Partiamo da Santo Antônio domenica 18 giugno 2023, alle 12.30, io, Moises, Moacir e Mariana. Arriviamo a Santa Maria alle 17. Qui ci accoglie una coppia di sposi, Valdi e Maria Joana, con i loro figli e nipoti, una famiglia grande con varie famiglie. Verrà ad abitare qui anche una figlia che ora è in città con una figlia che ha problemi di cuore. La cappella, gialla, è nuova, costruita in aprile, con il loro lavoro (e aiuti dall’Italia). Li ricordo perché, con alcuni bambini, hanno partecipato pochi giorni fa all’assemblea parrocchiale. Non hanno la corrente elettrica, il generatore è rotto da tre mesi. Celebriamo la messa alle 18, quando ancora ci si vede con la luce naturale: 12 persone, la coppia più adulta e figli e nipoti. Con Mariana la missionaria facciamo una prova di canti, e loro cantano bene. Ancora non si incontrano per celebrare la domenica, ma il signor Valdi mi dice che ora, con la cappella, intendono fare la celebrazione domenicale. Uno dei figli è professore, insegna nella sua casa perché non hanno un edificio-scuola; d’altra parte ci sono solo 10 alunni. Mariana si fermerà con loro un giorno, poi la porteranno alla comunità vicina. Virginia la raggiungerà e faranno il loro percorso fermandosi un paio di giorni nelle comunità.
Veniamo assaliti dalle zanzare e cerchiamo rifugio sulla barca!
Il 19 giugno partiamo alle 7.30 e arriviamo a União da boa fé alle 9.15. Poche case (ne vedo 4), si nota la cappella che quando arriviamo sta funzionando come Scuola materna, e davanti una costruzione aperta che per ora è la scuola per i più grandi. Ci accoglie il cacique quando approdiamo e alcune giovani donne; riconosco il gruppo che ha partecipato all’assemblea parrocchiale. Ci fermiamo a chiacchierare e alle 10 celebriamo l’eucaristia. Arrivano i bambini davanti all’altare; un giovane, Thailon, e una ragazza, Luciana, scelgono i canti e fanno le letture. Hanno il libretto dei canti e tutti cantano durante la celebrazione; loro si incontrano sempre la domenica per la celebrazione. Li invito a pensare alla catechesi e mi dicono che hanno un po’ iniziato, anche se non in modo continuativo.
Alla messa partecipano 5 adulti, 7 giovani, 14 bambini; le famiglie qui sono tutte cattoliche e mi dicono che avrebbero intenzione di ampliare la cappella; alla fine della celebrazione i bambini condividono i biscotti che abbiamo portato e guardano le fotografie che ho scattato. Mi sembra una buona comunità, si respira un clima di famiglia e simpatia. Anche per loro l’handicap della mancanza di energia elettrica; avevano un generatore ma è rotto da anni…
Alle 16 messa a Manacapuru. Ci sono 3 adulti e 7 bambini piccoli; non sanno i canti della liturgia e facciamo qualche prova prima; nemmeno qui arriva l’elettricità e per mantenere in fresco le cose, come il pesce che pescano (in questo clima caldissimo) vanno a Santo Antônio, comprano sacchi di ghiaccio per metterlo nelle casse di polistirolo dove si conserva il pesce per un po’.
