La nostra vita ha una sorgente da cui scaturisce in ogni istante: la misericordia di Cristo. “Il Cuore di Gesù – ha detto infatti Papa Francesco all’Angelus del 9 giugno 2013 – è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera” e ha aggiunto “la misericordia di Gesù non è solo un sentimento, è una forza che dà vita, che risuscita l’uomo!”.
La festa più grande
Uno dei modi con cui Cristo ci fa partecipare alla grande festa della sua misericordia, che salva e rinnova la vita, è il Perdono di Assisi, con il dono dell’Indulgenza plenaria. Questo giorno della riconciliazione verrà celebrato in modo speciale venerdì 2 agosto 2024 presso l’antica Abbazia di Marola (via del Seminario 12, Carpineti) ove è custodita la maglia del martirio del Beato Rolando Rivi. L’appuntamento è per tutti alle ore 17.30 con il santo Rosario e le confessioni, cui seguirà alle ore 18.30 la santa Messa, con al termine le preghiere per ottenere l’indulgenza: il Credo, per confermare la nostra identità cristiana; il Padre nostro, per confermare la nostra dignità di figli di Dio; le preghiere secondo le intenzioni di Papa Francesco, per affermare la nostra appartenenza alla Chiesa.
La festa del Perdono di Assisi a San Martino in Rio
Per ottenere l’indulgenza si richiede inoltre una disposizione d’animo che escluda “ogni affetto al peccato anche veniale”. L’invito a questo dono di misericordia, chiesto e ottenuto da San Francesco, è dunque un invito alla piena conversione del cuore e alla familiarità col Cristo Redentore. Alle ore 19.30 è prevista, per chi lo desidera, la Cena insieme presso il Centro di Spiritualità di Marola. Per partecipare alla Cena è necessario prenotare (per la cena i posti sono limitati) inviando una mail a: prenotazioni@pievesanvalentino.it (indicare nome e cognome delle persone che intendono partecipare alla cena e un recapito telefonico). Per informazioni: 338.1361479.
L’evento è promosso dal Comitato Amici di Rolando Rivi.
Venerdì 2 agosto sarà così una festa del perdono. Papa Francesco ci invita a non perdere le occasioni di questa gioia. “Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. È pura misericordia! Andiamo da Gesù!”.
Voglio per tutti il Paradiso
Questa singolare manifestazione dell’amore di Dio fu ottenuta da san Francesco nell’anno 1216. Dopo una notte trascorsa in penitenza e in preghiera nella chiesetta della Porziuncola, al Santo Poverello apparvero, in una luce sfolgorante e in un coro di angeli, il Cristo Risorto e, alla sua destra, la Vergine Maria.
Il Signore chiese a Francesco quale dono desiderasse per la salvezza delle anime e il Santo rispose: “Benché io sia misero peccatore, ti prego che, a quanti pentiti e confessati verranno a visitare questa chiesa, tu conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.
“Quello che tu chiedi – rispose Gesù – è grande, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
San Francesco si recò subito da Onorio III, in quei giorni a Perugia dove si era svolto il Conclave che lo aveva eletto Papa. Raccontò quanto accaduto e chiese l’indulgenza con queste parole: “Santo Padre, voglio, se ciò piace alla vostra santità, che quanti verranno a questa chiesa (la Porziuncola, ndr) confessati, pentiti e, come conviene, assolti da un sacerdote, siano liberati dalla colpa e dalla pena, in cielo e in terra, dal giorno del Battesimo al giorno e all’ora dell’entrata in questa chiesa”.
La risposta di Papa Onorio III fu positiva e, dal momento che l’indulgenza era gratuita e legata solo al pentimento e confessione dei peccati, questa grazia fu ben presto definita come “l’indulgenza dei poveri”.
Tornato ad Assisi, Francesco, tra lacrime di gioia, annunciò al popolo dei fedeli, convenuto alla Porziuncola, di aver ottenuto quanto desiderava e commentò il fatto con queste parole “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso”.
Cristo è la nostra indulgenza
Il Perdono di Assisi sarà anche una bella occasione per prepararci insieme al Giubileo del prossimo anno. Durante il tempo delle confessioni e del santo Rosario mediteremo alcuni brani tratti dalla Bolla di indizione del Giubileo 2025 “Spes non confundit”. Tra gli altri questo: “La Riconciliazione sacramentale non è solo una bella opportunità spirituale, ma rappresenta un passo decisivo, essenziale e irrinunciabile per il cammino di fede di ciascuno. Lì permettiamo al Signore di distruggere i nostri peccati, di risanarci il cuore, di rialzarci e di abbracciarci, di farci conoscere il suo volto tenero e compassionevole. Non c’è infatti modo migliore per conoscere Dio che lasciarsi riconciliare da Lui (cfr. 2Cor 5,20), assaporando il suo perdono. Non rinunciamo dunque alla Confessione, ma riscopriamo la bellezza del sacramento della guarigione e della gioia, la bellezza del perdono dei peccati! “Tuttavia, come sappiamo per esperienza personale, il peccato lascia il segno, porta con sé delle conseguenze: non solo esteriori, in quanto conseguenze del male commesso, ma anche interiori, in quanto ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che hanno bisogno di purificazione (…). Dunque permangono, nella nostra umanità debole e attratta dal male, dei residui del peccato. Essi vengono rimossi dall’indulgenza, sempre per la grazia di Cristo, il quale, come scrisse San Paolo VI, è la nostra indulgenza”.
E ancora questo brano: “L’immagine dell’àncora è suggestiva per comprendere la stabilità e la sicurezza che, in mezzo alle acque agitate della vita, possediamo se ci affidiamo al Signore Gesù. Le tempeste non potranno mai avere la meglio, perché siamo ancorati alla speranza della grazia, capace di farci vivere in Cristo superando il peccato, la paura e la morte”.
In compagnia di Rolando
Nell’Abbazia di Marola, nell’abside di destra, è custodita e venerata la maglia del martirio del Beato Rolando Rivi, il giovane seminarista che si è lasciato toccare dalla misericordia di Cristo e ha dato la vita per Lui.
La maglia del martirio è fonte di grazia e icona di misericordia. Era stata fatta a mano dalla mamma Albertina, lavorando la lana, tosata dalle pecore dal papà Roberto. Rolando la portava sotto la veste talare.
Per oltraggio alla Chiesa di Cristo, i partigiani comunisti, dopo aver frustato e insultato il ragazzo, gli strapparono di dosso l’abito da seminarista e lo presero a calci. Infine appesero la talare, lacera e impolverata, come fosse un trofeo, a un chiodo del casolare di Piane di Monchio (MO) presso il quale il giovane era stato tenuto prigioniero.
Così Rolando, come agnello innocente, si avviò al martirio indossando solo i pantaloncini corti e quella maglia. La lana fu bagnata dal sangue versato per Gesù. Il sangue stesso di Cristo che, attraverso i testimoni della fede, continua a illuminare la storia, per la salvezza di ogni uomo, portando l’irriducibile positività dell’abbraccio di misericordia che il Signore ci dona dalla croce. “Egli portò i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce” (1Pt 2,24).
Il Beato Rolando ci accompagna, in questo passo di purificazione e di conversione, con le sue parole: “Io sono di Gesù”. Ci guida alla gioia semplice e vera di essere voluti, amati, perdonati. Con il suo desiderio di essere sacerdote e missionario, ci testimonia la volontà di portare a ogni uomo la bellezza della misericordia ricevuta in dono da Dio.
Emilio Bonicelli