A Puainello l’ultimo saluto a don Amedeo

Don Amedeo Cantarelli sul sagrato della chiesa di Puianello

Nelle prime ore di martedì 24 settembre 2024 è deceduto don Amedeo Cantarelli di 82 anni.

È morto improvvisamente all’Ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia dove era stato ricoverato sabato; le sue condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi dieci giorni dopo un progressivo calo di forze e un’insolita inappetenza. Sabato i confratelli che abitavano con lui nella parrocchia del Sacro Cuore a Reggio Emilia lo hanno visto molto debole, sicché il presbitero è stato immediatamente ricoverato; i sanitari hanno diagnosticato una leucemia acuta che lo ha condotto rapidamente in fin di vita.

Don Amedeo lascia i fratelli Guido e Margherita e i nipoti Daniela, Luca ed Enrico.

Amedeo Cantarelli era nato a Canali il 20 giugno 1942 e aveva ricevuto l’ordinazione presbiterale l’11 giugno 1967 in Cattedrale. Da prete novello iniziò il suo servizio nella parrocchia di Santa Teresa a Reggio Emilia come vicario. Dal 1971 al 1974 è stato vice rettore del Seminario di Marola.

Nel 1974 il Vescovo lo nominò vice direttore dell’Ufficio Diocesano Vocazioni e vice rettore del Seminario di Reggio Emilia, con la responsabilità di accogliere i gruppi esterni.

Don Cantarelli era contraddistinto da affabilità e cordialità, doti che gli hanno permesso di avvicinare molti giovani e di accompagnarne alcuni verso il presbiterato. Amava stare in mezzo alle persone e ha dedicato molte energie alle comunità che ha servito.
Nel 1986 fu nominato parroco di Cervarezza e Frassinedolo e a partire dal 1987 di Talada.  Queste tre parrocchie conservano il ricordo di un presbitero molto attivo, generoso e proteso verso i giovani.

Nel 2000 il vescovo Caprioli chiese al presbitero la disponibilità per la parrocchia di Puianello, dove don Amedeo è ricordato come un uomo buono e accogliente: ha voluto bene alle persone, che lo hanno ricambiato con amicizia e stima. E l’affetto del quale ha saputo circondarsi era palpabile la sera di lunedì 23 settembre al Rosario organizzato proprio a Puianello, quando già si era diffusa la notizia che le sue condizioni di salute erano critiche: in tanti hanno voluto pregare per lui riempiendo la chiesa parrocchiale.

“Don Amedeo – ricorda don Pier Luigi Ghirelli, suo compagno di ordinazione – cercava la compagnia delle persone. Visitava le famiglie e si interessava di tutti. Anche il canto era una sua passione. Amava cantare in chiesa, ma anche i canti popolari e spesso si univa ai cori in occasione delle feste”.

Dal 2019 don Amedeo era in servizio come collaboratore nell’unità pastorale Laudato si’ formata dalle parrocchie del Sacro Cuore, San Giuseppe, Immacolata, Coviolo e Preziosissimo Sangue a Reggio Emilia.

La salma di don Amedeo è stata esposta a partire dalle ore 16 di mercoledì 25 settembre nella chiesa del Sacro Cuore a Baragalla. Nella stessa chiesa il 24 e il 25 settembre alle ore 19.30 sarà recitato il santo Rosario in suffragio.

La celebrazione delle esequie, presieduta dall’Arcivescovo Giacomo Morandi, si è svolta giovedì 26 settembre alle ore 11.15 nella chiesa di Puianello. I resti mortali di don Amedeo riposano ora nel cimitero di Canali.

Un pastore buono, attento e premuroso verso tutti: tra preghiere dei fedeli e interventi al termine della liturgia esequiale don Amedeo è stato dipinto così, mentre molti amici e parrocchiani o “ex” sono rimasti in piedi o sul sagrato della chiesa.

Tante altre persone hanno voluto completare l’affresco con le loro pennellate: chi ha ricordato, a Cervarezza, il tempo fatto di risate, partite a calcio, cieli stellati, camminate e canti montanari; chi ha parlato di un uomo e di un sacerdote buono come il pane che sapeva trasmettere la cura evangelica con gesti, sguardi, parole “da nulla”; chi ha evocato il santo curato d’Ars e chi gli Alpini. Davanti al fiume d’affetto che, tramite la partecipazione ai rosari e alla Messa del funerale, o con telefonate e messaggi di cordoglio, ha travolto i parenti di don Cantarelli, probabilmente lui – è stato detto – avrebbe esclamato: “Ma voi siete tutti matti”; e la risposta certa che avrebbe incassato è stata: “Se è per questo, neanche tu sei tanto normale”.
Un altro ritratto, in forma di ‘scultura’, era appoggiato sui gradini del presbiterio: la maglietta ripiegata con la scritta “Mai stoff, sempre staff”, il cappello, la stola e le scarpe da montagna.

