Dopo i tremendi fatti di cronaca di quest’estate che hanno avuto come protagonisti molti minorenni, tra cui i gravi episodi accaduti in un centro sportivo abbandonato a Caivano, la società sportiva Us Saturno e la parrocchia di Guastalla hanno organizzato un incontro dal tema “Lo sport educa ancora?” inserita all’interno delle iniziative della sagra del Crocifisso e dell’oratorio di Pieve l’8 settembre scorso.
Per rispondere a questa domanda sono intervenuti 4 ospiti che coi ragazzi hanno a che fare quasi quotidianamente e che all’unisono hanno riconosciuto il grande compito che svolge lo sport nell’educazione dei ragazzi.
La docente Elena Benatti, della scuola primaria di Guastalla, ha sottolineato quanto mondo della scuola e mondo sportivo debbano essere coalizzati per la crescita dei ragazzi soprattutto per far fronte ai messaggi distorti che spesso la società di oggi manda: vincere a tutti i costi ed essere competitivi al massimo. Allo sport il compito di spiegare cosa significhi competizione e cosa questa presupponga.
A farle eco è Maurizio Neri, ex calciatore professionista e ora allenatore dell’Under 17 del Sassuolo calcio. Mister Neri ha focalizzato l’argomento sull’importanza della cultura sportiva: alla base vi deve essere non il risultato bensì la prestazione. Ai ragazzi va insegnato che il loro vero obiettivo è centrare la prestazione in cui hanno dato tutto. La vittoria deve essere conseguenza della prestazione.
Per instillare questi valori e questa cultura dello sport è importante formare chi li deve trasmettere ai più giovani. È quanto l’ente di promozione sportiva CSI sta facendo da diverso tempo, come ha detto il presidente del comitato CSI di Reggio Emilia, Alessandro Munarini, presente sul palco.
Educazione e rendimento scolastico sono requisiti che oltre ad interessare allenatore e società sportiva, vengono anche presi in considerazione dai procuratori, ossia quei mediatori che possono determinare la carriera di certi ragazzi, come ha detto Vittorio Mariani, giovane talent scout dell’Agenzia BC Group che ha portato la sua breve ma preziosa esperienza in questa serata.
LA FIGURA DEL MAESTRO
Incalzati dal moderatore, gli ospiti hanno riflettuto e dibattuto sulle figure degli adulti che interagiscono coi giovani. Esiste ancora il maestro che insegna e al tempo stesso è quello che si prende la responsabilità di essere esempio per i più piccoli?
Per essere efficaci educatori serve passione e amore per il proprio mestiere concordano i relatori. Solo adulti credibili sia nelle parole che nei fatti possono adempiere a questa missione.
E se non sono all’altezza? “Si cacciano!” come afferma Munarini invitando le società sportive ad avere il coraggio di allontanare chi è nocivo nel percorso di crescita dei ragazzi. E non sono pochi gli adulti che speculano sui giovani per ambire a successi personali, come hanno detto Mariani e Neri alludendo ai loro ambiti.
Oltre alle figure degli adulti, Neri ha sottolineato anche l’importanza dell’ambiente in cui i ragazzi si trovano: l’ambiente dà l’esempio. E il riferimento all’oratorio, luogo dell’incontro, è l’esempio più calzante di quanto affermato dall’ex bomber della Reggiana che ha mosso i primi passi proprio all’oratorio del suo paese d’origine Bellaria. E si sa, un ambiente dipende molto dalle persone che lo vivono e lo frequentano, quanto queste siano più o meno illuminate.
IL RUOLO DELLA FAMIGLIA
Tutti questi discorsi non possono prescindere dal ruolo determinante della famiglia, il “luogo” più importante per l’imprinting di ogni ragazzo. Senza la collaborazione della famiglia che legittima quanto detto da maestra, allenatore, procuratore e dirigente, il castello educativo crolla. Tutti devono collaborare nel percorso di crescita avendo come unico obiettivo la formazione morale, etica ed educativa dei ragazzi.
E pazienza se qualche genitore sbianca dopo aver appreso dal mister o dal procuratore che il figlio non è all’altezza dei sogni di gloria e delle aspettative di mamma e papà.
Per colmare questa lacuna tra illusioni e realtà hanno tutti convenuto nell’importanza del dialogo tra agenti educativi e famiglie: alla base di tutto ci deve essere la verità delle cose e la tranquillità nel saperle dire così come stanno. Se la formazione di un ragazzo è seminata su crescita, impegno e voglia di fare, allora anche la delusione per una carriera non raggiunta viene assimilata in maniera corretta e costruttiva.
Ai ragazzi va insegnato che la sconfitta fa parte del gioco e che la cosa più importante che devono avere a mente è quella di aver dato il massimo in ogni ambito, dalla scuola al campo. La delusione è un’opportunità di crescita e maturità e non un dramma da evitare a tutti i costi.
Per aiutare famiglie e ragazzi è stata lanciata l’idea di istituire i colloqui tra allenatori e genitori (come accade già a scuola) ma non solo, su provocazione di Elena Benatti, anche tra allenatori e docenti. Proposta che ha visto tutti concordi.
E di fronte alla piaga dell’abbandono sportivo? Alla domanda ha risposto Munarini dicendo che il CSI esiste apposta per accogliere tutti coloro che per motivi diversi non trovano spazio nelle diverse discipline di federazioni che chiedono determinati standard per poter essere competitivi. Ma anche questo deve essere un passaggio “naturale” e non visto come una bocciatura.
LA POSIZIONE DELLA CHIESA
Chiamato in causa alla fine delle serata, don Nildo Rossi parroco di Guastalla, ha detto che la Chiesa si schiera dalla parte dello sport e dei ragazzi a patto che questo sia sinonimo di crescita e non di spettacolo. Le esasperazioni dello sport professionistico, soprattutto il calcio, distorcono quello che deve essere il messaggio principale dello sport. La bella collaborazione con la società sportiva Us Saturno è il più bell’esempio di come anche la parrocchia sia coinvolta nel processo educativo dei ragazzi.
Unico neo delle serata è stata la poca partecipazione di pubblico. Non si capisce come l’incontro non sia stato inserito tra le inziative della concomitante festa dello Sport del comune di Guastalla. O più semplicemente, l’argomento non era così avvincente.
Il prossimo anno proveremo con il titolo “Come diventare campioni: istruzioni per l’uso”, chissà che la platea non si riempia per davvero.