Cosa impariamo dal segno di Marchino. Il primo miracolo della Beata Vergine della Ghiara

Molte città, oltre alle feste civili, hanno qualche festa religiosa particolare che è legata alla loro storia. A Reggio Emilia, oltre al 24 novembre, festa del  patrono S. Prospero, c’è il 29 aprile, anche se nel corso degli anni questa festa si è estesa alla “Giarèda” dell’8 settembre. Il 29 aprile è il giorno che dal 1596 ricorda il primo miracolo della B. V. della Ghiara, la guarigione del giovane sordomuto Marchino, che fin dalla nascita aveva solo un moncherino di lingua. Il miracolo fu straordinario, perché non solo acquistò la parola e l’udito, ma gli crebbe l’intera lingua.

Tre giorni di festa per il Primo Miracolo della Ghiara

È  un miracolo che deve caratterizzare le nostre relazioni, il nostro dialogo con Dio e tra noi. Non ci sembra esagerato vedere questo miracolo reggiano come una caratteristica non solo per la vita religiosa e civile della nostra città, ma anche per l’attuale situazione ecclesiale e mondiale.  Viviamo tempi di solitudini personali, di discordie, di violenze, di guerre che ci fanno paura. Per di più i moderni mezzi tecnologici possono metterci in dialogo con immagini e persone che suscitano un piacere peccaminoso. Non è questo il dialogo dell’amore che il Signore ci chiede.

La Chiesa sta celebrando un Sinodo, un cammino insieme, che tutto il popolo di Dio, nelle sue varie componenti, cerca di portare avanti in modo sempre più comunitario.  In questo tempo di Pasqua ci viene ricordato che Gesù cammina con noi, come con i due discepoli che sulla strada di Emmaus sentivano ardere il loro cuore ascoltando le parole del Risorto.
È bello che l’Arcivescovo Giacomo Morandi nella sua prima lettera pastorale, e poi in tante altre occasioni, ci richiami  all’ardore del cuore dei due discepoli  per acquistare la sapienza dell’amore e per evitare che la comunità cristiana si riduca ad un ente erogatore di servizi.

In Ghiara fissiamo volentieri lo sguardo sull’immagine della Madre che adora il Figlio che ha generato. Ha le mani giunte in preghiera e parla al Figlio che l’ascolta. Lo prega per noi peccatori, perché ci doni la benedizione, il perdono, la pace. Davanti a quest’immagine oggi siamo noi che dobbiamo essere miracolati. L’intercessione della Madre di Gesù e madre nostra ci conforta e ci incoraggia. In questo tempo pasquale le diciamo: “Regina coeli, laetare…..ora pro nobis  Deum,  Alleluia!”. Gesù, pane di vita eterna, ci darà la Pasqua eterna. Amen.

P. Anacleto M. Tommasi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *