L’8 e il 9 giugno si vota per le elezioni europee e per il rinnovo di molte amministrazioni locali.
In questa edizione del settimanale abbiamo dato voce ai sette candidati sindaco di Reggio Emilia su tre domande “valoriali”. È un piccolo contributo alla riflessione, con le nostre scuse a tutti gli altri Comuni per non aver interpellato i loro concorrenti: le dimensioni della nostra redazione non ci permettono di fare di più.
Alla vigilia delle urne, ci teniamo a lanciare un semplice e non certo nuovo messaggio. La “cosa pubblica” dipende anche da ciascuno di noi: impegniamoci e non alimentiamo le fila sempre troppo numerose dell’astensionismo.
Il voto è un diritto e un dovere da esercitare con piena consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che non dimentichi le fatiche delle famiglie e la voce degli “ultimi”, mantenendo lo sguardo aperto sul mondo.
Nel tempo violento e incerto che stiamo vivendo, con l’inno all’individualismo e all’autorealizzazione che sale costante da ogni dove, esiste un bisogno diffuso di (ri)costruzione di comunità, nei territori in cui abitiamo come nella comune Casa europea.
Edoardo Tincani
1) Accoglienza
Cosa prevede il vostro programma per incontrare i bisogni delle persone in condizioni di povertà e fragilità?
2) Famiglia
Avete in animo misure per favorire il matrimonio e la natalità?
3) Educazione
Quale rapporto immagina tra l’Amministrazione e le scuole paritarie, con particolare riguardo all’età prescolare?
Fabrizio Aguzzoli

1. Una città come Reggio Emilia, se si vuole continuare a definire civile, non può non farsi carico dei bisogni essenziali dei suoi cittadini. Il Comune con le sue risorse, umane e strutturali, deve farlo assieme alle organizzazioni di volontariato che già operano e che rappresentano una ricchezza indispensabile per lo sviluppo del Comune.
Associazioni laiche e religiose devono trovare nel Comune un alleato e non un concorrente.
Proponiamo di dare risposta ai bisogni dei senza tetto (ultimi fra gli ultimi) con strutture, piccole e diffuse in cui possano trovare risposta almeno ai loro bisogni primari (mangiare, dormire, lavarsi ed usufruire di servizi igienici dignitosi).
Ma i fragili non sono solo i senzatetto, vi sono altre povertà sempre più diffuse che sono povertà culturali, povertà alimentari, povertà legate alle disabilità o alla solitudine degli anziani che richiedono supporto di altro tipo, in primo luogo la casa e i servizi sanitari.
Proponiamo di rendere disponibili i quasi 400 appartamenti ACER che sono al momento non fruibili per la necessità di piccoli lavori di manutenzione.
2. Il calo della natalità è parte di un complesso intreccio di più fattori: anche culturali, ma non solo.
Il sempre più diffuso senso di frustrazione e di scoraggiamento delle giovani coppie non è difatti l’unico, vi è infatti un crescente senso di precarietà fra i giovani che si motiva per la riduzione dei salari e l’aumento del costo della vita, ma anche per gli scenari di insicurezza sociale, da tutti i punti di vista, per il futuro loro e dei loro figli. La necessità di poter conciliare gli equilibri fra vita e lavoro, visto che ormai è imprescindibile dovere lavorare almeno in due, per svariate ragioni anche, ma non solo economiche.
Molte famiglie sono costituite da giovani che hanno lasciato la loro terra di origine per motivi di lavoro e si trovano quindi a vivere nella nostra città privi del supporto della rete parentale.
Soprattutto per loro, ma non solo per loro, sarà necessario garantire, al fine di rilanciare la natalità, il supporto della rete dei servizi: asili con rette sopportabili, casa a prezzi ragionevoli, tempo lungo nella scuola, campi estivi eccetera.
3. Il rapporto fra l’Amministrazione comunale e le scuole paritarie dovrà sempre più essere caratterizzato da un approccio integrato e collaborativo, volto a creare un sistema educativo inclusivo, efficiente e di alta qualità.
