Audax, si riparte dall’oratorio

Intervista a Luca Gualdi, presidente dell’Audax Poviglio che lancia uno scoop per la prossima estate

La prima tappa del viaggio alla scoperta delle realtà sportive della nostra provincia è a Poviglio. Oltre alla nebbia e all’aria invernale tipica dei giorni della merla, ad accoglierci nel suo studio c’è Luca Gualdi, presidente dell’Audax Poviglio.

Presidente raccontaci un po’ l’Audax…
L’Audax è una polisportiva nata nel 1952 per volere di un parroco: don Cuoghi. Da lì ha cominciato la sua attività prima all’oratorio e da vent’anni a questa parte anche gestendo le palestre comunali. Ci sono varie discipline: calcio (fino agli esordienti), volley, basket, karate, tennis tavolo più tutta la parte di attività fisica finalizzata al benessere, danza classica, kick-boxing. Partirà un corso di autodifesa per le donne.

Quanti tesserati avete?
Al 30 giugno 2023 erano 649.

Bel numero, eh…
Sì, considerando il bacino d’utenza è un numero molto grosso! Probabilmente quest’anno saremo un po’ meno perché abbiamo delle squadre in uscita, a causa di collaborazioni con altre associazioni sportive, come per esempio la Povigliese per il calcio. Però comunque ci aggiriamo quasi sempre oltre i 550 tesserati da ormai 4-5 anni. Ma i numeri non sono nulla se insieme non ci mettiamo anche la finalità per cui facciamo sport. Abbiamo un motto: “educazione e formazione dal 1952”. E tutta l’attività deve essere ispirata a questo.

 

Parlando di valori, com’è il rapporto coi giovani e i genitori?
Noi cerchiamo di dare un servizio il più possibile qualificante alle famiglie. Non è sempre semplice, perché trovare personale qualificato non è facile. Nel discorso della formazione c’è anche la volontà di inserire i ragazzi più grandi come allenatori e/o aiuto-allenatori. A volte ci si riesce, a volte meno, però questo è un obiettivo, così come lo è dare alla comunità un servizio che altrimenti non avrebbe.

L’Audax Camp è un esempio…
È stato un servizio grosso. Ti do una bomba in anteprima: da quest’anno non ci sarà più. Ci sarà una collaborazione. Il centro estivo da quest’estate verrà fatto insieme alla parrocchia. E per questo devo ringraziare il nuovo parroco, don Alberto Nicelli.

A proposito, adesso come è il rapporto con la parrocchia?Il rapporto con don Nicelli è partito molto bene. Siamo contenti perché ci ha subito accolti, volendo collaborare con noi. Sono partite alcune iniziative e la più grossa sarà appunto fare il centro estivo insieme nei mesi di giugno e luglio. Sport e parrocchia devono andare di pari passo, perché coinvolgono gli stessi ragazzi. Non dev’esserci contrapposizione. Dal punto di vista educativo dobbiamo avere una sinergia, Qualsiasi iniziativa che lavori in quest’ottica è ben accetta.

Com’è fare e vivere lo sport in un paese come Poviglio?
Fare sport qui diventa un’occasione di aggregazione. Siamo all’interno di una comunità ben definita. Tutti sanno tutto di tutti. Se c’è una partita di pallavolo, anche se io non seguo la disciplina, magari la vado comunque a vedere perché è la squadra del paese.

Se gioca la Povigliese – che di per sé non fa parte dell’Audax, anche se ci collaboriamo -, tanti nostri bambini la vanno a vedere. Vivere un paese è questo: cercare di creare comunità e senso di appartenenza anche attraverso lo sport. E questo viene poi correlato anche alle iniziative extra-sportive: la gente lo sente molto.

Qual è stato il momento extra-sportivo più bello con l’Audax?
Sicuramente la festa dei 70 anni dell’anno scorso. è stato un forte momento di appartenenza molto sentito da tutti. Siamo riusciti a far incontrare tante generazioni che hanno frequentato l’Audax, dai primi ragazzini – che ormai hanno più di 60 anni – ai ragazzi dell’attuale settore giovanile. Come presidente mi sono sentito molto orgoglioso.

C’è qualche storia legata alla polisportiva che porti nel cuore?
Domanda difficile. Io ne ho vissute tante: sono stato giocatore, allenatore e adesso presidente. Più che storie, posso dire che ci sono state tante persone che hanno dato qualcosa di particolare all’Audax. Perché comunque, in una società sportiva, la differenza la fanno le persone. Penso a Davide Morstofolini, scomparso un mese fa, che è stato vicepresidente per 40 anni e ha fatto l’allenatore e il dirigente.

Ha speso una vita per i ragazzi e sicuramente è stato un grande esempio per tutti noi. E a lui vorremmo che fosse intitolata la palestra di Poviglio. Oppure mi viene in mente uno dei miei primi allenatori, Lindo Barigazzi, nella cui memoria viene organizzato tuttora un torneo. Tutte persone che si sono spese per dare un esempio ai più giovani e far sì che questi portassero avanti l’Audax.

Gioele Malvica

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