“Incontro Matrimoniale” (IM) compie quest’anno 45 anni di presenza in Italia e per l’occasione lo scorso 9 settembre circa 1200 membri hanno avuto il dono di incontrare Papa Francesco in una udienza riservata nell’Aula Paolo VI in Vaticano. Tra i partecipanti anche una delegazione di Incontro Matrimoniale della Regione Emilia (Parma – Reggio Emilia – Modena – Bologna – Ferrara), guidata dai responsabili Nicola e Michela Forlani con don Guido Catozzi, che in quei giorni ha vissuto il meeting annuale dei responsabili dell’associazione. Uno dei tratti più originali che connota la proposta di Incontro Matrimoniale nelle sue varie articolazioni, oltre alla riscoperta della propria vocazione, c’è l’impegno a far emergere il valore della relazione tra il Matrimonio e l’Ordine sacro, a partire, ad esempio, dalla scelta di affidare al “team ecclesiale” ovvero una coppia di sposi e un sacerdote le strutture organizzative dell’associazione.
È questa un’originalità del carisma di Incontro Matrimoniale che non è solo formale ma sostanziale e questo il Papa lo ha evidenziato incoraggiando a sviluppare questa intuizione che ci ricorda che “la fede è anzitutto un’esperienza di relazione e di incontro”. C’è un fondamento teologico in questo aspetto peculiare di IM perché i due sacramenti, per strade diverse ma complementari, esprimono la dimensione della sponsalità: da una parte la donazione totale, unica e indissolubile degli sposi, dall’altra l’offerta di vita del sacerdote per la Chiesa, sono segni dell’amore sponsale di Dio per noi.
Il Papa ha insistito sulla necessità che coniugi e pastori apprendano insieme “l’arte della relazione, l’arte della comunione”: “Così – ha affermato Francesco – portate avanti il sogno di Dio, sogno di comunione sponsale, in un tempo che a volte preferisce battere i sentieri paludosi dell’individualismo invece di avventurarsi verso le splendide vette dell’amore”.
Incontro Matrimoniale rappresenta in questa visione una realtà profetica, una prospettiva sinodale già messa in pratica che si fonda sulla reciprocità dei doni, dei carismi e dei ministeri.
“Lo scambio tra i coniugi e i pastori – ha ricordato il Papa – favorisce l’azione evangelizzatrice di cui oggi abbiamo urgente bisogno. Infatti, è attraverso le relazioni, anzitutto testimoniando la bellezza delle relazioni, che riusciamo ad annunciare la ricchezza del Vangelo e a mostrare l’amore che Dio nutre per ogni creatura”.
L’orizzonte è sempre quello della missione, della chiesa in uscita per inseguire il sogno di Dio: “unirci nel suo amore, nella sua comunione, per farci scoprire la bellezza della figliolanza divina e della fraternità tra di noi”.
E precisa: “Per questo Gesù ha pregato accoratamente. E ci manda sulle strade del mondo ad annunciare che la via per generare una nuova umanità si fonda sulla fraternità, frutto della carità, non sulla prevaricazione e sull’egoismo. In tal senso il servizio che offrite alla Chiesa, ma anche alla società, cioè l’accompagnamento dei coniugi e dei sacerdoti, rappresenta un prezioso tassello che contribuisce a realizzare il sogno di Dio”.