Questo attraverso:
– una stretta collaborazione nella pianificazione e nel coordinamento delle attività educative. Questo include la creazione di reti tra scuole paritarie e comunali per condividere best practices e promuovere progetti comuni;
– programmi di formazione continua per gli insegnanti delle scuole paritarie, assicurando che abbiano accesso agli stessi standard di aggiornamento delle scuole pubbliche.
Marco Massari

1. Ho accettato la candidatura a Sindaco proprio perché ho sentito il dovere di mettere a disposizione della città il contributo di esperienza che ho maturato nella cura delle persone e della comunità. Il nostro programma, infatti si fonda su una visione che mette al centro proprio questi due concetti: la cura e la comunità. Questo significa, in primo luogo, superare quella che Papa Francesco chiama “la cultura dello scarto”, mettendo al centro i valori della persona e del creato, rinsaldando i legami di fiducia e di comunità e facendo in modo che nessuno rimanga indietro o da solo. Vogliamo affrontare il tema delle solitudini che spesso sono le principali cause di fragilità, assicurando a tutti la possibilità di avere punti di ascolto e di accompagnamento per affrontare le difficoltà. Lo faremo con i nostri servizi e con il contributo delle associazioni di volontariato, delle parrocchie, del terzo settore, cioè, costruendo una rete diffusa di soggetti capaci di farsi carico e di prendersi cura degli altri e dei loro bisogni. Poi abbiamo previsto molti progetti destinati ad affrontare le specifiche situazioni di fragilità, per le persone con disabilità, per affrontare la sofferenza psichica sempre più diffusa anche tra i giovani, per dare risposta alle nuove povertà e a tutti i tipi di dipendenze. Continueremo a investire sulla non autosufficienza e sperimenteremo nuove soluzioni di residenzialità comunitaria per gli anziani. Mi fermo ma c’è molto altro nel nostro programma…
2. Matrimoni e natalità possono rilanciarsi in una città in cui le politiche per la famiglia sono efficaci e al passo coi tempi. Servono forme di maggiore conciliazione tra tempi di vita familiare e lavoro. Questo chiama in gioco sia i servizi nido, per l’infanzia e di dopo scuola, sia le imprese che vengono chiamate ad adottare concrete azioni di conciliazione e welfare aziendale. Ma serve anche tanto investire culturalmente per rimettere al centro i valori esistenziali e ridare al lavoro e ai consumi il posto giusto nello spazio di vita delle persone. Il programma elettorale della coalizione che sostiene la mia candidatura parla di rafforzare le politiche per le famiglie, i bambini, gli adolescenti e i giovani, ma anche di rafforzare occasioni di una genitorialità diffusa, ovvero tessere reti tra scuole, regione, comuni, ASL e terzo settore (Scout, parrocchie, oratori, centri sportivi, volontariato, centri culturali, musicali, artistici) per aiutare i ragazzi a costruire risposte di senso, idea di futuro, occasioni e luoghi di ascolto, rapporti solidi e in presenza con coetanei e adulti di riferimento. Pensiamo poi a progetti per aiutare le famiglie a riprendere in mano il ruolo educativo valorizzando il Centro per le famiglie come attore di supporto alla genitorialità.
3. Pensiamo che sia necessaria la costruzione di una sinergia pedagogico-formativa tra comunità scolastica, famiglie e agenzie educative territoriali per rafforzare la rete di relazioni e lo sviluppo di comunità. Questo vale per tutti gli agenti della cosiddetta comunità educante, tra cui un ruolo centrale è quello giocato ovviamente dalle scuole di ogni ordine e grado. In questo contesto, essenziale per comprendere il modello che abbiamo in mente – fondato sulla co-partecipazione e sussidiarietà – naturalmente rinnoveremo la convenzione tra Comune e la FISM che ha dato in questi anni frutti veramente molto importanti non solo in termini di possibilità di aumentare la capacità di risposta ai bisogni e alla domanda di scolarizzazione, ma anche sotto il profilo della qualità del coordinamento pedagogico e dello scambio di esperienze e di apprendimento.
