuoi conoscere le cose come stanno e sei sempre sul pezzo, come diciamo noi. E questi sono pregi di cui vogliamo far tesoro.
Anche tu conosci noi, almeno in parte, e sai che la nostra fede affonda le sue radici nelle tradizioni religiose dei nostri antenati, che si intrecciano con uno spirito non sempre Santo, ma fatto di antichi sapori e saperi, così tipico dei montanari. Siamo concreti e goderecci: per ogni evento creiamo una festa, ma sappiamo rimboccarci le maniche e non ci tiriamo indietro davanti alla fatica di un lavoro onesto; all’occorrenza sappiamo essere uniti per aiutarci e sorreggerci, perché se in una cosa ci crediamo, andiamo fino in fondo per vederla realizzata. Anche questi sono pregi di cui tenere conto e aver cura.
Sono due gli auspici che ti facciamo e ci facciamo, oggi e nei tempi a venire: cercare sempre l’aspetto positivo tu in noi e noi in te; e di essere sinceri, dicendoci le cose con franchezza ma nel rispetto reciproco di ruoli e opinioni.
Ti offriamo le nostre mani operose, la nostra testardaggine, i nostri campanilismi che sono desiderio di esistere e resistere davanti a un mondo che sembra voler ingoiare chi è piccolo e debole.
Ti offriamo i nostri desideri: uno su tutti, quello di vedere i nostri giovani tornare a riempire chiese oratori e sagrati; e qui contiamo davvero tanto su di te, (da Montecchio a qui, le voci corrono!) sul tuo carisma e sulla tua personalità. Certamente potrai conoscerli e farti conoscere anche grazie alla tua scelta di insegnare nelle scuole del territorio!
Ti offriamo la nostra preghiera; i nostri canti, forse non perfetti ma fatti col cuore; la nostra fede un po’ stanca e a volte disincantata; e il desiderio profondo di riscoprire la gioia di essere comunità cristiane, unite, capaci di trasmettere i valori del Vangelo a quelle nuove generazioni che saranno il nostro futuro tra non molti anni.
Casina Cortogno Giandeto Leguigno Migliara e Paullo. Chilometri da percorrere ce ne saranno, e tanti. Persone da conoscere ancora di più! Un nido e scuola dell’infanzia parrocchiale, e una struttura per anziani che sono il simbolo dell’inizio e della maturità della vita, cristiana e non. E in mezzo tutti gli altri: una intera esistenza fatta di scuola, catechismo,carità col servizio del centro di ascolto, socialità, individui e famiglie che sono qui per accoglierti e fare un pezzo di strada insieme.
Non sarà un lavoro facile il tuo, avrai impegni anche amministrativi che ti faranno venire voglia di mandare tutto all’aria. Ti chiederemo di essere non solo pastore di anime, ma all’occorrenza, consulente ingegnere, ragioniere, muratore, avvocato e diplomatico. Ma la forza di una comunità sta nel fatto che non si è mai soli. Tu chiama, chiedi, domanda, cerca!!
È vero che ognuno ha la sua croce da portare, ma noi siamo in tanti e un pezzetto per uno, con l’aiuto di Dio, di Maria Santissima e dei nostri santi patroni, ce la faremo!
La festa è poi continuata nel salone parrocchiale di Leguigno, con un rinfresco aperto a tutti, dove ogni comunità ha contribuito a rendere una calorosa e gioiosa accoglienza al nuovo parroco e ai numerosi ospiti.
Silvia Conconi
Auguri di cuore al nuovo Parroco! Prometto preghiera al Signore e a Maria del Carrobbio. Da Roma.