Veglia di San Prospero, l’invito dell’Arcivescovo

24 novembre 2022, monsignor Giacomo Morandi in preghiera davanti alla tomba di san Prospero nella basilica dedicata al Patrono.

“GUARDATE ALLA ROCCIA DA CUI SIETE STATI TAGLIATI, ALLA CAVA DA CUI SIETE STATI ESTRATTI” (IS 51 ,1).

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, in questa vigilia della Solennità di tutti i Santi, nostri fedeli e premurosi compagni di viaggio, desidero rivolgere a tutti voi un invito per prepararci a celebrare la Solennità del nostro Santo e amato Patrono, il Vescovo San Prospero.
A più riprese ho sottolineato che la memoria di coloro che hanno testimoniato la fede, la speranza e la carità nella nostra terra, è il fondamento solido e prezioso sul quale noi siamo innestati: noi siamo infatti il frutto della loro semina generosa e sapiente.
In questa luce vi invito a partecipare ad una Veglia di preghiera il 23 novembre alle ore 21 nella Basilica di San Prospero. Il mio desiderio è che possa essere un evento di comunione ecclesiale: Presbiteri, Diaconi, Ministri istituiti, Religiosi, Religiose, Ordo Virginum, Associazioni, Movimenti e Aggregazioni laicali insieme.

Permettete un’attenzione particolare rivolta ai giovani delle nostre Unità Pastorali, dell’Azione Cattolica e degli Scouts e dei Movimenti Ecclesiali, Comunione e Liberazione e Familiaris Consortio, e inoltre a tutti i giovani della nostra Diocesi.
Cari Giovani, abbiamo tutti bisogno di fare nostra l’esortazione che il profeta Isaia rivolge al popolo di Israele: “Guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti” (Is 51,1).
Comprendo che tanti impegni e iniziative sono già state programmate e sono già nei nostri calendari, ma vi chiedo di poter vivere insieme come popolo di Dio questa celebrazione che ci ricorda il grande dono che è stato San Prospero per la vita di fede della nostra Chiesa e della nostra Città.

Al termine della Veglia ci sarà un momento di fraternità e convivialità che sarò lieto di offrirvi.
Un caro saluto,

Giacomo Morandi

La lettera dell’Arcivescovo

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