Giuliana Reggio

1. Stranieri: favorire l’integrazione ed il rispetto delle regole anche con la riqualificazione delle aree degradate della città. Donne: pacchetto rosa per la sicurezza. Cittadini fragili: progetti di prevenzione per contrastare fenomeni di disagio e devianza (stupefacenti, alcolismo e relativo rischio stradale) e accoglienza ai senzatetto. Famiglie: assistenza domiciliare integrata-intervento sulle imposte comunali per una più equa ripartizione dei carichi fiscali e riforma regolamento assegnazione case pubbliche. Giovani: potenziamento dei servizi (progetto un taxi per amico, corse notturne mezzi pubblici), sostegno ad iniziative culturali di qualità da loro promosse in centro e nelle periferie; eventi sportivi e musicali in loco: diffusione della cultura agricola nelle giovani generazioni, contrasto al bullismo e baby gang. Disabili non autosufficienti: diritto di accesso allo sport per tutti, abbattimento delle barriere architettoniche-mappe tattili, progetti per formazione-integrazione. Anziani: rete di assistenza per aiuto ad anziani soli e persone non autosufficienti, qualificazione dei centri diurni, indagine sulla qualità delle strutture ed adeguata formazione del personale, educazione intergenerazionale tra bambini e anziani.
2. L’istituzione familiare rappresenta il pilastro su cui si fondano le comunità locali, il sistema educativo, il benessere sociale ed economico, il contenimento delle forme di bisogno legate alle fasi della vita. Il nostro programma le riconosce il ruolo insostituibile di primo ammortizzatore sociale ed in quanto tale fonda la propria azione politica sul sostegno alla famiglia. La stessa Costituzione esplicita “i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” (art. 29). La prima libertà, quella che rappresenta il fondamento su cui costruire le altre, è la libertà di nascere e crescere in una famiglia: essa evoca immediatamente il diritto alla vita. Per tale ragione non possiamo ignorare il tasso di denatalità che contraddistingue il nostro paese. Sarà nostro obiettivo dedicare tempo e risorse per sensibilizzare, riflettere e promuovere il desiderio per la nuova vita. Individueremo strategie socio economiche che tutelino e sostengano le famiglie ritenendo il Comune un soggetto concertatore tra famiglie ed imprese.
3. Il programma di Alleanza Civica ha tra i propri principi fondamentali il concetto di sussidiarietà. Riteniamo si debba sempre di più indirizzare l’azione politico-amministrativa verso una cultura del “fare meglio con meno risorse”. è un principio “funzionale” che permette di individuare la ripartizione delle competenze più appropriate tra soggetti istituzionali e non, in vista di un obiettivo condiviso. La sussidiarietà scavalca il concetto di “pubblico uguale a statale” per promuovere l’idea che ciò che favorisce il bene comune è “pubblico”. Le scuole statali, comunali, paritarie sono soggetti di identica dignità e valore educativo sul territorio per cui vanno valorizzate in egual misura nelle loro specificità e potenzialità. Valorizzare la rete già strutturata delle scuole paritarie, che proprio nella fascia prescolare svolge un importante servizio nel sistema scolastico locale, può e deve essere non solo concesso ma agevolato con interventi mirati favorendo contributi economici e concessione di spazi comunali non utilizzati o sottoutilizzati per ottenere il miglior risultato e lo sgravio generale del costo sul sistema.
Vladimir Sabillon

1. L’amministrazione deve dare servizio a tutti i cittadini ma, come previsto dalla Costituzione, i servizi dovrebbero alleviare soprattutto coloro che si trovano in condizioni di fragilità, povertà e bisogno; si tratta pertanto di servizi rivolti a tutti ma con un particolare riguardo a queste fasce più vulnerabili.
Da questo punto di vista una comunità come quella reggiana ha certamente una storia positiva, di buona socialità; cionondimeno anche qui, nella nostra città, c’è chi affronta problemi gravi e ritengo che la nostra amministrazione – anche in un contesto generalmente ben organizzato – debba essere particolarmente attenta ad affrontare le problematiche più serie di tante fasce della popolazione. Tale discorso vale per chi è nato qui ma anche per chi arriva da altri luoghi del nostro Paese e soprattutto dall’estero; credo occorrano sempre più gesti di attenzione e di accoglienza per l’intera comunità.
