L’inverno, il freddo, i biscioni e i tortellini di Natale non hanno fermato l’attività sportiva nel territorio reggiano.
Il Centro Sportivo Italiano (CSI), infatti, dai primi di dicembre fino più o meno alla metà di febbraio, ha attivato cinque tornei invernali di calcio a 5, calcio a 7 e calcio a 11, ottenendo l’adesione di ben 122 squadre tra bambini, ragazzi e amatori. Invero, tra il 19° torneo Don Bosco Indoor (riservato alle annate 2016 – 2018, con un totale di 24 squadre divise nelle categorie “biberon” e “debuttanti”), la Junior Winter Cup (48 le squadre di bambini nati tra il 2013 e il 2015 iscritte tra “cuccioli”, “arcobaleno” e “primavera”), le due Winter Cup (34 squadre delle annate 2007-2012 e 8 di amatori) e la Winter League (8 squadre di amatori), il cartellone degli eventi organizzati dal comitato è rimasto fitto ed emozionante, lasciando una pausa solamente durante le canoniche festività natalizie, giusto il tempo di gustare una fetta di pandoro.
“La caratteristica fondamentale di questi tornei è che sono organizzati su campi in sintetico”, racconta Giovanni Codazzi, direttore tecnico del CSI di Reggio Emilia. “Salvo precipitazioni nevose, infatti, questi vanno sempre avanti. Ciò garantisce alle squadre di giocare un buon numero di partite, continuando la loro attività anche durante i mesi più rigidi con gare dirette da arbitri ‘ufficiali’ del CSI”.
Sostanzialmente, negli anni ha funzionato il fatto di offrire alle società la possibilità di continuare a giocare in modo organizzato, senza dover pianificare amichevoli in modo autonomo per non essere costrette a fermarsi durante la pausa invernale. “È una formula che ha funzionato molto bene negli anni. Abbiamo dovuto interrompere durante il covid, ma abbiamo ripreso l’anno scorso e siamo riusciti a ottenere numeri ancor più alti quest’anno: a conti fatti, a oggi abbiamo il record di squadre iscritte. Questo significa che il nostro lavoro è molto apprezzato dalle società”.
E ciò senza avere la pretesa di dover vincere a tutti i costi: “Quello che più importa è riuscire a far giocare i bambini, i ragazzi e gli amatori durante i mesi invernali. Per i primi, la possibilità di calcare campi in sintetico al posto di altri che cominciano a diventare pesanti, significa tenersi in allenamento e avere almeno una partita garantita”. Per gli amatori, poi, “oltre all’allenamento in sé, i tornei diventano anche l’occasione per ritrovarsi, stare insieme e magari andarsi a bere qualcosa dopo la gara”.
Il miglior modo per prepararsi alla ripresa dei campionati, insomma. “Pur con molte difficoltà dal punto di vista organizzativo (a Reggio Emilia i campi a 11 in sintetico non sono tantissimi), anche a causa del gran numero di squadre iscritte, con un po’ d’incastri e l’aiuto delle società che hanno messo a disposizione i loro campi (e colgo l’occasione per ringraziarle molto) siamo riusciti a fare davvero un buon lavoro e a completare il tetris. Siamo contenti perché crediamo di aver prestato un buon servizio a tutti”, conclude Codazzi, invitando a non perdersi i prossimi appuntamenti, che si preannunciano ricchi di sorprese.
Gioele Malvica