Diacono permanente, vocazione gioiosa

Gli aspiranti al Diaconato permanente che saranno ammessi tra i candidati nella celebrazione che il vescovo Giacomo presiede in Cattedrale domenica 7 aprile alle ore 18.

A settembre 2021 Raffaello Di Luca si è iscritto alla Scuola Teologica Diocesana di viale Timavo a Reggio Emilia, per iniziare un percorso di formazione in vista del Lettorato. “Dopo pochi mesi però mi sono reso conto che la mia strada era un’altra. Desideravo restare in preghiera con il Signore, sempre più spesso e ho iniziato ad approfondire ciò che sentivo”. Oggi Raffaello è tra gli aspiranti al diaconato permanente e domenica 7 aprile sarà ammesso tra i candidati all’Ordine insieme ad altri sei uomini, che nel tempo sono diventati fratelli e compagni di cammino.

Raffaello Di Luca
I formatori e i fratelli

Raffaello è della parrocchia di Reggiolo e quando ha iniziato a percepire la chiamata al diaconato si è subito confrontato con don Daniele Moretto, delegato episcopale per la Formazione, il Diaconato e i Ministeri e poi con i diaconi della sua unità pastorale (Fabrizio Fusari, Andrea Cantadori, Enrico Mausoli e Dante Musi) e il suo parroco don Francesco Avanzi. “Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato – riflette Raffaello – e in particolare il mio parroco, che ha capito la mia vocazione prima ancora che la capissi io e mi ha affidato il servizio di catechesi, di lettore e mi ha spinto verso gli studi alla Scuola Teologica Diocesana”.

“Gli accompagnatori e le persone con cui ho parlato della mia vocazione mi hanno aiutato a ragionare sulle emozioni che provavo e ad approfondire ciò che sentivo. Anche il confronto con i compagni di cammino è stato importante per crescere. Ho potuto condividere emozioni e sensazioni e ho notato un’assonanza confortante. Abbiamo creato un gruppo coeso, credo oltre la semplice amicizia. Mi sono sentito accolto a braccia aperte anche dalla comunità diaconale della Diocesi”.
Raffaello non nasconde la gioia per il cammino iniziato e la commozione, in particolare quando ha saputo che la Commissione per i candidati al diaconato permanente ha accolto la sua domanda. La gioia che provo ora – sottolinea – penso sia simile solo a quella che ho provato quando sono nati i miei figli.

La famiglia

Il diaconato permanente, per chi è sposato, è un cammino da compiere con la propria sposa e la propria famiglia.
“Avevo un po’ di timore a confessare a mia moglie la scelta che stavo maturando. Veniamo entrambi dal volontariato – Croce Rossa, Avis, Proloco – e temevo una reazione scocciata per l’ennesimo impegno. Lei invece mi ha detto: «Se questa è la tua vocazione, io come tua moglie ti accompagnerò». Come se sapesse e avesse percepito i miei desideri. In seguito, partecipando insieme agli incontri di discernimento, ci siamo resi conto che questo cammino era un valore aggiunto anche per la nostra coppia”.
Progredendo nella vocazione – conclude Raffaello – mi sono reso conto che il Signore mi stava chiamando da tempo, per farmi partecipe di una grande gioia.

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