Ricordo del cardinal Tonini a dieci anni dalla morte

Il cardinale Tonini celebra nella chiesa parrocchiale di Bagnolo in Piano assieme al parroco don Giovanni Rossi

Venerdì 28 luglio ricorreva il decimo anniversario della morte del cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo metropolita emerito di Ravenna-Cervia e grande comunicatore.

All’indomani della scomparsa, così lo ricordò il cardinale Camillo Ruini: “Ho conosciuto Mons. Ersilio Tonini sul finire degli anni ‘50 quando, giovane sacerdote, ero stato nominato Assistente diocesano dei Laureati Cattolici di Reggio Emilia e Mons. Tonini era il loro Assistente Regionale: lo abbiamo invitato varie volte per delle giornate di cultura e di spiritualità che avevano luogo a Baragalla. Era una miniera di idee e trasmetteva fiducia ed entusiasmo.

Poi ho avuto di nuovo occasione di lavorare con lui quando, nominato Vescovo Ausiliare, entrai nella Conferenza Episcopale dell’Emilia Romagna. Mons. Tonini era allora Arcivescovo di Ravenna. Anche nella Conferenza Episcopale era pieno di idee e di proposte, particolarmente interessato ai problemi della comunicazione sociale. Da allora, fino a questi ultimi anni, il nostro rapporto non è mai venuto meno: un rapporto di amicizia e di collaborazione.

Da lui ho ricevuto esempi e stimoli per affrontare con serenità anche sfide difficili, specialmente sul versante della bioetica di cui il Cardinale Tonini era un conoscitore profondo e appassionato. La sua vita e la sua testimonianza sono state una vera benedizione per l’Italia e per la Chiesa”.

Più volte il cardinale Ersilio Tonini era venuto nella nostra diocesi per incontri e celebrazioni.

Nel marzo 2003 aveva presieduto in cattedrale la Messa nell’anniversario della morte di mons. Gilberto Baroni che definì “un vescovo innamorato della sua Chiesa, preso dall’amore per Gesù, dal senso dell’eterno, che guardava le cose con gli occhi del Signore”.

Quando era ancora arcivescovo di Ravenna, il porporato ebbe modo di conoscere ed apprezzare, anche nelle riunioni della conferenza episcopale emiliano-romagnola, le qualità del vescovo Gilberto, di cui ammirava la profonda saggezza e sapienza cristiana, l’essere docile strumento dello Spirito Santo, la capacità di stare a colloquio col suo Signore, il rigore, la fortezza d’animo, il carattere deciso e nel contempo la tenerezza e la misericordia, l’amore per il clero e i fedeli, l’ironia con cui spesso spiazzava tutti. “Il vostro Vescovo è stato un mistico, un vero pastore che ha cercato solo il Signore e il bene dei suoi figli!”.

L’11 giugno 2005 partecipò in Seminario al Festincontro di Azione Cattolica – trasgredendo al parere dei cardiologi che preoccupati per la sua salute gli sconsigliavano uscite pubbliche – per parlare di Giovanni Paolo II (morto in aprile) avvincendo il foltissimo uditorio. Minuto nel fisico – ammise allora di pesare 47 kg -, in clergyman, senza alcun segno esteriore della sacra porpora, ancora una volta il cardinale, allora novantunenne, si confermò un grande comunicatore. Il suo ricordo del “Papa polacco”, che traghettò nel Terzo Millennio non solo la Chiesa ma il mondo intero, sì snodò attraverso efficaci flash, ricordi personali, aneddoti, battute di grande spirito; lo definì il pontefice del coraggio nell’affermazione coerente ed integrale del Vangelo, dimostrando che tra fede e ragione non esisteva incompatibilità.

Giovanni Paolo II, aggiunse, mostrò appassionata attenzione ai lontani, ai poveri, ai deboli, ai giovani; tolse la solitudine ai popoli: soprattutto testimoniò la presenza di Dio fra gli uomini, insegnando a non avere paura ad annunciare Cristo; con i suoi viaggi dimostrò che non c’è periferia nella Chiesa. Convinti, ripetuti ed entusiastici applausi sottolinearono i vari passaggi del discorso del cardinale – vero mattatore della serata -, come quando affermò dell’allora neovicepresidente della Cei, il reggiano vescovo Luciano “di Monari ce ne vorrebbero tanti!”. Inoltre in quell’incontro raccomandò ai genitori di testimoniare ai figli con coerenza la propria fede; di non trasformare la televisione nel focolare domestico.

La sera di domenica 1° aprile 2007 parlò a Bagnolo in Piano, nel teatro Gonzaga gremito, sul tema “Il ruolo del cristiano oggi”. L’incontro era stato promosso dalla parrocchia di Bagnolo in Piano, che con questa iniziativa intendeva anche solennizzare il quinto centenario della morte di San Francesco da Paola, patrono della comunità parrocchiale. Il porporato in quell’occasione presiedette la celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale; al suo fianco il parroco don Giovanni Rossi.

Giuseppe Adriano Rossi

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