2. Oggi la parola “matrimonio” abbraccia diverse situazioni e l’amministrazione non può ovviamente discriminare le diverse forme di affettività che esistono in ogni comunità; riteniamo però che il tema cruciale sia quello, appunto, della natalità.
Poniamo particolare attenzione a quelle realtà familiari che sono l’alveo in cui nascono, si formano e crescono i cittadini di domani; occorre particolare attenzione nel garantire ai nuovi cittadini e alle nuove generazioni le migliori condizioni per potersi sviluppare come persona, partecipando appieno di una comunità così articolata come quella reggiana. L’attenzione e il servizio sono certamente rivolti a tutti, ma la priorità è pensare ai cittadini di domani, a coloro che formeranno la società negli anni a venire; il resto riteniamo siano circostanze che – benché assolutamente importanti – riguardano relazioni di affettività e convivenza tra le persone sulla quale non possiamo sindacare a priori, anzi, è necessario creare luoghi perché le relazioni possano crescere e maturare in una comunità armoniosa.
L’atto generativo, quello del “mettere al mondo un figlio” dando così corso ad una nuova vita, è in sé qualcosa di profondamente importante e – direi – “sacro”; a questo è bene prestare particolare cura e attenzione, essendo attenti e solleciti ad accompagnare questo percorso generazionale.
3. Reggio Emilia ha una storia nota in tutto il mondo di attenzione all’età scolare e la risposta che la città ha saputo dare ha sempre contemplato la partecipazione della realtà pubblica e di quelle paritarie, le quali hanno svolto un servizio non accessorio ma sostanziale per completare la risposta alla domanda di bisogno che la cittadinanza reggiana manifesta. Noi di “Pane Pace Lavoro” crediamo che l’amministrazione debba tenere massimamente in conto la congiunzione di questi due percorsi, pubblico e privato, di cui Reggio Emilia continua ad avere assoluto bisogno. Questa tradizione di attenzione alla scuola e all’educazione è cresciuta anche grazie al contributo non solo dalle istituzioni pubbliche – la scuola o la pre-scuola comunali internazionalmente conosciute – ma perché accanto a queste si sono sempre manifestate e hanno sempre agito scuole paritarie che hanno completato e integrato la risposta che il pubblico dava.
La domanda dei cittadini reggiani in età scolare e prescolare deve essere necessariamente accompagnata dal convivere e interagire della proposta pubblica e privata, così da contribuire maggiormente allo sviluppo della nostra comunità.
Paola Soragni

1. La via è quella di mettere all’opera la creatività e le energie della società civile per inventare forme inedite di gestione comunitaria.
Alla base del modello del welfare civile, in sintesi, c’è l’assunto che l’intera società debba farsi carico del benessere dei cittadini, in una perfetta simbiosi con gli stakeholder in campo.
Si tratta, insomma, di fare del bene e farlo bene: la progettazione e l’erogazione dei servizi deve coinvolgere e rivolgersi a territori non vasti (Welfare territoriale), far leva sulle competenze della Pubblica Amministrazione locale, puntare sul rafforzamento di imprese sociali presenti sul territorio e, soprattutto, sul capitale civico, ovvero su un sistema di codici, di credenze e di valori che aiuta i soggetti a cooperare tra loro per la realizzazione di attività di rilevanza sociale positiva.
La finanza etica combatte la povertà intesa, soprattutto, come vulnerabilità ed emarginazione: questo è l’aspetto più qualificante di un approccio non convenzionale alla finanza e all’inclusione sociale.
Pubblica amministrazione, economia civile e finanza sociale non si escludono a vicenda: affidarsi a questi modelli significa abbandonare il mito della creazione infinita di extraprofitto, riscoprire la dimensione comunitaria e solidale dell’economia, dentro una rete di relazioni e valori sociali condivisi.
2. Sul matrimonio: le coppie di fatto, in effetti, oggi sono più numerose delle coppie tradizionali.
Bisogna prenderne atto e garantire a tutte le coppie pari dignità e parità di diritti, nello spirito della Costituzione.