Moltissimi anche i confratelli che hanno voluto concelebrare con l’Arcivescovo per dare a don Cantarelli un ultimo abbraccio, confortati dalle parole del vangelo proclamato la mattina del 26 settembre, quel brano di Luca in cui Gesù dice ai suoi “Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese… Tenetevi pronti, perché nell’ora che non immaginate viene il Figlio dell’uomo”. Queste parole – ha commentato Morandi – sono un invito che Gesù ci rivolge a vivere in un costante atteggiamento di vigilanza; la vita del discepolo è contemporaneamente un cammino e un’attesa: l’attesa non gà della morte, ma di un incontro. Questa fede genera come risposta fondamentale nel cuore del discepolo la speranza, che ci fa fissare lo sguardo sulle cose invisibili, che sono eterne.

Don Amedeo – ha continuato il pastore – ha posto in tutta la sua vita il suo sguardo su queste realtà invisibili, con una fede profondamente radicata nel Risorto. E nel testamento redatto il 4 dicembre 2023 egli ha desiderato che nel suo ricordino funebre fossero riportate le parole di Pietro a Gesù – “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” – a mo’ di sintesi del suo cammino di fede. Ha lasciato un testamento sobrio ed essenziale, don Amedeo, in cui ha affermato: “Mi affido alla misericordia del Padre che ha dato il suo Figlio per me e mi ha condotto con pazienza nel suo Spirito ogni giorno della mia vita terrena”: si tratta di una testimonianza – ha sottolineato il vescovo Giacomo – che si deve imprimere nel nostro cuore.

Il presule ha quindi riportato alla folla presente l’impressione tratta dagli incontri avuti con don Amedeo nei suoi ultimi anni di ministero, definendolo un uomo mite, buono, paziente e al tempo stesso intelligente e arguto, capace di instaurare rapporti amichevoli con generazioni diverse anche grazie alle sue battute e a una parola non scontata, sempre “sul pezzo”. Non a caso molte persone hanno evidenziato la sua affabilità e cordialità, con un’attenzione ai giovani e un ancora più prezioso servizio ai malati, che visitava nelle famiglie, immerso nella vita di coloro che gli erano affidati.

Nella sua essenzialità – ha detto ancora monsignor Morandi – il testamento di don Cantarelli è forse il canto più bello che egli ha mai cantato, perché è un inno di lode e ringraziamento al Signore che ha servito fino alla fine. “Sappiate custodire questo canto”, ha poi concluso il pastore guardando i volti della comunità riunita e dicendosi certo che per don Amedeo si compia quanto ascoltato nel vangelo: “Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà svegli: io vi dico si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli”.
I resti mortali di don Amedeo riposeranno nel cimitero di Canali.

4 risposte su “A Puainello l’ultimo saluto a don Amedeo”

Ho conosciuto don Amedeo per tanti anni, come giovane della Parrocchia di Puianello. Ciò che di unico ha vissuto e trasmesso, sono state la sua straordinaria bontà, pazienza e umiltà. È stato, senza ombra di dubbio, uno tra gli uomini più umili che abbia mai conosciuto. Un esempio di discrezione, di servizio silenzioso, di affabilità e generosità, soprattutto con noi giovani. È stato un onore averlo conosciuto, e una grande perdita per noi l’averlo avuto, negli ultimi anni, lontano da Puianello.

Don Amedeo era l’amico di tutti una persona calma e intelligente che metteva tutti a suo agio, resterà sempre nel mio cuore
ciao don

Ho conosciuto Don Amedeo nel 1982 quando ha sostituito il Card. Ruini, divenuto Vescovo, come assistente spirituale degli Studenti Democratici. Sacerdote buono e profondo sempre disponibile verso tutti. Il suo stare sulla soglia della Chiesa prima dell’inizio della messa, già vestito con i parametri sacerdotali, ad accogliere i fedeli salutandoli uno per uno era indice dell’attenzione discreta che aveva per ogni “pecora” del suo gregge e anche verso le “pecore estive” come la mia famiglia che frequentava la parrocchia solo in estate quando villeggiavamo a Puianello. Se qualcuno aveva bisogno di un consiglio lui c’era sempre con la discrezione che l’ha sempre caratterizzato. Ci mancherà molto.

È stata la persona più buona che io abbia mai conosciuto. Mi resterà sempre nel cuore e nei pensieri. Spero che lassù si ritrovi con il suo amico Luciano ❤

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