Partiamo per Nova Esperança I, messa alle 19. Partecipano 17 persone (adulti, giovani, bambini); ancora non sanno scegliere i canti per la liturgia così io e Moises li aiutiamo con i canti e le letture. Sono poche le famiglie, comunque mi dicono che alla domenica si incontrano per celebrare. L’orario serale è il più affollato per zanzare e altri insetti, siamo assaliti…
Martedì 20 giugno partiamo alle 7.30 e arriviamo a San Lazzaro alle 16; vedo 8 case e la cappella, dal tipico colore giallo di quelle costruite negli ultimi anni. Chiacchieriamo con Valdeci e la sposa che hanno partecipato all’assemblea delle comunità; una bella famiglia, ci sono 5 bambini e una ragazzina (13 anni) sta studiando a Santo Antônio. Ci raccontano di un incidente accaduto ieri: tagliavano legna nella foresta un anziano e un giovane della città venuto ad aiutare nel lavoro, quando un albero è caduto sul giovane: quest’ultimo è rimasto privo di sensi e perdeva sangue per le ferite. Erano a un’ora di cammino dal villaggio e l’anziano non sapeva proprio cosa fare; non sapeva come soccorrerlo, si è incamminato per avvisare nel villaggio, dove sono riusciti a telefonare ai responsabili dell’assistenza medica, che hanno inviato una barca per il soccorso. Ora il giovane è in ospedale, non sappiamo quali siano le condizioni.
Nel pomeriggio parliamo anche con la signora che ci ha ospitati in casa; ci comunica il desiderio di avere qualche lezione per continuare gli studi; ha frequentato i primi anni di scuola poi si è fermata; i suoi genitori non permettevano di uscire dalla comunità, cosí è sempre rimasta lí e ora desidererebbe (e anche altri adulti) studiare ancora un po’.
Penso che l’Ufficio Scuola potrebbe nominare un professore per il gruppo di giovani-adulti che vorrebbero continuare gli studi. Mi sembra una bella esigenza da parte sua. Ci ritroviamo nella cappella alle 19 e facciamo prove di canto con i bambini, poi celebriamo l’eucaristia con 8 adulti e 11 bambini, ancora piccoli, ma partecipano; mi sembrano buone famiglie.
Un giovane che suona la tastiera nelle celebrazioni festeggia il compleanno oggi; per ora la tastiera rimane ferma, il trasformatore è bruciato, dovrà cercarne a Santo Antônio uno nuovo.
Mercoledí 21 giugno. Partiamo alle 6.30, arrivando a Apaparí alle 9.15. Comunità che è solo una famiglia e il capofamiglia con gli altri è in questi giorni a Santo Antônio. A casa un figlio e alcune persone che lavorano per la famiglia. Per coincidenza quando noi arriviamo arrivano anche loro su due barche, dopo un giorno di pesca; hanno tre pirarucu di circa 1 metro e due sui 2 metri; hanno i fucili, hanno cacciato e hanno preso una paca (grosso roditore) e un uccello grande come un gallo. Con destrezza, usando grossi coltelli, squamano e puliscono i pesci, mettendoli nel ghiaccio per poi venderli a Santo Antônio (e da qui, una parte per Manaus e Leticia in Colombia). Chiedo se posso comprare il tambaqui (un pesce) e ce lo regalano per il pranzo. Dato che la famiglia non è presente, continuiamo il viaggio.
Alle 16.40 arriviamo al Sitio Nova Esperança, luogo molto bello; vi abita una sola famiglia, allevano mucche, pecore, galline. Erano a Santo Antônio per l’assemblea delle comunità e ancora non sono tornati; è rimasto solo uno dei figli come custode della casa (anche qui, quando la casa è vuota, arrivano i ladri) e prendersi cura degli animali. Quando scendiamo dalla barca ci accoglie un cinghiale nero, addomesticato e affettuoso, che si ferma accanto a noi per ricevere carezze. Molto simpatico! Rimaniamo a parlare con il ragazzo, poi si riparte per la vicina comunità di Itu. Alle 19 celebraiamo con la coppia che ci ospita nella loro casa (donna Helena e il marito), una figlia e 8 nipoti dai 14 a un anno di età. Prima della messa con i bambini faccio prove di canto; sono tutti battezzati, tranne la bambina più piccola. Sarebbe cosa buona organizzare una catechesi per i più grandi, ancora non siamo riusciti.
