Reggio Emilia, 23 ottobre 2023 – “È il mio cuore/il paese più straziato”. In ogni guerra, dalle più remote a quelle tristemente note dei tempi correnti, è identificabile una precisa anatomia del dolore. Dove “nessuna croce manca” è proprio il crocevia di appartenenza, sentimenti e memoria collettiva che comunemente chiamiamo “patria”. È un fatto di sangue, di legami indissolubili, la terra dei padri, delle madri, dei fratelli, identità e croce, di colpe e assoluzioni. È la storia di ogni fratello che cerca il proprio fratello, ossia quella parte inscindibile di sé che sfugge al proprio controllo, ma che ci definisce, anche solo per contrasto.
Un’eterna, atavica ricerca di una verità familiare che si erge ad apologia e condanna di un’intera nazione, è la tela su cui è dipinto a tratti bianchi, rossi e verdi la vicenda di Patria, spettacolo che abbraccia la Storia d’Italia dal dopoguerra ai giorni nostri, proposta attraverso gli occhi di due fratelli che hanno misteriosamente incrociato gli eventi più sanguinosi della Storia italiana: le stragi, i golpe, il terrorismo, le lobbies, le mafie, i servizi segreti, tutte quelle vicende che hanno contribuito a fare dell’Italia dei nostri nonni, il paese che lasceremo ai nostri figli. È la storia italiana degli anni di piombo anni vista attraverso gli occhi di un personaggio in apparenza semplice, un idiota Dostoevskiano che tutti considerano lo scemo del villaggio. Lui, da quando ha battuto la testa da piccolo forse per colpa del fratello, viene chiamato Abele; cerca spasmodicamente tracce del fratello Caino, scomparso in un attentato ferroviario (la strage dell’Italicus). Un racconto, quello dell’Italia, inevitabilmente tragicomico, dove le memorie degli eroi e quelle dei malvagi, si mescolano indissolubilmente come le vicende dei nostri due fratelli, luce e ombra del medesimo soggetto.
Dopo il debutto a ottobre 2022, e il passaggio al Roma Fringe Festival nel luglio 2023, la pièce torna “a casa”, sul palcoscenico del Teatro Piccolo Orologio di via Massenet 23, arricchita della preziosa collaborazione con l’Archivio Flamigni di Roma. Lo spettacolo è prodotto da MaMiMò ed Eco di fondo, da un’idea di Fabio Banfo, Giacomo Ferraù e Giulia Viana, scritta e interpretata da Fabio Banfo per la regia di Giacomo Ferraù; l’aiuto regia è di Giulia Viana, scene e costumi di Stefano Zullo. L’opera inaugurerà il percorso Raccolte MaMiMò, la rassegna di titoli di successo della compagnia, in seno alla nuova stagione Primavere del Teatro Piccolo Orologio, negli abiti doppiamente rinnovati della lunga tenuta – sarà in scena infatti mercoledì 25 ottobre alle ore 19.30, giovedì 26, venerdì 27, sabato 28 ottobre alle ore 21 e domenica 29 ottobre alle ore 19 – e del coinvolgimento diretto con il pubblico, tramite due nuove iniziative metateatrali, ideate per rendere più accessibile allo spettatore il teatro e le diverse fasi della sua elaborazione, che saranno riproposte per altre produzioni MaMiMò nel corso dell’anno.
Il primo è Spazio critico, un momento di confronto con un esperto esterno, che avverrà al termine dello spettacolo. Mercoledì 25 ottobre, ad inaugurare questo nuovo spazio di confronto ci sarà Ilaria Moroni, direttrice dell’Archivio Flamigni di Roma, che, intervistata da Clizia Riva, ci porterà nei temi e nelle storie dello spettacolo con l’incontro “Patria, una storia che ignoriamo – Quando il caso Moro, la P2, le stragi e i terrorismi sono alla luce del sole“. Sarà l’occasione per trattare ed approfondire il tema sotteso alla rappresentazione, che intreccia memoria storica e identità civile, saga familiare e indagine sull’everyman dell’epopea italica del secondo dopoguerra.
Ilaria Moroni è la promotrice e la curatrice della Rete degli archivi per non dimenticare. Si occupa dal 2005 di archivi contemporanei e di declassifica della documentazione su stragi e terrorismo. È responsabile scientifica dei progetti di digitalizzazione della documentazione giudiziaria dei processi sui terrorismi e le mafie e referente del tavolo del MIUR per la realizzazione di iniziative didattiche e formative sul tema del terrorismo e delle stragi.
Il secondo appuntamento, domenica 29 ottobre, sarà La compagnia incontra il pubblico e seguirà la replica domenicale: tale proposta è stata pensata per permettere al pubblico di interagire direttamente con gli artisti, in un’occasione di dialogo per dare spazio alle curiosità sullo spettacolo e sui suoi processi creativi.
“Ci sono esplosioni che durano poco. Altre che durano una vita intera”, così Abele, protagonista dello spettacolo, interpretato da Fabio Banfo. “La storia della mia vita. La storia del mio paese. Stanno tutte dentro un bum, come chiuse in una bolla di sapone. Non era una gran vita, non era un gran paese. Ma era la mia, la nostra Patria”. La vita di questo piccolo microcosmo, di questo piccolo paese che si chiama Patria e che rappresenta nelle sue dinamiche l’intera Italia, scorre inesorabilmente verso una fine lenta e pietosa, indifferente ad i suoi figli che vanno vengono, nascono sempre meno e muoiono sempre di più. Così lavora la scenografia nella realizzazione di un unico spazio stretto e angusto, come un paese che vuole assolvere sé stesso la funzione di un’intera Nazione.
INFO E PRENOTAZIONI
Biglietto mecenate: €20, per contribuire con una piccola donazione alle attività del MaMiMò
Biglietto intero €15, biglietto ridotto €13, promo 18-30 anni €11, soci MaMiMò €10.
Per informazioni e prenotazioni: www.mamimo.eventbrite.it, biglietteria@teatropiccolorologio.com, www.mamimo.it, 0522-383178, dal lunedì al venerdì, 9:30-13:30 e 14:30-18:30 e nei giorni di spettacolo