La fede salva e genera la vita

La fede è stata il focus della lectio che l’arcivescovo Giacomo ha proposto nel pomeriggio di domenica 19 novembre agli iscritti all’Azione Cattolica diocesana riuniti in assemblea nella parrocchia di Pieve Modolena.

Lo ha fatto commentando il brano del vangelo di Marco che narra della guarigione dell’emorroissa e della resurrezione della figlia di Giairo (nome che significa: Dio fa sorgere), capo della sinagoga: un “miracolo sandwich”, come alcuni biblisti commentano.

Gesù si confronta con il male, con la morte ed è la fede che vince. Il racconta parte dalla riva del mare di Galilea, dove il Signore pone la sua cattedra; Israele non è un popolo di navigatori, non ama il mare, perché vi è il grande nemico il Leviatano.

Coinvolgendo ragazze e ragazzi presenti all’incontro, mons. Morandi con uno stile colloquiale e semplice ha saputo affrontare una tematica assai impegnativa, annuncio del Vangelo e testimonianza della fede, a cui i soci dell’Azione Cattolica sono chiamati ad aderire.

Mons. Morandi, richiamando il teologo Danielou, ha osservato che l’ottimismo mondano – andrà tutto bene! – è il peggior nemico della speranza, che passando attraverso la prova del Venerdì santo, giunge però alla resurrezione.

L’emorroissa, malata da 12 anni, e la dodicenne figlia di Giairo sono assimilate dalla impossibilità di generare la vita; la guarigione, grazie alla fede, vince la sterilità.

Infatti la fede è la condizione per essere fecondi; essa, infatti, ha sottolineato mons. Morandi, è un incontro con una persona, che si vede e si ascolta: è quanto avvenuto a A. Frossard, l’autore di “Dio esiste, io l’ho incontrato”; la fede salva e guarisce dal male.

Il compromesso può dare frutto nell’immediato, ma poi è sterile; la fede fa camminare dove sembra impossibile: essere toccati da Gesù, come ha fatto con le due donne del brano evangelico, cambia ognuno e lo rende capace di generare altri alla fede.

L’incontro è stato introdotto dalla presidente diocesana Sara Iotti e dall’assistente diocesano don Daniele Casini.

gar

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