Il titolo vuole essere provocatorio; non ci può essere un perché al calpestamento dei diritti umani, nei confronti di chiunque. Ora ci scandalizziamo per la violenza della guerra, per l’uccisione di tantissime donne, poi a seconda del periodo magari ci scandalizzeremo per minori violentati per poi indignarci verso assistenti sociali, a nostro dire incompetenti, demoni nei confronti dei bambini calpestati. Ogni tanto in Italia parte il festival delle banalità nei confronti di fenomeni assassini dove il cittadino medio rimane scandalizzato e turbato per fatti delittuosi avvenuti nel nostro territorio, magari a due passi da casa nostra. Che questi scandali siano e stiano avvenendo, per carità, solo uno stupido potrebbe negarlo, ma mi domando se le reazioni scomposte nei confronti di fenomeni delittuosi siano gli atteggiamenti giusti. Voglio dire (cito alcuni fatti degli ultimi tempi): è giusto che ci si sostituisca ai giudici per condannare in piazza dei professionisti che sono accusati di avere tolto dei bambini a degli abusatori o a degli incapaci di essere genitori?
È giusto scandalizzarci per l’abuso verso i minori e poi scandalizzarci perché vengono allontanati dalle famiglie? È giusto che ad ogni femminicidio si invochino leggi o pene superiore a quelle che già ci sono? È corretto scandalizzarci ogni volta che si trova un uomo o una donna uccisi o pestati a sangue da mafie locali o importate dall’immigrazione? Nei bar, come si diceva una volta, si sprecano le invocazioni di pene di morte o torture corporali di vario genere; ma è corretto?
Le nostre riflessioni credo debbano andare in un’altra direzione. Perdonate la memoria labile, ma ci fu un filosofo che diceva che quando nasce un problema non si deve parlare del problema ma delle cause che lo hanno fatto proliferare e scaturire. E allora a cosa serve manifestare contro la violenza verso una donna o l’uccisione di una donna o di un qualsiasi essere umano? Fermo restando che incontrarsi per esprimere la disapprovazione nei confronti di un fenomeno o di un comportamento sbagliato è sempre un bel gesto di vicinanza alle vittime, ma… risolve il problema?
A cosa serve manifestare contro errori che altri commettono nei confronti di un popolo o di un’etnia, fermo restando che l’incontro di persone non fa male a nessuno… ma risolve qualcosa? Pochi giorni fa un incosciente ha ucciso due ragazzi di poco più di vent’anni. Gli avevano ritirato la patente, lo avevano giudicato, ora se ritenuto colpevole farà della galera, e questo farà desistere altri incoscienti a ripetere l’errore? Non credo! In alcuni stati dell’America viene applicata la pena di morte per certi delitti e questa punizione ha fermato i delitti? No!
E più della pena di morte che punizione esiste? Inoltre la pena di morte è un delitto pure quello, quindi una cosa ingiusta; ma perché anche a fronte di una punizione così estrema le persone continuano ad uccidere le donne, a violentare bambini, a maltrattare minori, a commettere nefandezze che non commette nessun animale in natura?
Alla fine di questo sfogo vorrei fare notare solo una cosa! Ci siamo accorti che da quando abbiamo fatto uscire Dio, Gesù, le preghiere, la meditazione delle Scritture dalla nostra vita, dalle nostre case, la bestialità è entrata e si è sviluppata nella società in maniera esponenziale? Se non torneremo a buone pratiche di vita, se non torneremo alla preghiera, alla contemplazione delle scritture e all’amore verso Dio e Gesù Cristo, quelle cose per cui noi ci indignamo, continueranno a succedere, perché l’intelligenza dell’essere umano da sola non può bastare a sostenere la coscienza; la coscienza, se non è sostenuta e costruita sulla roccia, alla prima mareggiata viene incrinata se non spazzata via.
Non servono altre leggi per scongiurare nefandezze contro l’altra metà del cielo, le donne; non servono critiche contro provvedimenti drastici come lo spostamento di un minore quando è necessario; non servono punizioni più severe verso pratiche incoscienti. Serve andare alle cause del male. Serve controllare il male con l’unica forza che lo vince. La forza del bene che nasce dall’amore per i fratelli e le sorelle; ma per vedere negli altri un fratello o una sorella è necessario avere un Padre in comune con cui condividere le nostre pene.
Lorenzo Ponti