Malamine e la tratta africana

Malamine Ba è un ragazzo senegalese arrivato in Italia a 22 anni dopo un viaggio pieno di pericoli attraverso il deserto del Sahara e il mar Mediterraneo. Giunto a Reggio Emilia, ha svolto servizio civile con la Caritas diocesana tra il 2018 e il 2019 e tutt’oggi abita nel Reggiano. Malamine ha raccontato la sua storia nel documentario Come sabbia al vento” del rubierese Paolo Catellani, autore di regia, montaggio e musica. Nel video si intrecciano due distinte narrazioni: l’intervista a Malamine e una fiction che ha come soggetti un ragazzino e una bandana (attore principale Davide Pramarzoni, comparsa Luca Pramarzoni). Uscito pochi mesi fa, ha già ricevuto premi e riconoscimenti in Italia e in Europa.

 

Il documentario è un racconto lucido di ciò che realmente è la tratta africana. Un percorso a ostacoli tracciato sulle vecchie carovaniere che dalle regioni sub-sahariane conducevano al Mediterraneo merci e persone e che oggi si sono trasformate nelle principali direttrici del passaggio dei migranti. Come funzionano le organizzazioni dedite alla tratta? Cosa significa, per un ragazzo di 22 anni, intraprendere un viaggio tanto pericoloso? Quali motivazioni, quali sogni lo spingono a tentare la sorte? Quale futuro vede una volta giunto da noi? Cosa avviene veramente nei campi di detenzione libici?

Il documentario “Come sabbia al vento” è distribuito attraverso la piattaforma OpenDDB e si può vedere con una libera donazione.
“Abbiamo patrocinato volentieri questo progetto e vorremmo fosse occasione per conoscere e per sensibilizzare sul tema delle migrazioni che ci sta molto a cuore”, riflette Andrea Gollini, direttore della Caritas diocesana. “Prendetevi 67 minuti di tempo per ascoltare la realtà, per capire meglio le difficoltà che attraversano le persone migranti e quali speranze coltiva un giovane senegalese. E fatevi sorprendere da un ragazzo che a Reggio Emilia ha trovato una nuova casa”.

Dal video si comprende chiaramente come Malamine non sia solo un immigrato, ma un sopravvissuto perché molti dei suoi compagni non ce l’hanno fatta. “A noi il compito di raccogliere la sua storia per dovere di verità e giustizia, si legge nella sinossi dell’opera, in onore di chi è sprofondato nella sabbia o nelle profondità del Mediterraneo”.

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