Il Paese reale è distante dal Paese legale: è compito della politica accorciare le distanze.
Natalità: per favorire la natalità non c’è altro modo che quello di vigilare sugli stipendi indecorosi che disincentivano il progetto di famiglia intesa in senso laico.
Movimento per Reggio Emilia intende promuovere il Welfare territoriale anche attraverso la valorizzazione delle politiche familiari adeguate e della Finanza etica, i cui principi regolatori risiedono nell’aggettivo “etica” che, a differenza della finanza tradizionale, vuole mettere in rilievo il consumo consapevole e responsabile, nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, il benessere diffuso e lo scambio equo e solidale.
3. La città di Reggio che tanto si vanta di essere città dell’infanzia investe solo sugli asili e i nidi comunali.
Pochissimo sostegno agli statali anche se si trovano in strutture del comune. Oggi madri e padri lavorano fino a sera, vanno sgravati e aiutati approvando misure che permettano alle famiglie di conciliare famiglia e lavoro.
Per le famiglie servono asili e doposcuola.
Proponiamo che sia istituito il bollino di eccellenza per le aziende che favoriscono il lavoro in smart working per alcuni giorni alla settimana.
Sappiamo bene che sempre più genitori si rivolgono a scuole paritarie e il nostro intento è cercare di collaborare, dove possibile anche studiando accordi o convenzioni soprattutto per l’età prescolare, dove va rivolta sicuramente un’attenzione in più.
Giovanni Tarquini

1. Il programma condiviso tra tutte le liste (una civica e tre del centro-destra) che sostengono la mia candidatura a Sindaco ha come elemento centrale la tutela della persona soprattutto se versa in condizioni di povertà e se vive in situazioni di fragilità da intendersi in senso ampio (disabilità, anzianità, malattie croniche, solitudine, emarginazione). Ciò in funzione del principio di fondo, altrettanto condiviso, secondo cui le risorse vanno impiegate in questo settore in forza di criteri assistenziali che prescindono da logiche di profitto e di vantaggio economico, pur sempre all’interno di una gestione ed impiego accorto e oculato del denaro pubblico. Prevediamo progetti di riorganizzazione ed efficientamento del servizio sociale, lo sviluppo di reti di sostegno tra famiglie, la creazione di un servizio multidisciplinare per la stesura e sviluppo di progetti di vita a favore di persone con fragilità, corsi di formazione per caregiver, la riduzione delle barriere architettoniche ancora esistenti sul territorio, la revisione del ruolo del garante della disabilità, l’istituzione di uno sportello H24 per tutte le problematiche riguardanti i diritti dei disabili, la realizzazione di parchi giochi inclusivi, il completamento dei percorsi tattili per non vedenti, l’implementazione del servizio di assistenza domiciliare, la promozione dello sport paraolimpico, la promozione del volontariato e progetti di sensibilizzazione sulla sua importanza sociale.
2. La nostra coalizione ha una particolare sensibilità sul tema della famiglia che sorge dal matrimonio e sulla natalità il cui andamento negativo determina forti preoccupazioni per il futuro. Quanto al matrimonio, sia esso civile o religioso, riteniamo che si tratti di un impegno che va prospettato alle giovani coppie anche evidenziandone l’importanza nella costruzione della società. Quanto alla natalità, riteniamo cha si debbano prevedere in favore delle giovani e future madri facilitazioni e vantaggi in senso economico e lavorativo. Proponiamo allora l’istituzione di un assessorato alla Famiglia e di uno sportello Famiglia per ottenere informazioni, anche in lingua straniera, relativamente a servizi sanitari e sociali, alla scuola, alla formazione e università, alle opportunità di lavoro, alle scadenze fiscali. Prevediamo altresì l’utilizzo del quoziente famigliare per la determinazione delle imposte e tariffe locali. Sempre al fine di favorire famiglie e natalità, siamo favorevoli alla realizzazione di accordi per incentivare lo smartworking in modo da coniugare il lavoro con i tempi famigliari e, soprattutto, con le esigenze dei figli.
