Realizzo di essere molto mattiniera, mentre scrivo. La sveglia biologica è suonata alle 6 e il primo trillo è, in controtendenza rispetto alle nostre vite, melodioso. Una raccolta di tre brevissimi video realizzati da un giovane oboista, Orfeo (che nome!), in omaggio al nonno morto quando il piccolo aveva un anno. Le note al pianoforte scelte per l’accompagnamento si uniscono perfettamente bilanciate ai disegni di piccoli uccelli e pesci di acqua dolce o di mare. “Ha le mani fatate il disegnatore”, la mia risposta. Tanta grazia mi sembra di buon auspicio per la ripresa di questa rubrica dopo la pausa estiva, tanto più che musica e arte in questo caso fanno da ancelle alla letteratura. “Anche meno”, direbbero i miei nipotini. La pagina che state guardando vuol essere precisamente questo, un raccordo fra estate e autunno, dove il romanzo “Luce d’Agosto” di Faulkner sta per l’appunto come intermezzo.
Mi ha seguito nell’ultimo scampolo d’estate, entrando in valigia, e con fatica ne è riemerso. Spirito e umori sono ancora lì, impregnati di salsedine, rugiada di campo, innamorati del sole. Ma il sole d’autunno non ha nulla da invidiare al sole d’estate, anzi. Il cielo è più terso, compatto e azzurro. Un richiamo evidente alla nostra copertina di apertura, “Malibu rising” di Taylor Jenkins Reid: da tanto ne volevo scrivere. Qui però cielo e mare si rovesciano, anche metaforicamente, prendendo l’uno il posto dell’altro. Leggere per credere. Contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, questo è un romanzo che contiene una malinconia, una vaghezza di disperazione che si sposa bene con la stagione che va a incominciare. Un’eco di Mostra del Cinema è per me invece “Minimal film”, un gioiellino cartaceo di grande formato in cui la magia evocativa del cinema è raccontata attraverso il graphic design oppure un libro di graphic design raccontato attraverso il potere suggestivo del cinema.
Inauguro volentieri la lettura di una trilogia agli inizi, firmata Elodie Harper, con il primo capitolo intitolato “Le lupe di Pompei”, storia di resistenza umana e femminile nel solco della Storia che scorre loro accanto. Infine, un segno di territorialità. Anche se dal personaggio in copertina non sembra. “Harry Styles, il gentiluomo del Pop” di Michelangelo Iossa dedica un intero capitolo al concerto di Reggio Emilia, che ha chiuso trionfalmente il suo tour mondiale.
Situazione ribaltata, quindi, rispetto alle uscite precedenti. Molte donne, fra autrici e personaggi, che se non conoscete già vi aiuterò a scoprire. Cosa che sarebbe piaciuta, spero, a Michela Murgia. A cui questo numero e i successivi sono dedicati.