“Di errori ne ho fatti parecchi, soprattutto quando ero giovane. Quello di cui vado meno orgoglioso è di essermi comprato il diploma, non lo rifarei”. E ancora: Mi piace pensare che la mia imperfezione dia agli altri un’idea di umanità e mi renda vicino alla gente”. Così ha dichiarato Gigi Buffon qualche giorno fa durante un’intervista.
E di questo ha pagato il buon Gigi, non solo per il diploma ma anche il patteggiamento della pena costatogli 6 milioni delle vecchie lire.
Apprezzo l’ammissione ma non condivido il resto. E francamente il buonismo che ruota attorno a certi personaggi inizia ad essere parecchio stucchevole.
Ci sono momenti in cui i grandi miti dello sport dovrebbero pensare prima di parlare.
Innanzitutto, pensando a chi li ascolta, a chi li venera, ma soprattutto ricordando sempre che le loro parole pesano il doppio coi ragazzi che in loro vogliono assolutamente immedesimarsi.
Avesse detto: ho comprato il diploma, ho sbagliato e ora mi iscrivo a scuola per prenderlo in maniera lecita, sarebbe diventato un idolo. Un esempio di cui andare fiero.
E invece l’ex portierone ha rincarato la dose auspicando che questo peccato di gioventù lo faccia apparire più umano e più vicino alla gente.
Ehm… mi sa che non funzioni proprio così! La gente, soprattutto quella che non ha avuto la fortuna di nascere con un talento come il suo, il diploma se lo suda. Magari ci mette anche più dei cinque anni canonici. O magari se lo prende alle serali perché di giorno lavora. Probabilmente la gente cui lui allude fa questo.
Quanto sarebbe bello frequentare un corso per conseguire il diploma e trovarsi come compagno di banco Gigi Buffon?! Questo sì che lo avvicinerebbe alla gente!
Provo a mettermi nei panni di quei professori che ogni giorno “battagliano” coi loro studenti per farglielo prendere sto diploma. È come scendere in trincea: ce la devi mettere tutta per insegnare, far apprendere, sforzarti di dare un significato al diploma, alle difficoltà della scuola… etc…
E poi arriva il “più furbo” di tutti che dice di averlo comprato. Come distruggere un intero programma di istruzione in quattro parole: ho-comprato-il-diploma.
Buffon è anche quello che, nel contestato episodio del gol di Muntari in un Milan – Juve del 2012 che valse lo scudetto ai bianconeri, disse che mai avrebbe aiutato l’arbitro se si fosse accorto che la palla era dentro (e lui se ne è accorto) dicendo di sé stesso che non era un ipocrita e che pur di vincere avrebbe taciuto la verità. È anche lo stesso che si è scagliato contro un arbitro accusandolo di non avere cuore per aver fischiato un rigore allo scadere di un Juve – Real Madrid. Se avesse sempre taciuto avrebbe fatto più bella figura.
I grandi campioni spesso dimenticano di avere anche grandi responsabilità. E per essere grandi uomini non basta metterci solo la faccia. Magari studiando un po’ di più lo saprebbe anche lui.