Proprio quattrocentocinquanta anni or sono i Cappuccini iniziavano a Reggio la costruzione del loro convento nel quartiere cittadino di Santa Croce; da allora la loro presenza in una delle zone più povere della città non è mai venuta meno, nonostante le soppressioni, tra cui quella molto dura dello stato sabaudo.
Francescani: poveri al servizio dei poveri, degli ammalati negli ospedali e nell’Istituto San Lazzaro, degli indigenti, dei bimbi abbandonati; questo loro carisma li ha resi non solo un punto di riferimento per la Chiesa, ma per la comunità civile, riscuotendo la simpatia e l’apprezzamento della popolazione. I conventi dei cappuccini sono come il mare, che riceve acqua da tutte le parti, e la torna a distribuire a tutti i fiumi, scrisse il Manzoni nei Promessi Sposi.
UNA STORIA DI 4 SECOLI
La storia di quattro secoli e mezzo di presenza attiva dei Cappuccini nella città e nella diocesi è stata ripercorsa nel pomeriggio di lunedì 16 settembre nella sala “Padre Daniele” da padre Lorenzo Volpe in un incontro sul tema “Spiritualità e fede. Popoli e Culti Religiosi a Reggio Emilia”, promosso dai Beni Culturali Cappuccini e dal Gruppo Chiesa Donna; iniziativa coordinata da Angela Zini – che ha introdotto le relazioni – e Davide Dazzi.
Padre Lorenzo, che ha redatto la tesi di baccellierato proprio sulle soppressioni degli Ordini religiosi a Reggio, ha fornito con voce stentorea interessanti e puntuali notizie storiche e spunti di riflessioni con la “vis” oratoria e polemica che lo contraddistingue.
PADRE LORENZO VOLPE
In particolare, il religioso ha proposto all’attento uditorio rilevanti figure di Cappuccini: padre Daniele, apostolo dei malati e cofondatore delle Missionarie Francescane del Verbo Incarnato, padre Ruggero, fondatore del Cenacolo Francescano che quest’anno celebra il centenario; padre Davide, padre Cirillo, padre Guglielmo, padre Aldo, padre Celestino il cui grato ricordo è ancora vivo in tanti.
Non va anche dimenticato il ruolo rivestito dal Terz’Ordine Francescano per la formazione spirituale di centinaia di donne e uomini di ogni ceto.
La relazione di Padre Lorenzo è stata preceduta da una esauriente campionatura delle tantissime fotografie eseguite dal fotografo Mario Cocchi, reggiano di adozione, sui centri di culto di numerose confessioni religiose – cristiane e non – presenti a Reggio, ed esposte fino al fino al 22 settembre al Centro Mavarta di Sant’Ilario.
Con discrezione ed efficacia ha saputo cogliere le liturgie, i momenti di incontro, preghiera e canto, l’amministrazione dei sacramenti. Emerge la spiritualità che connota tante comunità.
Si tratta di una raccolta fotografica che certamente meriterebbe un esaustivo catalogo a stampa con adeguati testi per conoscere appieno una realtà che è presente nel nostro territorio.
Giuseppe Adriano Rossi