Il santuario della Beata Vergine della Porta a Guastalla è uno gioiello del barocco emiliano.
Uno scrigno di fede, arte e cultura. L’edificio è stato restituito al culto nel settembre 2022 dopo 11 anni di lavori, in gran parte dovuti ai danni del terremoto che ha colpito l’Emilia nel 2012. Questo video lo presenta in tutto il suo splendore.
A PRIMA VISTA
La prima visione offerta dal Santuario è la prospettiva d’insieme: tutto converge su Gesù, bambino in braccio alla madre Maria, nell’immagine ovale. L’immagine miracolosa della Beata Vergine della Porta è incastonata in un grandioso baldacchino che si innalza dall’altare del Santissimo (dove sta il Tabernàcolo) ed è formato da colonne tòrtili, angeli, nubi, raggi dorati, fiori. La zona centrale del baldacchino appare come uno spazio vuoto a forma di grande porta, affiancata da altre due porte in celeste e oro.
La porta verso maria
Nella chiesa è ripetuto molte volte il “segno” della porta: sei spazi fatti a porta nella navata centrale, alternati ad archi; due spazi fatti a porta nel transetto di fronte a due porte vere e infine la centrale porta d’ingresso. Chi entra nella chiesa della Madonna della Porta della Madonna avanza verso oriente, verso dove sorge il sole, nella direzione della preghiera. L’affresco con l’immagine miracolosa è stato voltato e collocato a est, per orientare.
Per dire: “se vai verso Gesù con Maria, ti orienti”. E qui appare una geniale invenzione decorativa: dal centro animatore del santuario – l’ovale con Gesù e Maria – si sprigiona la luce in 12 fasci di raggi dorati, che si allargano e trapassano le nubi. Per arrivare all’altare maggiore e all’immagine di Gesù con Maria, occorre procedere tra dodici profeti dell’Antico Testamento, raffigurati da alte statue in nicchie decorate, con i nomi in latino sullo zoccolo.
Condotti dai dodici profeti, quindi dalla Bibbia (la Parola di Dio) si arriva a Gesù con Maria da dove hanno origine i dodici fasci di raggi rappresentanti i dodici apostoli, cioè il gruppo iniziale del popolo di Dio fondato da Cristo. I dodici fasci di raggi che escono da una nube (simbolo della presenza di Dio) sono replicati, in dimensione ridotta, sulle volte delle navate laterali; e ancora sugli altari del transetto.
Possiamo allora sperimentare il Santuario come il luogo dove, dopo aver incontrato Gesù con Maria, si è richiamati insistentemente a essere Chiesa, guidati dai dodici apostoli e dai loro successori.
Un documentario a cura di Emanuele Borghi.
Fonte: il filmato ripercorre l’itinerario di visita proposto nel libro “Così nel Santuario ti ho cercato”, di Giancarlo Bellani, edizioni “P. Tito Brandsma s.r.l.”, 2009.
Le immagini della riapertura del Santuario sono di Giacomo Iotti.
Le immagini dei restauri e dell’archivio storico del Santuario sono di Fausto Franzosi.