L’allestimento è situato nella parrocchia dell’Ancora (Assunzione di Maria Vergine) in via Ancora 65 a Sassuolo. È realizzato dal nulla con materiale riciclato, auto costruito in tutte le sue parti.
Ogni anno una dozzina di volontari realizzano presepi con una forte valenza simbolica e sempre molto diversi; questa è l’undicesima edizione ed è dedicata al concetto di uguaglianza e tolleranza tra popoli ed etnie.
La struttura è composta da un cerchio centrale (natività) che sostiene cinque cerchi più piccoli e collegati ad essa con cinque ponti identici.
Le isole satellite rappresentano cinque razze, come immaginate da un bambino: i personaggi in esse sono in lamiera sagomata al laser, vestiti con sartoria manuale e tinteggiati con colori netti: nero, marrone, bianco, giallo e rosso.
Tutti i personaggi nelle cinque ambientazioni (africana, mediorientale, caucasica, asiatica e americana) sono indaffarati nelle loro faccende, ma uno per colore sta attraversando con coraggio e per scelta il ponte; arrivando nel cerchio della natività trova altri come lui che, avendo già attraversato il ponte che sovrasta il fiume colorato come essi, si mescolano tra loro, la razza perde le sue barriere.
I tre saggi, Maria e Giuseppe sono trasparenti, non hanno colore: essi non guardano il Cristo neonato ma i popoli, ed emanano luce propria per illuminarli.
Anche il bambinello è di vetro trasparente ma viene illuminato dall’alto perché la sua missione non è ancora iniziata e la sua luce è il riflesso di quella divina; egli ruota continuamente, ponendo lo sguardo su tutti i popoli.
Abramo Pellacani