Dopo un confronto e un lavoro serrato, Comune di Reggio Emilia e Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla hanno individuato nell’antica chiesa intitolata ai santi Carlo e Agata, in via San Carlo, la nuova sede permanente del celebre Presepe creato in decenni di lavoro artistico e artigianale da Giancarlo Beltrami.
Una sede prestigiosa
L’edificio, proprietà della stessa Diocesi, ha origini intorno all’anno 857 e oggi, dopo un profondo rifacimento nel Seicento, presenta un interno barocco, con stucchi e statue di grande pregio che lo rendono scenografico, arioso e particolarmente raffinato: così lo vollero il progetto del celebre architetto Bartolomeo Avanzini – collaboratore del Bernini e autore fra l’altro dei Palazzo ducali di Modena e Sassuolo e di gran parte del Vescovado di Reggio Emilia – e la direzione dei lavori dell’architetto Girolamo Beltrami. Oggi la chiesa è sconsacrata e ha ospitato per diversi anni mostre d’arte e concerti.
Una sede dunque prestigiosa, nel centro storico di Reggio Emilia, per una grande creazione artistica e culturale, il Presepe di Giancarlo Beltrami, che è contemporanea e riprende però, con un lavoro incessante dell’autore, forme, contenuti e poetiche antiche: i diorami, di cui il Presepe è composto, propongono in una narrazione unitaria e affascinante, scene di vita, rappresentazioni del territorio, luoghi, scorci e paesaggi reggiani del passato, radicandosi con efficacia nell’immaginario, nella devozione, nell’affettività dei reggiani. Quando a Reggio Emilia si parla del Presepe di Beltrami, è inevitabile infatti che in tanti riaffiorino alla mente ricordi del Natale: ben 44 Natali che hanno riempito la vita delle migliaia di persone che hanno fatto visita al Presepe, nelle diverse sedi che lo hanno ospitato.
Una soluzione concertata
L’Amministrazione comunale e la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla perciò si sono attivati insieme, per rendere nuovamente fruibile questo importante Presepe ai cittadini e fedeli che lo ricordano con affetto, ai turisti in visita alla città e a quanti non lo hanno mai visto.
A seguito di ricerche e valutazioni, è stata trovata quale soluzione di pregio quella della collocazione nella chiesa di San Carlo, nel cuore della città. Questa proposta, di grande soddisfazione per le parti interessate, è stata presentata la scorsa primavera al signor Giancarlo Beltrami dal sindaco Luca Vecchi, dall’arcivescovo monsignor Giacomo Morandi e dall’assessora alla Valorizzazione del centro storico, Mariafrancesca Sidoli.
Si prevede la messa a disposizione, da parte della Diocesi, degli spazi della chiesa dei santi Carlo e Agata in via San Carlo e, da parte del Comune, l’impegno nella gestione museale e nella valorizzazione dell’opera. Una soluzione che consentirebbe di valorizzare il Presepe in un luogo evocativo e di pregio, una volta terminati i lavori attualmente in corso di rafforzamento locale delle coperture e di miglioramento sismico post terremoto del 2012, il cui completamento è previsto per marzo 2024.
Una rete di sostenitori
Per il salvataggio del Presepe, Comune e Diocesi hanno inoltre attivato una rete di sostenitori privati, che riconoscono l’importanza dell’opera artistica di Giancarlo Beltrami e si sono offerti di supportare anche economicamente i lavori che eventualmente si rendessero necessari, potendo contare altresì sulla spontanea collaborazione di artigiani, tecnici e altre figure necessarie a un completo ripristino degli elementi compositivi dello storico diorama, qualora l’operazione trovasse pieno compimento. L’assessora alla Valorizzazione del Centro storico Mariafrancesca Sidoli e il Vicario generale della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla monsignor Giovanni Rossi dichiarano: “Consapevoli della profonda valenza non solo culturale e artistica del Presepe di Giuseppe Beltrami, ma anche dell’importanza affettiva che riveste per la nostra città, abbiamo lavorato con spirito di comunità per consegnare una proposta di ripristino permanente dell’opera e un impegno sul futuro per la sua valorizzazione e fruizione non solo per il periodo delle festività natalizie. Immaginiamo ad esempio, che questa pregevole opera possa essere al centro di collaborazioni didattiche con le scuole, professionali con le associazioni di artigianato e possa essere visitabile durante i principali eventi cittadini nel corso dell’anno”.