Giovedì 22 giugno. Partenza da Itu verso le 8. Alle 10 arriviamo a Mamuriá; ci accolgono sulla riva, con un canto di benvenuto. Gli alunni della scuola interrompono la lezione quando arriviamo; chiacchieriamo, ci aggiornano sull’intervento della polizia per distruggere alcune delle draghe illegali che cercano oro sul Juí e Purité, affluenti del rio Içá. Pensiamo che sia stata fatta un’azione in grande stile, ma tornando a casa apprendiamo che i garimpeiros hanno saputo in anticipo dell’azione e hanno nascosto le loro draghe, così che l’azione non è stata tanto efficace.
Nella comunità abbiamo un gruppo di adolescenti, così li invito per un piccolo incontro biblico; tutti vengono con la Bibbia e il libro dei canti; faccio un ripasso sulla ricerca dei testi biblici (libro, capitolo, versetto) e cerchiamo qualche testo sulle caratteristiche di Gesù: un miracolo di guarigione, una parabola, la scena della morte in croce. Celebriamo la messa, 20 persone presenti, qui abbiamo anche un ministro della Parola e uno della Comunione. Tutti cantano alla celebrazione, è una liturgia partecipata. Ci invitano a pranzo nella casa di Assis (10 figli, solo uno maggiorenne), mangiamo insieme pirarucu, riso e uova.
Una loro difficoltà è la scuola: sono in una stanza ormai vecchia, con il legno deteriorato; hanno chiesto al municipio di costruire una scuola nuova, ma non è stata fatta. In realtà gli alunni non sono molti, forse stanno programmando di unirli a un’altra comunità.
Alle 14.30 ripartiamo, alle 17 arriviamo a Barro Alto, una comunità nuova che ancora non conosco. Sulla riva ci accolgono due simpatiche bambine, Alexandra e Maria Vittoria. Poi conversiamo con gli adulti. È la quarta volta che si visita questa piccola comunità, un gruppetto di famiglie. Stanno sistemando un’area per coltivare manioca, vedo due case con le pareti di legno e altre che hanno solo il pavimento e teloni di plastica come pareti. Seduti sul pavimento di legno impariamo qualche canto poi celebriamo la messa prima del tramonto perché non hanno elettricità: sono 5 bambini e 7 adulti. Vorrebbero costruire una cappella e dare il nome alla comunità, quando tutto sarà pronto: San Giuseppe. Comincia la notte e scendiamo alla nostra barca; ci regalano un pezzo di carne di cinghiale per la cena.
Venerdì 23 giugno. Partenza alle 7.45. Alle 9.30 arrivo a Ipiranga. I militari impegnati a tagliare erba; entriamo nella cappella per pulire e la troviamo in ordine. Vorrei visitare la prima città colombiana, Tarapacá, ma non abbiamo con noi la bandiera della Colobia, quindi Moises mi dice che non possiamo andare. La messa alle 20; un giovane suona qualche canto con la chitarra; è ancora alle prime armi, conosce solo pochi canti ma riusciamo a organizzare la liturgia. Pochi partecipano: questo giovane e il fratello, una coppia di anziani (di cui il marito non vedente), una signora e qualche ragazzino, 11 persone in tutto. Mi dicono che ora non si incontrano la domenica per celebrare, e dei soldati e ufficiali dell’esercito nessuno viene. In questa situazione non sappiamo a chi affidare le comunità.
Sabato 24 giugno, festa della Natività di san Giovanni battista. Siamo a Nova Esperança II, celebriamo nella scuola con 17 persone. Il cacique Cristovão e coppie giovani con figli piccoli. Mi dicono che sono della Cruzada (e una famiglia protestante); il cacique è stato per 40 anni tra i responsabili della Cruzada e dato che abbiamo un unico Dio mi dice che è bene dialogare con tutti, accogliersi e si impara qualcosa da tutti. La sua volontà come cacique è anche mantere pace e armonia nella comunità. Accolgono il prete cattolico quando va per celebrare. Alle 11.30 ripartiamo. Alle 17:30 arriviamo a Santa Clara, è una sola famiglia: una coppia con figli e i loro figli. Facciamo solo un momento di preghiera e canti. Ci sono 8 bambini e 4 giovani- adulti, oltre al padre; hanno intenzione di costruire una piccola cappella. In futuro potremmo fermarci con loro con calma, e anche iniziare a celebrare la messa.
