Ciao Giulia, se puoi scusaci di tutto

Il macabro borsino delle vittime di femminicidio in Italia segna un raccapricciante 105 e questo nefasto 2023 deve ancora finire.

Trovato il colpevole è la solita levata di indignazione, scandalo e vergogna a riempire social, tv, giornali e chi più ne ha più ne metta.

Ad ogni notizia come questa si ripete il solito rituale con psicologi, sociologi, giornalisti a sfogliare la margherita delle possibili cause che ancora una volta hanno spinto un uomo ad ammazzare brutalmente la donna “amata”.

LE SOLITE CAUSE

L’elenco è sempre quello: dalla società patriarcale e maschilista alla scarsa educazione a scuola e in famiglia, dagli strali social sul possesso confuso con l’amore al mero mercimonio della donna su ogni tipo di mass-media.

E sono immancabili le prese di posizione di un mondo politico troppo spesso legato alla retorica che alla concretezza dei provvedimenti da prendere. Che poi, come spesso accade, sono sempre provvedimenti tardivi e mai volti a prevenire questi barbari omicidi.

Che sia un problema di mentalità, di concezione dell’amore e della figura della donna è ormai un fatto acclarato. Sulla nostra cultura e soprattutto sulla formazione dei più giovani soffia il vento preoccupante del “conto io e io soltanto”, della libertà individuale ad ogni costo e del poter fare ciò che si vuole.

SOLUZIONI AL PROBLEMA

La caccia all’uomo di questi giorni ha tenuto tutti in apprensione, spinti dall’indignazione e dalla rabbia per la sorte della povera Giulia. Una volta trovato il colpevole, assetati dalla voglia di giustizia, abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo potendo finalmente puntare il dito contro qualcuno. Perché dare la responsabilità agli altri è sempre più semplice, anche se di questa società facciamo tutti parte.

In questi giorni piovono soluzioni al problema, si parla di educazione sessuale e di educazione all’affettività come ultime novità che si sommano alle immancabili critiche a famiglia e dintorni incapaci di accorgersi di avere un potenziale serial killer in casa.

Ben venga tutto ciò che può essere costruttivo per i nostri giovani. Mi scappa un po’ da ridere pensando ai tanti ragazzi che a scuola sentono parlare di valori e poi a casa vedono il papà che maltratta la mamma o che, facendo un giro su internet, vedono donne trattate come carne da macello con il messaggio che più te ne fai meglio è.

IMMISCHIARE DIO NELLA NOSTRA VITA?

Tra le tante ricette proposte forse ne manca una: provare a re-introdurre Dio in certe questioni. Re-introdurre certi messaggi universali che non hanno colore, bandiera o religione. A cominciare da quell’amare gli altri più di sé stessi che poggia sul rispetto per chi abbiamo vicino fino al dare la propria vita per gli altri.

Facile essere innamorati fino a che il proprio ego è soddisfatto senza accorgersi che la persona amata non sorride più. Effettivamente non siamo portati a vedere più in là del nostro naso per i motivi più disparati. Alla fine dei contri non siamo più capaci di rispondere alla domanda se siamo felici oppure no della nostra vita e uccidere chi diciamo di amare è solo un tentativo di fuga dalla propria miseria.

RIVOLUZIONE D’AMORE

Nell’epoca dell’individualismo sfrenato il messaggio del Vangelo rimane quello più rivoluzionario: chi perderebbe la propria vita per donarla agli altri?  Traducendo chi farebbe un passo indietro per vedere sorridere la propria donna, anche se questo significa non averla più accanto? 

Un recap di valori ogni tanto non guasta, purchè non rimanga retorica. In quest’ultima siamo tutti bravi. A cominciare dal sottoscritto. 

Ciao Giulia e spero che tu abbia la forza di perdonarci tutti.

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