La sera di venerdì 15 settembre, giorno della Madonna Addolorata e giornata successiva alla festa dell’Esaltazione della Santa Croce, le tre comunità di Canali, Fogliano e Rivalta hanno gremito la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Ambrogio per partecipare alla Concelebrazione eucaristica, con la presenza dell’Arcivescovo monsignor Giacomo Morandi, per l’ingresso di don Giovanni Caselli, nuovo parroco in solidum insieme a don Riccardo Mioni, già parroco in solidum e moderatore dell’unità pastorale di cui le suddette comunità fanno parte.
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E’ stata una serata molto intensa e partecipata che ha visto, oltre alla presenza di molti sacerdoti – il Vicario don Giovanni Rossi, don Filippo, don Amedeo – e diaconi, anche quella di molte consacrate e membri delle Case della Carità della diocesi. Notevole la presenza dell’Isicoro, diretto dal maestro Francesco Trapani, e di una folta rappresentanza di gruppi scout, educatori e catechisti.
Don Giovanni Caselli, sebbene giustamente emozionato, ha parlato in modo molto chiaro, da sacerdote abituato ad essere a diretto contatto con la gente. Mi è, particolarmente piaciuto quando nella sua omelia ha citato san Paolo dicendo che tutti noi possiamo divenire familiari di Dio.
Il medesimo impatto empatico è stato suscitato dal vescovo Giacomo, che ha più volte ribadito il concetto – a tutte tre le comunità – di procedere insieme nella condivisione, rispettando comunque le proprie tradizioni e peculiarità.
“Se proprio deve esserci una gara, questa sia nella stima e nel portare i pesi gli uni degli altri”, ha detto monsignor Morandi. Concetto, quest’ultimo, espresso molto bene, con metafore e aforismi assai efficaci, alla fine della Messa, da Giuseppe Montanari, membro del Consiglio pastorale di Rivalta.
Quindi, ben arrivato, don Giovanni, andiamo avanti tutti insieme.
Del resto tutte tre le comunità potendo contare su un “tris d’assi” composto da un evangelista, san Marco, da un monaco venerato dalla Chiesa cattolica, da quella anglicana e dalle Chiese ortodosse, san Colombano, e da un grande come sant’Ambrogio, che tra l’altro è anche protettore degli apicoltori, si sentiranno ancora più protette e serene.
Silvana Aleotti