A Natale puoi recitava una famosa canzoncina di una reclame di un… pandoro…
Ci è mancato davvero poco! Ci è mancato davvero poco che per questo Natale la morale ce la facesse Chiara Ferragni con le sue scuse pubbliche dopo il pandoro della beneficenza.
Ritrovare la bussola in un periodo in cui la nostra classe dirigente litiga su un’influencer mentre la guerra impazza sulla soglia di casa nostra, sembra un tantino difficile.
Se a tutto questo aggiungiamo anche l’ultima “trovata” della Chiesa con l’apertura, coi doverosi distinguo, alle coppie gay e alle coppie di fatto che possono essere benedette, bè sarebbe lecito che qualcuno iniziasse a non capirci più nulla.
E non sarebbe così impossibile che a indicarci la strada fosse la Ferragni con il suo monologo Instagram su quanto sia importante chiedere scusa e su come dagli errori si possa imparare!
E potremmo finirla qui. Auguri e buon Natale a tutti.
Invece anche queste ultime notizie a ridosso del Natale, mancano ancora cinque giorni e potrebbe accadere di tutto e di più, ci potrebbero aiutare a riflettere. Magari proprio mentre mangiamo una bella fetta di pandoro.
Da un po’ di tempo a questa parte per ogni tipo di accadimento ci viene chiesta una sola cosa: di schierarci. Dobbiamo per forza prendere una posizione.
Abbiamo iniziato con il Covid tra vax e no-vax. A seguire c’è stata la guerra ucraino-russa. Abbiamo poi continuato dopo la drammatica morte di Giulia Cecchettin e ci siamo schierati nella guerra israelo-palestinese. Adesso ci viene chiesto da che parte stiamo nella vicenda Ferragni e ovviamente dovremo anche decidere se l’apertura di papa Francesco verso le coppie “non tradizionali” ci piace o no. E non parliamo di politica… per carità…. Eppure nonostante le nostre prese di posizione non è cambiato nulla.
In Ucraina si continua a combattere e a morie. Idem a Gaza. A farne le spese sono sempre gli innocenti, i bambini su tutti. Abbiamo urlato ai quattro venti la nostra indignazione contro i femminicidi, ci siamo vergognati di essere uomini, abbiamo fatto casino come ci è stato chiesto, è stato assicurato alla giustizia l’assassino di Giulia, ma non passa settimana in cui le cronache non ci raccontino della morte di qualche donna. Immagino anche che qualcuno arriverà ad abiurare dopo questa clamorosa svolta voluta da Francesco scandalizzandosi di cotanta irriverenza ai dogmi della fede. E non oso pensare a quanti follower perderà Chiara (o peggio quanti clienti perderà la Balocco).
Ma alla fine siamo sicuri che prendere posizione sia sufficiente? Che farsi trascinare dall’onda emotiva basti?
A Natale puoi… (intonava un vecchio spot di pandori tanto per rimanere in tema), ritrovare la bussola.
Fare memoria della venuta di un Dio che si è fatto uomo per noi, potrebbe suggerirci che fino a che non decidiamo di fare la nostra parte, nel mondo non cambierà nulla. Lui non ci chiede di tifare e basta, ma di partecipare. Anche se fare la propria parte costa. Rinunciare a pezzi di sé per dargli agli altri è faticoso. Mettere se stessi da una parte per donarsi gratuitamente all’altro è un’impresa da Dio.
E diciamolo pure che Natale ci fa paura perché quel “sentirsi tutti più buoni” ci mette anche un po’ di voglia di fare qualcosa per gli altri: saranno i regali, le lucine, le musichine… e per fortuna che Natale c’è solo una volta all’anno.
Di questi tempi anche la frase “chi è senza peccato scagli la prima pietra” è una bella comodità: non facciamo nemmeno lo sforzo per chinarci a raccoglierla la pietra. Cosi scansiamo le questioni. E se lo facciamo è per tirarla addosso a chi non la pensa come noi. Dimenticandoci che quelli che hanno bisogno stanno nel mezzo della sassaiola. E non ci andiamo né a capirli né a toglierli da lì.
Magari se ci accorgessimo un po’ di più di chi ci sta attorno, se accogliessimo, amassimo e rispettassimo gli altri per come sono, ci sarebbe meno egoismo e quindi meno violenza. Magari…
Troppa fatica. E troppi se. È più facile tifare: tanto i sassi che potremmo beccarci addosso, finiscono contro quelli che sono in mezzo. E col cavolo che io ci vado là in mezzo, affari loro! Io me ne sto da una parte.
Ieri sera ho visto per la prima volta la nuova pubblicità dell’Esselunga, quella della noce. Sotto le feste si sa che la frutta secca va di moda per tradizione.
E ricordiamo tutti cosa è successo con la pesca…