3. Il nostro pensiero e il nostro intento è quello di far sì che le scuole paritarie per l’età prescolare abbiano la stessa considerazione e la medesima distribuzione di risorse che avviene per le scuole comunali o statali.
Si tratta infatti di realtà assai importanti che sviluppano la propria funzione didattica e di accompagnamento della crescita dei piccoli trasmettendo loro principi e valori che muovono dalle nostre radici cristiane e che necessitano di maggior attenzione rispetto a quanto non si faccia attualmente; ciò pur sempre nel rispetto e salvaguardia dei diritti di tutti coloro che provengono da aree geografiche e culturali diverse.
Gianni Tasselli

1. La povertà è la vera questione. Continuare ad approcciare il tema in modalità emergenziale è il modo più scorretto, ma che fino ad oggi è stato utilizzato. Noi crediamo che la precarietà nel lavoro e le guerre, unite alle politiche insufficienti per garantire occupazione sicura e ben retribuita in Italia, siano le principali cause di una società che sta degenerando nel conflitto sociale interno ed internazionale tra poveri vecchi e nuovi, italiani e stranieri. Una economia basata sul profitto aziendale che oggi riduce i diritti nel lavoro, lasciando ampio margine di discriminazione nei luoghi di lavoro a cominciare dalle donne, dagli stranieri e dalle persone più svantaggiate. Le politiche di integrazione devono prevedere corsi di formazione per inserimento lavorativo ma non solo per entrare in cooperative dei subappalti con stipendi da schiavitù, ai facchini, alla logistica: un macrocosmo di sfruttati con zero diritti disillusi che uno Stato esista e che sappia, come deve, curarsi di tutti. Serve una legge sul salario minimo a 10 euro, come da nostra proposta di legge, che consenta l’autonomia economica delle donne e delle mamme. Prevediamo che il Comune faccia davvero Assistenza Sociale, un diritto esigibile, come prevede la Costituzione.
2. Il matrimonio è per noi questione privata. Oggi i matrimoni sono in calo e si preferisce una convivenza civile. Non crediamo che sia un problema questo, ma piuttosto il mancato riconoscimento dello Stato nei confronti di coppie di fatto, la cui sessualità non ci riguarda, i cui legami affettivi devono essere riconosciuti e tutelati dallo Stato con leggi precise e inclusive delle diversità di ognuno. Viviamo in una società in cui convivono cittadini di diverse religioni e crediamo che ognuno sia libero di scegliere se, con chi e come sposarsi. La natalità, che prescinde da un legame sentimentale stabile, è invece una questione che dovrebbe riguardare tutti. Anche qui le politiche sul lavoro che discriminano le donne sia dal punto di vista occupazionale, ma anche remunerativo, la mancanza di conciliazione famiglia/lavoro, turni massacranti, lo smart working che immobilizza le donne uno stato di perenne reperibilità anche se si è in casa propria, a volte annullano il desiderio di avere dei figli che oggi è visto come un lusso.
3. Le scuole paritarie sul nostro territorio sono senza dubbio una risorsa, considerate anche le liste di attesa e la richiesta delle famiglie anche per quanto riguarda i servizi estivi. Non crediamo però che le scuole paritarie possano continuare a prendere fondi pubblici e tenersi fuori da un contesto comunitario di gestione dei servizi di prima infanzia, in modo particolare in una città come Reggio Emilia, dove l’educazione nei Nidi e nelle Scuole d’Infanzia è il fiore all’occhiello a livello nazionale e internazionale. Sarebbe più coerente che, come succede per le cooperative sociali in appalto, anche le scuole paritarie prescolari entrassero in un circuito pubblico per godere dei diritti e anche dei doveri di servizio. Le esternalizzazioni sono il veicolo meschino e repressivo dei diritti delle donne soprattutto per le condizioni lavorative e per gli stipendi al limite della sopravvivenza personale, figuriamoci se sufficienti a mantenere dei figli; siamo certi che l’unico modo per ridare dignità alla donna lavoratrice sia tornare a un sistema pubblico dei servizi di prima infanzia all’interno del quale tutte le lavoratrici possano godere di un eguale stipendio, stesse condizioni di lavoro e pari opportunità.