Nova Canaan. Celebriamo alle 19.30 nella scuola, al buio. Hanno il pannello solare nuovo ma oggi non sta funzionando, forse non lo sanno gestire bene. Compaiono due candele, e con le nostre torce a pila possiamo celebrare. In 25 della comunità, 4 adulti e il resto bambini e qualche giovane. Si dovrebbe tentare di farli radunare la domenica e iniziare una forma di catechesi se si riesce a responsabilizzare qualcuno.
Domenica 25 giugno. Partiamo alle 8 e arriviamo alle 10.30 a San Pedro. C’è la scuola nuova ma oggi è chiusa e il professore e la professoressa sono usciti essendo giorno di festa. Ci fermiamo davanti alla scuola, dove troviamo ombra, in cerchio; ci sono 15 bambini, 2 giovani e 3 adulti. I bambini sono molto timidi, è difficile farli esprimere; mi dicono che quasi nessuno sa leggere e scrivere perché stanno ancora imparando. Facciamo insieme qualche canto, insegno a fare il segno della croce: la maggioranza è incerta sul come farlo. Preghiamo il Padre Nostro, leggiamo un brano del vangelo e condividiamo i biscotti e alle 11.40 ripartiamo. Arriviamo dopo un’ora a Apaparí, è ora di pranzo. Ci sono solo giovani coppie che lavorano e pranzano e la famiglia che di solito ci ospita è fuori. Ci dicono che è meglio se celebriamo la messa il prossimo mese quando passiamo e ci saranno tutti. Alle 14 ripartiamo e arriviamo a Vista Alegre alle 18.30; comunitá tikuna, cattolica. Facciamo un giro per parlare con Moises, il ministro è nella cappella con il cacique e un altro giovane, stanno facendo le pulizie e preparando la cappella per la liturgia. Una chiesa grande ancora da ultimare, la più grande tra quelle che ho visto e in muratura, con il pavimento in ceramica (per ora metà); è coperta ma mancano porta e finestre. È su un’altura, qui non arriva acqua del rio Içá anche quando è in piena. Vicino un campo da calcio, ci sono molti giovani anche di altre comunità, fanno spesso tornei sportivi. Alle 19.30 celebriamo l’eucaristia, prima arrivano i bambini che si mettono davanti, poi giovani e adulti, circa 60 persone: canti e preghiere in tikuna, e il ministro traduce le mie parole dal portoghese. Si radunano sempre la domenica per il culto, ma anche altri giorni della settimana. Per quel che ho visto è la comunità maggiore che abbiamo sul rio Içá. Mi chiedono un aiuto per la formazione di catechisti della comunità che possano fare catechesi a bambini e adolescenti. Le missionarie potranno dare un aiuto, poi vedremo.
Lunedì 26 giugno. San Cristovão I. Arriviamo alle 10, ci sono le missionarie Mariana e Virginia dal giorno prima. Facciamo giochi con i bambini, un gruppo grande, con le mamme sedute che guardano contente. È una comunità con alcune famiglie cattoliche (5, mi pare) e il resto protestanti. La maggioranza dei bambini presenti sono di famiglie protestanti. Alle 11 celebriamo la messa, nella prima stanza di una famiglia che ci ospita, siamo ammassati in 50 (anche bambini delle famiglie non cattoliche che sono rimasti con noi); ci fermiamo poi per il pranzo. La professoressa dice che comincerà a radunare la comunità per la celebrazione della domenica. Alle 15 arriviamo a San Vincente e alle 19.30 l’eucaristia. Partecipano 12 persone; la ragazza che di solito anima la liturgia è fuori con il marito, per impegni scolastici. Il cacique arriva tardi, alle 21, perché ha avuto un guasto nella barca. Mi dicono che alla domenica si radunano per la liturgia. Dormiamo a San Vincente e il giorno dopo si ritorna a Santo Antônio do Içá.
Gabriele Burani