Festa diocesana del Ringraziamento

Spighe di grano

La celebrazione degli ultimi passi del cammino liturgico ci riporta, come sempre, alla Memoria dei santi e dei defunti e alla Riconoscenza grata per la Nuova Città che discende dal cielo e allieta la terra. La memoria delle persone che nella cura del creato, in specie della terra, hanno custodito e trasmesso i fondamentali della verità rivelata dal Padre e dal suo Cristo perché la terra dia alimento ai viventi, siano custoditi gli animali, coltivate piante e frutti salutari, è indispensabile fonte perché nel cammino della nostra esistenza non ci perdiamo.

È nello spirito dello statuto della federazione Coldiretti, voluto dai fondatori, la fondamentale verità e raccomandazione che Papa Francesco fa sua nella “Laudate Deum” di recente pubblicazione: “Mettiamo fine all’idea di un essere umano autonomo, onnipotente e illimitato; perché un essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per sé stesso e per i fratelli”.

È questo il significato e l’importanza delle due date:
la memoria dei nostri defunti Coldiretti il 4 novembre in Ghiara alle ore 10.30;
la Festa del Ringraziamento diocesano, il 12 novembre in Cattedrale alle ore 10.30 insieme a tutti i lavoratori della terra, alle autorità civili e all’ufficio di pastorale sociale del lavoro e per i soci della federazione della zona di Correggio, in San Quirino il 26 novembre alle ore 10.

Sì, gratitudine e ringraziamento perché tutto è grazia: la vita, il pane, l’acqua, il sole per il giorno, la luna per la notte, persino la salute e la malattia. Noi con san Paolo crediamo che nulla ci può separare dall’amore di Dio e di Gesù Cristo che ha dato la sua vita per noi e, ancora di più, è risorto riportando la nostra umanità nella gloria del Padre. Noi siamo debitori a Dio e a tanti nostri fratelli dei doni di cui disponiamo. Nessuno è un’isola e la storia universale e quotidiana dei nostri paesi ci ricorda continuamente che il bene e il male ci appartengono; siamo tutti partecipi e corresponsabili, nessuno può dire: non mi riguarda, non m’importa!

Siamo stati creati per la comunione con Dio e tra di noi: ognuno ha la sua acqua e il suo pane da offrire per sfamare la folla umana. Ognuno attinge all’unico corpo e sangue che è Cristo Signore. Quanta gioia nei fratelli che si trovano insieme e vivono insieme. Trovarsi senza vivere gli uni per gli altri potrebbe trasformare il giardino in un inferno, luogo di pianto e stridore di denti, ma ci è dato di risollevarci sempre e di ritrovarci per essere figli di Dio e fratelli.

La Comunità dei Coltivatori Diretti

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