Sabato 27 gennaio alle ore 11.00 nella Biblioteca della Arti (Piazza della Vittoria 5 – Reggio Emilia) il prof. Mauro Cremaschi, docente nell’Università di Milano e coordinatore del Comitato scientifico delle celebrazioni chiericiane, relazionerà sul tema “La Terramara di Poviglio. Cinquecento anni di storia, quarant’anni di indagini archeologiche”.
L’iniziativa rientra nel ciclo di incontro “Dallo Scavo al Museo. Nuove scoperte tra ricerche e studi sul campo in territorio reggiano”, a cura di Giada Pellegrini.
Lo scavo archeologico nella Terramara Santa Rosa di Poviglio è in corso da quarant’anni ed è uno dei più longevi d’ambito protostorico in Europa. Ha potuto svilupparsi per un periodo così lungo grazie alla sinergia fra l’Ente di tutela, la Soprintendenza archeologica, l’Ente di ricerca, l’Università degli Studi di Milano e il Comune di Poviglio. Oltre alle molte pubblicazioni e conferenze, i risultati delle ricerche sono proposti al pubblico anche grazie al Museo della Terramara, appositamente fondato a Poviglio per raccogliere ed esporre i materiali emersi dagli scavi.
Fin dall’inizio delle ricerche, nel 1984, è stato scelto di indagare sulla struttura della terramara, mettendone in luce ampie aree, al fine di ricostruirne l’evoluzione nel tempo.
Nato come un piccolo villaggio nel corso del Bronzo medio (circa 1550 anni a.C.) e delle dimensioni di un ettaro, l’abitato si amplia fino a sette ettari nel corso del Bronzo recente (circa 1300 anni a. C.), per poi essere abbandonato, come tutte le terramare alla fine del Bronzo recente (circa 1150 anni a. C.). In questo lungo intervallo di tempo molte caratteristiche sono cambiate nella terramara: tipologia dei quartieri abitativi, gestione dei fossati, struttura delle recinzioni.
Gli studi, dei quali verrà dato conto nella conferenza, hanno indicato come la causa di tali cambiamenti assieme alla ragione stessa della fine delle terramare risieda in un complesso rapporto fra cambiamento climatico e gestione delle risorse da parte della società terramaricola.
Giuseppe Adriano Rossi