Dai boschi la nuova energia per l’Appennino

Frassinoro Modena 13 ottobre 2023 – La realizzazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) è una possibile risposta alle criticità, presenti e future, delle forniture dell’energia. I prezzi registrati negli ultimi due anni, degni delle migliori “montagne russe”, hanno determinato molti problemi sia alle industrie che alle famiglie, con bollette energetiche altissime anche per l’utilizzo del gas metano. Per ottenere una certa autonomia nella produzione di energia rinnovabile oggi si percorre la strada delle CER “Comunità Energetiche Rinnovabili” e in tal senso qualcosa di concreto si sta sviluppando nell’Appennino Modenese.
 
“Grazie ad uno studio finanziato dalla Fondazione di Modena –dichiara Oreste Capelli  sindaco di Frassinoro- i comuni dell’Appennino Modenese (di recente riconosciuti come nuova Area Interna), sono in grado di muovere i primi passi per la costituzione delle prime  Comunità Energetiche Rinnovabili. Le CER si svilupperanno coinvolgendo gli Enti Pubblici,  i cittadini e le aziende che operano sui nostri territori,  in una sorta di ciclo virtuoso dove si produce e si consuma direttamente l’energia  proveniente da fonti  rinnovabili, come il solare, l’eolico e l’utilizzo delle biomasse.”
 
Lo studio, prodotto dall’ Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS), è costato circa 100.000 euro, coinvolgendo 18 comuni della zona montana modenese e suggerisce la realizzazione dello sfruttamento di un mix di fonti rinnovabili, come ad esempio l’installazione di pannelli solari su edifici pubblici dove la produzione di energia viene utilizzata sia per il consumo delle strutture che per l’utilizzo privato o ai fini strettamente economici delle imprese.
 
In questo campo per favorire la nascita delle “CER”  è fondamentale il ruolo dell’AESS, che oltre a dare l’assistenza necessaria alla predisposizione della documentazione amministrativa e legale per le costituende comunità energetiche (che di fatto saranno nuovi soggetti giuridici) sarà in grado di supportare la partecipazione ai bandi regionali e nazionali per lo sviluppo delle CER e anche di Green Communities (comunità locali che intendono sfruttare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono come, ad esempio, acqua, boschi e paesaggio). 
 
Ma in Appennino, oltre al solare e all’eolico, quale fonte rinnovabile potrà essere utilizzata, visto che non è più possibile ampliare la produzione di energia elettrica dai corsi d’acqua? “Stiamo lavorando –risponde Oreste Capelli- per realizzare delle centrali a bio massa,  che utilizzano il cippato e i residui lignei dei nostri boschi. Per fare questo sarà necessario coinvolgere svariate realtà dei territori, a partire dai Beni Frazionali o Usi Civici (storiche comunità di utilizzo dei boschi), coinvolgendo anche i  proprietari privati dei boschi e i Parchi; riteniamo che la strada sia quella di costituire un Consorzio Forestale per produrre energia pulita e contribuire alla manutenzione del territorio, contrastandone il dissesto idrogeologico. Oggi si parla molto di Obiettivi di Sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 e la nostra sfida è di poter contribuire efficacemente a produrre energia in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione dei propri prodotti e attività. Le centrali a bio massa, di cui esistono già esempi anche nei nostri comuni, sono in grado di fornire energia pulita con risparmi sensibili sui consumi energetici. Come amministrazione comunale stiamo lavorando per coinvolgere i cittadini e le realtà produttive sul territorio per arrivare presto alla costituzione delle prime comunità energetiche rinnovabili”. 

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