Il ricordo del cardinale Raffaele Scapinelli

In occasione del novantesimo della morte del Cardinale Raffaele Scapinelli, pubblichiamo il ricordo scritto dalla pronipote Francesca Tagliaferri 

Il 16 settembre 1933 si spegneva, presso l’ospedale S. Camillo di Forte dei Marmi, dopo una lunga malattia, il Cardinale Raffaele Scapinelli della famiglia dei Conti di Leguigno: lo zio Cardinale, come dico io, perché era il fratello maggiore di mio nonno Paolo.

Ricorre quindi il novantesimo anniversario della salita al Cielo di questa santa persona, che è stata di peculiare importanza in seno alla famiglia, ma anche per la Diocesi di Reggio, per la storia italiana e non solo. Per noi famigliari è stato un modello, cui guardare.

Basti pensare che la sorella, Anna, dopo di Lui, scelse la vita religiosa con il nome di Suor Raffaella, presso il Convento delle Suore Della Carità San Vincenzo a Ferrara (divenendone poi Madre Abbadessa e Superiora Provinciale); il nipote G. Battista, poco prima della morte dello zio, veniva consacrato sacerdote a Massa iniziando una vita religiosa che lo portò a essere nominato Arcivescovo da Papa Giovanni XXIII e ad arrivare alla soglia del Cardinalato, cui ha dovuto rinunciare per malattia; il nipote Monsignor Antonio Fornaciari, è stato per tanti anni parroco della chiesa reggiana di San Giacomo e Filippo, cerimoniere del Vescovo e tanto affezionato allo zio Raffaele da divenirne il custode delle memorie; infine altre cinque nipoti tra loro prime cugine: Laura Scapinelli di Paolo e Pia, Maria, Raffaella e Natalina di Carlotta Scapinelli e Tommaso Fornaciari, sono divenute suore laiche e, soprattutto, hanno condotto, nell’ambito familiare e presso la Parrocchia di San Giacomo, una vita di bontà e di umiltà esemplari che molti in Reggio ricorderanno.

Non è difficile credere che in tutto ciò l’esempio di quella persona eccezionale che è stato il prozio Cardinale abbia influito moltissimo. Egli, infatti, ed è stato certamente la persona che più ha personificato gli ideali di vita cristiana, che hanno sempre caratterizzato la storia della famiglia, come ho avuto modo di imparare studiandone a fondo la storia.

Di lui il fratello Paolo, scrisse che “fu persona umile e austera quant’altri mai”: umiltà nell’obbedienza alla Chiesa, al Papa e austera perché figura integerrima che mai si è piegata a compromessi. Di Lui, mentre presso la Santa Sede svolgeva le più delicate missioni diplomatiche, i giornali dicevano che era “l’uomo dalla mente politica più vasta nell’odierno Vaticano….”, e certo i fatti e le parole lo dimostravano.

La sua vita è passata attraverso quattro Pontificati: Leone XIII, Pio X, Benedetto XV e Pio XI e da ognuno di questi si è tanto fatto amare e stimare che da ciascuno ha avuto benemerenze e altissimi incarichi.

Certamente la sua più alta missione è stata la ricerca della pace, in momenti in cui invece purtroppo il mondo stava scivolando verso la Prima Guerra Mondiale. Questo soprattutto durante il Pontificato di San Pio X e di Benedetto XV: il primo l’ha voluto Nunzio apostolico a Vienna proprio come mediatore di pace e il secondo, che l’ha nominato Cardinale, ha avuto in Raffaele il maggior sostegno e la più grande collaborazione in questo intento. Se Benedetto XV, di cui è ricorso nel 2022 il centenario dalla morte, è stato chiamato anche in questo Centenario, Papa di Pace, credo, e non penso di sbagliare, che si possa dire di Raffaele Scapinelli: “Cardinale di Pace”.

L’angoscioso lavoro di entrambi alla ricerca della Pace tanto assomiglia all’attuale collaborazione tra Papa Francesco e il Cardinale Zuppi per la pace in Ucraina.

Abbiamo perciò appreso con molto piacere la notizia che l’Arcivescovo Giacomo Morandi il giorno 16 settembre prossimo, nella S. Messa delle ore 8.00 ricorderà questo importante avvenimento e inoltre il giorno 13 Settembre uscirà il settimanale La Libertà, recante all’interno l’inserto Memoriae Ecclesiae, per l’occasione tutto dedicato alla biografia del Cardinale Raffaele, mirabilmente scritta dal Prof Giuseppe Giovanelli e presentata dal professor Giuseppe Adriano Rossi, entrambi profondi conoscitori della storia della Diocesi Reggiana e anche della vita e delle opere del Cardinale Raffaele.

Quanto perciò qui da me solo accennato, limitandomi all’ambito familiare, in segno di rispetto e gratitudine verso entrambi questi studiosi (gli scritti altrui sono sacri!) potrà essere approfondito nella lettura di questo inserto del settimanale La Libertà del 13 Settembre prossimo, corredato anche da belle immagini fotografiche.

Francesca Tagliaferri

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