Martedì 21 maggio i fedeli della nostra unità pastorale si sono raccolti attorno alla maestà nel quartiere San Rocco di Boretto, per inaugurarla in seguito alla ristrutturazione.
Un’intensa scia di macchine e persone a piedi confluiva vicino alla maestà, segno di una comunità cristiana presente e attiva, non solo nei luoghi cristiani ma per le strade e in mezzo alla gente. Un gesto che ha risvegliato ricordi in tante persone, specialmente anziane, che si sono unite per l’occasione. Un momento di Chiesa in uscita che ha permesso di incontrare di nuovo tante persone e che ci aiuta a pensare come sia salutare uscire dalle zone di comfort.
In questo nuovo punto di incontro troviamo quattro figure simbolo della comunità cristiana, quali la Madonna con Gesù, sant’Artemide Zatti, sant’Antonio abate e il beato Carlo Acutis. Gesù tra le braccia di Maria come segno di una devozione mariana che conduce a Gesù, centro del cosmo e della storia.
Carlo Acutis, protettore e santo della rete internet, creò una mostra digitale sull’Eucarestia conosciuta fin in Sud America. Questo da un lato ci testimonia che la rete non va demonizzata, ma usata in modo intelligente per creare relazioni e comunità; dall’altro lato ci mostra come il cristiano non sia una persona chiusa nell’oratorio, ma che trova linfa nell’eucaristia per abitare da protagonista il mondo di tutti. Tra l’altro una nota curiosa è che esattamente il giorno dopo è stato comunicato che Acutis diventerà santo il prossimo anno.
L’immagine di Carlo Acutis è stata realizzata da Vincenzo, uno dei prossimi sposi dell’unità pastorale e conosciuto nel percorso in vista del matrimonio, servendosi dell’aiuto dell’intelligenza artificiale, a riprova che la tecnica, quando usata con retta coscienza, non può che fare bene.
Eancora sant’Antonio devoto dell’agricoltura, dei campi e dei contadini. Zatti, il santo cresciuto nei nostri paesi, più precisamente a Boretto e sempre più conosciuto in tutto il mondo, visto che giungono notizie di pubblicazioni di libri e momenti di preghiera in ogni continente.
Il parco curato dal comitato di San Rocco ci ha poi accolto per il Rosario e la santa Messa presieduta da don Carlo Pagliari, responsabile della pastorale giovanile diocesana e borettese di origine.
In un clima familiare, tra una battuta interista e una juventina tra don Giancarlo Minotta e don Carlo Pagliari, si è svolta la santa Messa dove don Carlo ha sottolineato l’origine delle discordie nei cuori di ogni persona e nelle comunità, di ogni tipo, indicando poi la via per vincerle.
Il successivo rinfresco a sorpresa preparato per tutti dagli amici del comitato di San Rocco e il dialogo di don Carlo con noi universitari-giovani lavoratori che eravamo in settimana comunitaria hanno poi chiuso la bellissima serata.
Come dice il volantino di invito a questo momento di preghiera, noi siamo Chiesa in uscita perché essere testimoni non vuol dire ostentare ad alta voce ma portare tra le gente e per la gente la propria fede cristiana e così, senza tante volte rendersene conto, creare la rete che collega Dio e gli uomini.
Annalisa, Svenz, Elisa, Irene