Me lo chiedo spesso, in effetti, ma conscia del fatto che nel nostro Paese si legge ancora relativamente poco – stando a tradizioni e narrazioni che ci propongono questo ritornello trito e ritrito nel tempo, che ha però ahinoi un fondamento di verità – ho aggiunto quel “mai” nel titolo, per sottolineare il carattere dubbioso della domanda.
Questo dei libri che state guardando è un numero particolare, estivo, leggero dunque. Leggero fino a un certo punto, perché il bellissimo e densissimo reportage di The Passenger sulla Corea del Sud ne traccia uno spaccato che non sospetteremmo mai, attraverso il metodo dell’inchiesta, e anche gli altri titoli, sotto una patina di commedia o divertissement, nascondono una piccola o grande denuncia sociale.
Longevità e lettura, dicevo subito, sono legate? Io credo di sì. Mi viene spesso in mente Kane Tanaka, scomparsa a 119 anni e 107 giorni, fino al 19 aprile 2022 la donna più vecchia del mondo, Decana dell’umanità, a cui guarda con rispetto e spirito di competizione Maria Branyas Morera, 117 anni mentre scriviamo. Di quest’ultima non so moltissimo, della prima qualcosa di più: ad esempio, l’amore per la lettura (!), un dolcetto ogni tanto (!) e un pochino di attività fisica. Ecco, ho pensato, lei è stata la miglior dimostrazione pratica del detto “mens sana in corpore sano”. Una mente elastica, aperta anche e soprattutto dalle letture – un pochino ogni giorno – che faceva.
La penso ogni volta che vedo, al contrario, certe generazioni di anziani spegnersi all’interno di un cervello poco allenato alla riflessione. Al pensiero.
Sarà l’atmosfera del Premio Strega incombente, ma anche la possibilità meravigliosa che ci offrono gli audiolibri di conoscere e rilassarsi, apprendendo, ma questa idea diventa sempre più coriacea in me: leggere allunga la vita. Per lo meno i circuiti neuronali. Con una avvertenza. Attenti a che cosa leggete.
Sul numero del 25 giugno le recensioni dei libri.