L’Arcivescovo Morandi ai soci Ucid

“L’economia è per l’uomo e non l’uomo per l’economia”; così parafrasando un passo del secondo capitolo del Vangelo di Marco l’arcivescovo Giacomo Morandi ha aperto la sua lectio magistralis sull’economia civile rivolta ai soci della sezione reggiana Ucid-Unione cristiana imprenditori dirigenti.

Nel suo intervento, che ha spaziato dai testi biblici alla narrativa russa, all’enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI, il presule ha sottolineato un dato di primaria rilevanza, anche se non sempre adeguatamente ricordato e applicato: la centralità della persona.

E lo ha fatto rivolgendosi ad una folta ed attenta platea di imprenditori, raccomandando che “è indispensabile avere una visione integrale dell’uomo, come ha sottolineato il prof. Leonardo Becchetti, il quale ha proposto un modo diverso di concepire l’impresa: la sfida di saper coniugare creazione di valore economico e valore sociale, archiviando l’ambizione del massimo profitto “non importa come”. L’obiettivo è creare un benessere multidimensionale”. 

E al riguardo mons. Morandi ha ricordato come proprio l’espressione “economia civile” abbia avuto i suoi natali a Napoli nel 1753 con la prima cattedra universitaria affidata ad Antonio Genovesi. 

L’arcivescovo si è ampiamente soffermato nel suo intervento sulla figura e l’opera di Adriano Olivetti, “un visionario” che nella sua azienda ha saputo realizzare uno degli esempi più interessanti per quanto riguarda appunto l’economia civile. 

“La sua fabbrica di Ivrea non risulta un insieme di operai e macchinari, ma un luogo di incontro e condivisione tra persone. Diventa, cioè, un modello finalizzato non solo a massimizzare il ritorno economico degli azionisti, ma anche a migliorare la qualità della vita dei dipendenti”. 

Mons. Morandi ha quindi passato in rassegna gli importanti e innovativi interventi introdotti da Olivetti e che ancora oggi risultano di particolare attualità, sottolineando che la felicità consiste proprio nel riconoscimento della dignità umana del lavoratore, che non è un ingranaggio, un animale da soma, un tubo digerente. 

Richiamando il pensiero di Stefano Zamagni, l’arcivescovo Morandi ha poi focalizzato la fondamentale differenza tra bene totale – sommatoria i cui addendi rappresentano i beni individuali – e il bene comune, paragonabile ad una moltiplicazione i cui fattori rappresentano i beni dei singoli individui.

E’ noto il rapporto tra lo stesso Adriano Olivetti e Jacques Maritain, propugnatore dell’umanesimo integrale; “la promozione di un umanesimo civile – ha affermato il presule – deve vedere gli imprenditori cattolici in prima linea; l’uomo deve essere al centro dell’economia”. 

Convergenza forte esiste dunque tra la visione antropologica del filosofo francese e il sogno industriale dell’imprenditore di Ivrea, che in un famoso discorso a Pozzuoli nel 1955 ebbe ad affermare che la società crede nei valori spirituali, della scienza, dell’arte, della cultura, della giustizia; ma soprattutto “crede nell’uomo, nella sua fiamma divina, nella sua possibilità di evoluzione e di riscatto”.

L’incontro guidato dall’arcivescovo ha di fatto inaugurato la presidenza alla guida dell’Ucid reggiana di Fabio Storchi, che nel suo intervento introduttivo ha sottolineato le sfide che attendono nei prossimi anni l’associazione, impegnata a conoscere approfonditamente e ad applicare nel mondo del lavoro la dottrina sociale della Chiesa. Lo stesso Storchi ha posto in rilievo il ruolo che oggi riveste l’economia civile e ha evidenziato come l’impresa possa essere il luogo ideale per la sua applicazione.

“L’Ucid reggiana nel contesto regionale e nazionale costituisce – per vitalità e iniziative – un solido punto di riferimento per le altre sezioni” ha sottolineato il presidente regionale Enrico Montanari. 

I vicepresidenti Maria Cristina Gherpelli e Claudio Bombardi hanno indicato le linee programmatiche di lavoro per l’Ucid e l’assistente spirituale mons. Alberto Nicelli ha confermato il suo impegno ad accompagnare i soci nella vita associativa.

L’incontro si è concluso con l’ingresso dei nuovi soci: Fausto Braglia, Valeria Braglia, Annalisa Corghi, Bruno Corradi, Daniela Fantozzi, Mario Immucci, Mauro Magnani, Marco Masini, Paolo Storchi, Lisa Torreggiani e Ugo Ugoletti, che hanno ricevuto dall’arcivescovo Morandi il distintivo dell’associazione e la carta dei valori.

All’iniziativa erano presenti anche Giovanni Arletti, neopresidente della sezione Ucid di Modena, Massimiliano Borghi, segretario della sezione Ucid di Ferrara insieme all’assistente spirituale della sezione padre Augusto Chendi e il sindaco di Quattro Castella, Alberto Olmi.

Giuseppe Adriano Rossi

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