Pubblichiamo la lettera dell’Arcivescovo Giacomo Morandi all’indomani delle nomine e trasferimenti di presbiteri in Diocesi.
Monsignor Morandi ringrazia i confratelli e le comunità coinvolte.
Cari Presbiteri, fratelli e sorelle delle nostre comunità: GRAZIE!
Carissimi fratelli nel presbiterato e fratelli e sorelle della nostre comunità,
Desidero accompagnare le recenti nomine ai nuovi incarichi pastorali di alcuni di voi, con un ringraziamento sincero che nasce dalla gratitudine per aver reso possibile di provvedere al Bene di numerose comunità della nostra Chiesa.
Gli avvicendamenti sono sempre un passaggio delicato in cui entrano in gioco tanti aspetti che coinvolgono la vita dei presbiteri e la vita delle nostre comunità. A volte sono gli stessi presbiteri a chiedere un cambio di missione, in altri casi, sono sollecitati dopo un congruo periodo di tempo, e non di rado sono le stesse comunità che avvertono e desiderano un ricambio. Accanto a questa ordinarietà, occorre tener presente agli imprevisti legati alla salute dei presbiteri e variabili non preventivate.
Quest’anno i cambiamenti si sono intrecciati con la nomina del Vicario generale, dei vicari episcopali e dei formatori del Seminario e, infine, si è aggiunto un serio e inaspettato imprevisto che ha coinvolto le comunità di Sassuolo. Insomma non è stato facile conciliare le diverse esigenze che legittimamente erano sulla scrivania del Vescovo e del Consiglio episcopale.
Le decisioni maturano tenendo conto delle forze che si hanno, delle caratteristiche dei presbiteri e delle singole unità pastorali e, in ogni caso, davanti a Dio nella preghiera.
La ragione profonda di questo ringraziamento al Signore, nasce dalla generosità e disponibilità di tanti fratelli che, pur con fatica e non senza dolore, hanno accettato una nuova missione, anche in memoria di quella promessa consegnata nelle mani del Vescovo, il giorno dell’ordinazione. Si intuisce e si comprende il desiderio di portare a termine un cammino iniziato e, certamente, quando è possibile, si cercherà di favorirlo, ma credo che dobbiamo anche avere fiducia che una nostra eventuale partenza, non sarà un naufragio, se abbiamo aiutato le persone a noi affidate, ad ancorarsi a quella Parola di Dio a cui lo stesso Paolo affida gli anziani di Efeso, dopo aver annunciato a loro che non avrebbero più rivisto il suo volto. ( cf At 20,32).
Siamo al servizio del popolo di Dio e dobbiamo rifuggire dalla tentazione di pensare che solo a certe condizioni e in certe condizioni, possiamo essere servi dei nostri fratelli e sorelle.
Questa libertà è una garanzia che non siamo noi il centro di una comunità e che la vera continuità di un cammino è data dal permanere della comunità e non del presbitero. Ciò significa che le comunità devono saper ringraziare che un loro fratello presbitero abbia speso, per alcuni anni, il suo tempo e le sue risorse a servizio di quella comunità e, nello stesso tempo, saper accogliere, con fede e gioia, un nuovo fratello e padre che continuerà con loro il cammino sinora percorso.
La mia gratitudine, infine, alle stesse comunità che hanno accolto questi cambiamenti con spirito veramente ecclesiale, consapevoli che siamo un’unica famiglia diocesana, chiamata a portare i pesi gli uni degli altri, a gareggiare nella stima reciproca e ad avere uno sguardo più grande dei confini delle nostre parrocchie e unità pastorali!
Cari Fratelli e sorelle, Vi ringrazio della testimonianza di questi mesi, confermata dai tanti colloqui avuti sia con i presbiteri sia con laici/laiche della nostra Chiesa diocesana.
Mi affido alla vostra preghiera e al Bene che mi volete e che mi accompagna come segno prezioso della consolazione di Dio.
Vi assicuro la mia vicinanza e preghiera, in questi mesi di cambiamento, e invoco dal Signore, la Sua benedizione su tutti noi, per crescere nella Comunione!
+ Giacomo Morandi
Arcivescovo