San Diego Armando da Napoli

Una delle tante raffigurazioni di Diego Armando Maradona a Napoli

Diego Armando Maradona e il suo legame con una città che lo ha elevato a santo

Il 2023 concluso da pochi giorni è stato senza dubbio l’anno del Napoli che dopo trent’anni ha conquistato lo scudetto, il terzo della sua storia. Le immagini della festa tricolore, iniziata tre mesi prima della fine del campionato, sono note e hanno fatto il giro del mondo.

Nella città della scaramanzia e degli amuleti porta fortuna non sarà mancato sicuramente chi si è rivolto ai due santi protettori per conquistare il meritato tricolore 2022/2023: san Gennaro e san Diego Armando Maradona.

Se il primo è santo per la Chiesa, il secondo lo è sicuramente per la gente; basti pensare a tutto quello che El Diez ha rappresentato per questa città.

PER INTERCESSIONE DI DIEGO

Romanzando la questione si potrebbe addirittura dire che la santità di Diego non è una cosa tanto campata per aria: il Pibe de Oro è morto nel 2020 come tutti ricorderanno e se si pensa all’Argentina  campione del mondo nel 2022 e al Napoli che ha vinto l’anno dopo, gridare al doppio miracolo non è così impossibile.

Sfogliando gli almanacchi possiamo vedere come l’ultima volta che la nazionale albiceleste ha vinto la coppa è stato nel lontano 1986 e il Napoli scudettato risale 1987 e al 1990. Manco a dirlo assoluto protagonista e giocatore decisivo sia in nazionale che con la squadra di club è stato proprio lui, Diego.

Probabilmente i più devoti e i più estremisti potranno dire che Maradona ha interceduto per entrambe affinchè vincessero, e così è stato.

LARGO MARADONA

Così in attesa che nel calendario si trovi posto per la giornata dedicata a san Diego Armando Maradona protettore dei piedi buoni e delle popolazioni oppresse, nella città partenopea gli è stato dedicato lo stadio, ma soprattutto esiste un vero e proprio santuario meta di pellegrinaggi e visite più o meno devote in pieno centro storico in “largo Maradona”.

Nel tour turistico della città non può mancare tappa al celebre murales, con El Pibe de Oro raffigurato sulla parete esterna di un condominio.

Murales Maradona

Per tutta Napoli il giocatore ha rappresentato motivo di orgoglio e riscatto: la tanto bistrattata città tutta guai e problemi che detronizza le più ricche Torino e Milano in cui di solito lo scudetto albergava negli anni 80 e 90.

Maradona ha scalfito quel duopolio come un novello Robin Hood, rubando ai ricchi per dare ai poveri la gloria e la fama che anche Napoli e i napoletani meritavano.

Questa salita alla gloria degli altari partenopei gli è però costata cara: l’amore, la passione e la gratitudine di questa meravigliosa città fatta di eccessi lo hanno inghiottito nel bene e nel male, facendone un santo ma condannandolo al patibolo dei vizi; per poi scaricarlo (non tutti i tifosi e non tutta la gente lo ha fatto) quando, trovato positivo all’antidoping, ha di fatto abdicato al trono che fu di Francesco d’Aragona.

LO SPRITZ MARADONA

Come capita a tutte le icone anche quella di Diego è poi finita nel tritatutto del business: basta passeggiare per le vie del capoluogo che le sue foto campeggiano ovunque insieme a quelle dell’ultimo Napoli scudettato targato Spalletti. Ma per Di Lorenzo e compagni non c’è lo stesso trasporto e la stessa morbosità che esiste per ‘o diavolillo coi riccioli che infiammava la curva B al grido di Maradona è meglio ‘e Pelè.

Se nel ‘400 ai personaggi importanti delle città venivano dedicati ritratti o quadri raffiguranti gesta eroiche, a Napoli si sono inventati lo spritz Diego Maradona, rigorosamente azzurro, e ogni tipo di gadget che porti il suo nome: calamite per il frigo, statuette del presepio, calze, felpe e tutta la sfilza di magliette azzurre fino a cibi e leccornie. Tempi che cambiano.

Nella città della fantasia e dell’arte dell’arrangiarsi verrebbe da dire che questo era il minimo sindacabile che si poteva fare, con buona pace di san Gennaro che oltre al suo tesoro (assolutamente da vedere), si deve accontentare dei classici souvenir.

ANCORA VIVO

Sarà che Maradona lo abbiamo vissuto un po’ tutti, chi in campo e chi nelle peripezie extra calcio, ma la sua presenza a Napoli è sicuramente ancora viva, anzi lo è talmente che tutto il resto sembra sempre sminuito se paragonato a lui.

E chissà se e quando arriverà il prossimo miracolo di san Diego per il quarto scudetto. Intanto arriviamo davanti al murales e preghiamo, magari mangiando o’cuoppo Maradona che manco a dirlo è buonissimo.

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